Si è chiuso il sipario sull’edizione 2017 del
Circuito di Pescara. Una manifestazione rievocativa, organizzata dall’
Old Motors Club d’Abruzzo presieduto dal giovane
Fabio Di Pasquale, che ha visto sfilare e competere
per 130 chilometri 45 splendidi modelli d’epoca. Il trionfatore è stato
Mauro Giansante, a bordo della sua
Ermini 1100 Sport del 1946.
Quello di Pescara è un evento che ogni anno tenta di raccontare, ma soprattutto far rivivere, quelle che erano le scene di un passato fatto di gloria. Pagine di storia che ancora oggi con nostalgia vengono ricordate da chi ha qualche capello bianco in più, da chi c’era in quelle foto in bianco e nero, da chi in questi giorni si è piazzato lungo le strade del Circuito ad ammirare le meraviglie giunte da ogni parte d’Italia con il loro rumore e con il loro profumo inconfondibile.
All’interno di un programma importante, fatto di tanti momenti unici ed eleganti, merita menzione
il ricordo e i saluti a Sir Stirling Moss, colui che esattamente
sessanta anni fa trionfò nell’unico Gp di Formula Uno corso a Pescara e che sarebbe dovuto essere il grande protagonista di questa edizione. Purtroppo le non buone condizioni di salute lo hanno tenuto lontano dalla manifestazione, ma i suoi saluti e il suo abbraccio sono giunti direttamente al pubblico e ai partecipanti dal giornalista inglese
Richard Williams, giornalista del The Guardian.
Di prestigio il Paddock allestito sulla centralissima Piazza Primo Maggio, a due passi dal mare, costantemente affollato da tanti appassionati in cerca di una foto o di un selfie con le protagoniste della scena. Tutte belle, tutte di gran prestigio, a formare una lunga fila (tutte categoria sport aperte fino al 1961) con a capo quella con il numero uno.
Emozionante veder arrivare, dalla lontana America, dopo ben 93 anni di assenza, l’
Alfa Romeo RL, la stessa con cui nel 1924 un certo Enzo Ferrari vinse la prima edizione della Coppa Acerbo. E altrettanto emozionante è stato anche il momento in cui, a pochi minuti dalla partenza del sabato mattina, la stessa è arrivata al monumento di Spoltore, eretto nel 2004 e raffigurante proprio il gioiello con il quadrifoglio, con il massimo esponente dell’Asi, Roberto Loi, pronto a omaggiare il driver e proprietario dell’auto con una corona d’alloro.