a cura della Redazione
02 September 2016

Dammi il “5”: un successo di immagine e cavalli

Sono passati 40 anni dal debutto del motore “dispari” di Audi. Contenimento di ingombri e peso furono i motivi della sua adozione, ma poi convinse anche per le prestazioni, grazie alle vittorie nei Rally ed a modelli di grande potenza.

Dammi il “5”: un successo di immagine e cavalli

Dai 136 CV del primo motore a cinque cilindri montato sull’Audi 100, ai 400 di quello usato sull’attuale TT RS, sono passati quarant’anni. Tanto lunga è la vita di un motore celebratissimo, sia su vetture stradali sia da competizione, sin dalla sua prima apparizione nel 1976: all’epoca era un 2,1 litri a iniezione elettronica, capace appunto di 136 CV. La scelta di questo frazionamento nasceva dall’esigenza di portare le Audi a un livello superiore, non soltanto tecnico ma anche di immagine: si pensò ai sei cilindri in linea, ma ingombri e peso consigliarono di fermarsi a cinque, aggiungendo in pratica un cilindro al quattro che dai primi anni Settanta era montato sulle “80” e “100”; le prime consegne delle Audi 100 5E furono nella primavera 1977. Nel 1978, poi, arrivò il primo cinque cilindri Diesel da 70 CV e nell’anno successivo l’unità a benzina guadagnò la prima turbina; con 170 CV e oltre 26 kgm di coppia era il motore giusto per l’Audi 200 5T.

 

L’Audi quattro

Una importante evoluzione arrivò con l’Audi quattro (o ur-quattro) del 1980: turbocompressore e trazione integrale permanente ne facevano una vettura dalle prestazioni elevatissime, forte dei suoi 200 CV. A bordo di questa vettura, nel 1983, il finlandese Hannu Mikkola vinse il titolo piloti nel Campionato Mondiale Rally. Nello stesso anno, Audi introdusse la “Sport quattro” con carreggiata allargata, e passo accorciato di 24 cm. Questa era spinta da un cinque cilindri in alluminio di nuova concezione, con testa a quattro valvole e 306 CV. Ciò faceva della Sport quattro l’auto più potente mai costruita da un’azienda tedesca per uso stradale. Lo stesso modello fece da base per la nuova vettura Gr. B, con motore a quattro valvole da 450-500 CV, per le stagioni ruggenti 1985-86.

 

L’evoluzione continua

Nel 1994, con la RS2, nasceva intorno al cinque cilindri benzina una nuova categoria di auto, quella delle station wagon sportive: carrozzeria Avant, un bel pacchetto tecnico e 315 CV erano la ricetta di questa strana (per l’epoca) vettura, progettata con un importante contributo di Porsche. Nello stesso anno, il cinque cilindri arrivava anche su vetture come Audi A4, prima di essere sostituiti con i sei cilindri. Nel 2009 il ritorno sulla TT RS, turbocompresso e con iniezione diretta di benzina per 340 CV. Sulla stessa auto del 2012 arrivava a 360 CV, oggi tocca la soglia dei 400. E, per ben sette volte consecutive a partire dall’edizione 2010, è stato eletto “Engine of the year”.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA