24 March 2015

Uso e manutenzione: Alfa Romeo GT Junior 1300

Per nome e cilindrata era la sportiva “economica”, ma piacque a tutti e divenne la più amata dagli alfisti (la è tuttora). Potente ma affidabile, la manutenzione è alla portata di molti e i ricambi si trovano facilmente

Il modello

Snella, compatta, elegante, sportiva. E accessibile ad un pubblico giovane, o almeno così la pensava la Casa costruttrice. È l’Alfa Romeo GT Junior 1300, la coupé che l’Alfa presenta al mercato nel 1966, in un periodo ancora fiorente dell’economia italiana. Le prestazioni sono quanto di meglio si possa trovare fra le 1300 dell’epoca. Il motore è l’ultima evoluzione del famoso bialbero inaugurato con la Giulietta, raggiunge in questa versione a due carburatori doppio corpo l’invidiabile potenza di 103 CV-SAE, senza nulla perdere in fatto di robustezza e affidabilità. La velocità massima è di oltre 170 km/h, di tutto rispetto anche fra le sportive di cilindrata maggiore. Al successo concorre la seducente linea disegnata da Bertone; un contributo importante lo dà un giovane Giorgio Giugiaro, in forze al carrozziere piemontese. Nasce così nel 1963 la Giulia Sprint Gt, fortunata serie di coupé che si susseguiranno in svariate versioni e cilindrate fino al 1976. Dopo la Sprint GT (che monta il motore 1.6) arrivano la Giulia Sprint Gt Veloce, la già citata 1300 Junior (affiancata poi dalla GT 1600 Junior), le versioni di cubatura maggiore (1750 Veloce e 2000), e le supersportive GTA, versioni corsaiole e vincenti.

 

Le versioni della Junior

L'Alfa Romeo GT in versione 1.3 viene lanciata sul mercato nel 1966. Molto simile alla Giulia Sprint Gt, se ne differenzia esternamente solo per la calandra (la Junior ha una sola cromatura orizzontale), il disegno delle coppe ruote e la scritta posteriore. L’auto è sottoposta nel corso degli anni a continue migliorie. In particolare nel 1969 con frizione a comando idraulico, barra stabilizzatrice anche al retrotreno, limitatore di frenata sulle ruote posteriori, pneumatici più larghi 165x14 a richiesta (al posto dei 155x15), pannelli in materiale fonoassorbente per migliorare il comfort. All’interno si rinnova il cruscotto, ora con le due gobbe che inglobano il tachimetro ed il contagiri.

 

Nel 1971 si adottano gli aggiornamenti già introdotti nella versione 1750 GT che ringiovaniscono il modello: il frontale viene “allargato” spostando ai margini i due fanali e collocando gli indicatori di direzione sotto; altre modifiche sono il doppio circuito frenante, l’alternatore al posto della dinamo, la pedaliera incernierata in alto. E, particolare non trascurabile, scompare il tipico “scalino”, ovvero lo spazio fra il cofano motore e la lamiera della calandra.

 

Nel 1972 le due versioni 1300 e 1600 vengono unificate, entrambe sono denominate Junior e si distinguono solo per il motore di diversa cilindrata. Nel 1974 l’ultimo restyling, con nuova calandra a quattro fari e griglia ad elementi cromati come nella 2000. Una vettura sempre al passo con i tempi, apprezzata per la linea indovinata e l’ottima meccanica, da vera Alfa Romeo. L’Alfa Romeo GT 1300 Junior è una vettura bella e piacevole, tra le preferite dagli alfisti. La carrozzeria è la sua parte più delicata, può essere intaccata dalla ruggine. In fase d’acquisto è bene controllare i sottoporta e i passaruota, il fondo dell’abitacolo e il vano bagagli. La manutenzione non è particolarmente impegnativa, anche se proprio dalla puntualità con cui è fatta dipende la durata della meccanica. Il motore è robusto, se ben curato supera i 150.000 km senza inconvenienti. La reperibilità dei ricambi è ottima.

L’auto del servizio

La Gt 1300 Junior che abbiamo fotografato appartiene da 4 anni a Nicola Carlomagno di Busto Arsizio (VA). Si tratta di una “scalino” prima serie immatricolata nel giugno 1968. L’impianto frenante monta già il servofreno (assente prima del ‘67). Il volante è in legno a tre razze, non di serie ma una sostituzione frequente ai tempi (il proprietario ha anche quello in bachelite in garage). L’auto era in ottime condizioni al momento dell’acquisto, soltanto la pompa dei freni è stata rimpiazzata. “La parte più debole è la carrozzeria”

fa notare Nicola, che in caso di pioggia l’asciuga accuratamente prima di riporla in box. Sotto il motore spunta il paracoppa, accessorio after-market applicato dal precedente proprietario e che il nostro ha preferito mantenere “per proteggere la coppa dai moderni dossi.”

Come va su strada

Per Mario Lodola è un tuffo nel passato: nel 1967, appena nominato collaudatore in Alfa Romeo, fece parte di un team viaggiante per l’Europa a bordo proprio di una GT Junior 1300. L’Alfa Romeo promuoveva allora i suoi prodotti incontrando i clienti nelle concessionarie o presso gli importatori, per illustrare i modelli e le loro caratteristiche tecniche. Si facevano anche prove dimostrative con i collaudatori alla guida “per far vedere cosa si poteva fare con un’Alfa Romeo.”

 

Lodola (con il giubbotto rosso, nelle foto della gallery) si è soffermato a lungo a provare la GT Junior del servizio. Alla fine ci ha rilasciato le impressioni. “Il motore è brioso e vivace, dà soddisfazione. L’auto manifesta una sportività che all’epoca era ai vertici della cilindrata.” E ha aggiunto: “Era pensata per i giovani. Esteticamente è molto bella.” Lodola ha trovato un po’ alte le gomme di serie 155x15: “In curva si deformano molto di più di quelle di oggi, ma la tenuta di strada è comunque buona.” Un unico appunto alla fine dei test: “L’auto ha una deriva a destra.” L’inconveniente è facilmente eliminabile in officina “con il controllo e la ripresa degli angoli caratteristici.” Su richiesta del proprietario, al termine Lodola ha firmato il cofano posteriore della GT Junior a ricordo della prova.

Scheda tecnica

SCHEDA TECNICA ALFA ROMEO GT 1300 JUNIOR

Motore Anteriore longitudinale in lega leggera, 4 cilindri in linea, alesaggio 74 mm, corsa 75 mm, cilindrata 1290 cc, rapporto di compressione 9:1, potenza 103 CV (SAE) a 6000 giri, coppia 14 kgm (SAE) a 3200 giri Distribuzione bialbero in testa comandata da catena, due valvole per cilindro Alimentazione due carburatori doppio corpo orizzontali WEBER 40 DCOE 28, filtro aria a secco, pompa carburante meccanica Accensione a spinterogeno, candele Lodge 2HL, impianto elettrico 12 V, batteria 40 Ah (50 Ah dal 1971), dinamo 25 A (alternatore 35 A dal 1971) Lubrificazione forzata con filtro sul circuito, capacità carter 5,7 kg Raffreddamento ad acqua forzato, capacità circuito 7,5 litri

Trasmissione Trazione posteriore, frizione monodisco a secco (comando idraulico dal 1969), cambio a 5 marce sincronizzate + RM, rapporti: I 3,30:1, II 1,99:1, III 1,35:1, IV 1:1, V 0,86:1, al ponte: 9/41 Pneumatici: 155x15” (a richiesta dal 1969: 165x14)

Corpo vettura Coupé 2 porte, 4 posti, carrozzeria portante in lamiera d’acciaio Sospensioni: ant a ruote indipendenti, trapezi, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici idraulici, barra stabilizzatrice; post assale rigido, bracci longitudinali di spinta e reazione,  stabilizzatore a croce, molle elicoidali, ammortizzatori telescopici idraulici, barra stabilizzatrice dal 1969 Freni a disco (servofreno dall’ottobre 1967, limitatore di frenata al retrotreno dal 1969, doppio circuito dal 1971) Capacità serbatoio 46 litri

Dimensioni (in mm) e peso Passo 2.350 Carreggiate ant/post 1.324/1.274 Lunghezza 4.080 Larghezza 1.580 Altezza a veicolo scarico 1.328 Diametro di sterzata 10,7 m Peso in ordine di marcia kg 990, a pieno carico kg 1340

Prestazioni Velocità massima oltre 170 km/h, accelerazione 1 km 35 sec; ripresa 1 km da 40 km/h in IV: 35,9”

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