02 October 2015

Alfa Romeo, l' Alfetta 1.8 GT

Guidare un’Alfa Romeo, specialmente storica, è un’esperienza unica. Schiude un mondo che profuma di corse, di gloria, di passione. Prima o poi ....

INTRO

Guidare un’Alfa Romeo, specialmente storica, è un’esperienza unica. Schiude un mondo che profuma di corse, di gloria, di passione. Prima o poi un cuore sportivo deve provarla. In Daniele De Pietri Tonelli, proprietario dell’Alfa Romeo Alfetta GT che vi mostriamo, la passione è nata da bambino ed è cresciuta quando ha imparato a guidare. No, non a 18 anni come molti, ma quando è divenuto abbastanza alto da raggiungere i pedali e il padre, medico a Carpi e amico di un demolitore, lo lasciava scorrazzare in automobile per la proprietà attorno all’abitazione. Le malcapitate non erano auto qualsiasi, ma rigorosamente Alfa Romeo. Daniele le voleva così.

DEMOLITORE
Quando finiva di disfare una Giulia, il demolitore gli faceva recapitare una 1750 o un’altra Giulia e via così. Nel 1990, appena conseguita la patente, ha acquistato un’Alfa Romeo Montreal: “Aveva la mia età, 18 anni, ma era come nuova -racconta Danielefantastica, rosso arancio, con il motore 8V che suonava come un violino e il cambio ZF con la prima in basso, da corsa. A me le auto storiche piacciono così: perfettamente conservate o niente.

Con la Montreal arancio ho vinto un premio al primo Defilé d’Eleganza al quale ho partecipato, il ConcertArte sul lago di Garda. Me lo ha consegnato l’avv. Flaminio Valseriati, anche lui ha una Montreal.” La seconda Alfa Romeo storica di Daniele De Pietri è stata una Giulia Super “Biscione”, ma l’ha venduta nel 2006 per acquistare una Montreal colore oro. Entry level Intanto ereditava dallo zio una bianca GT 1300 Junior “unificata”. Non era messa male, ma per portarla al proprio standard di perfezione ha speso 18.000 Euro. Nel 2008 gli è capitata l’occasione di una Montreal blu medio: “Era ben conservata e targata Milano: il massimo!”. Con una o con l’altra delle tre Montreal ha vinto premi nei Concorsi d’Eleganza di Soliera e Salvarola, di nuovo sul Garda e dovunque si sia presentato. 

TECNICA

Non c’è dubbio, Daniele è un Alfista d.o.c., ma non è lui che ha cercato l’Alfetta GT, è lei che ha in qualche modo ha cercato lui. L’Alfetta GT è sofisticata per la classe di cilindrata: ha la trasmissione “transaxle” e il ponte De Dion, senza contare il leggendario bialbero, la linea di Giorgetto Giugiaro, le prestazioni e la tenuta di strada “da Alfa Romeo”. Nonostante i pregi, le quotazioni non sono elevate e il modello è ideale come “entry level” per gli appassionati che intendono avvicinarsi al magico mondo delle Alfa Romeo storiche senza spendere una fortuna. Il destino stava preparando per la gialla Alfetta GT una sorte di questo tipo.

12 ANNI
Doveva essere la prima Alfa Romeo dei giovani Silvia ed Emilio, già collezionisti di Lamborghini, ma le cose sono andate diversamente. Miracolata La storia inizia con l’immane tragedia del terremoto che ha devastato l’Emilia-Romagna nel maggio 2012. L’Alfetta GT era sotto un telo da uva da 12 anni, dimenticata nella rimessa di un fabbricato nel centro di Carpi, in provincia di Modena. La “miracolata”, possiamo proprio chiamala così, si è svelata in quel momento, emergendo integra da una cascata di polvere e calcinacci. Doveva però essere rimossa per dare luogo ai lavori di consolidamento della struttura. A questo punto il tecnico incaricato dei rilievi ha avvertito gli amici Silvia ed Emilio. Ne masticava poco di automobili, così ha riferito il modello come Alfa Romeo Boxer, come stava scritto sul lunotto. Era l’adesivo dell’officina che eseguì l’ultimo tagliando, ma questo Silvia ed Emilio non lo sapevano. Pensando che sotto la polvere ci fosse un’Alfasud, hanno girato l’informazione all’amico Daniele. 

In lui il cuore alfista batte forte e non ha resistito al richiamo. “Quando ho visto quell’Alfetta GT prima serie giallo Piper con i sedili in panno blu Caravelle è stato amore a prima vista: il contachilometri segnava 22.000, la vernice era la sua senza un graffio, le gomme quelle d’origine con l’80% del battistrada”. Cera Nel cassetto portaguanti c’erano il libretto delle istruzioni e quello dei tagliandi, la seconda coppia di chiavi con il portachiavi originale del concessionario dell’epoca, come il porta-documenti, la brochure di presentazione, il porta-bollo e il disco orario. Gli attrezzi erano in- tonsi in una sacca incellofanata.

Da un esame più approfondito Daniele ha verificato che in molti punti c’era ancora la cera protettiva spruzzata in origine e che sotto la cera, nei bulloni brillava ancora la zincatura. Non ha perso tempo, ha firmato l’assegno e poco dopo è tornato a ritirare la vettura. "L’ho portata dove si merita: l’officina Pietro Ferraresi, autorizzata Alfa Romeo a Carpi dal 1960. Ho fatto revisionare i freni, la pompa dell’acqua e lo spinterogeno; ho fatto sostituire i liquidi, i filtri, tutte le tubazioni e i manicotti di gomma, le candele e i relativi cavi, infine ho fatto regolare i carburatori. Di alcuni lavori non c’era bisogno, ma la sicurezza e l’affidabilità sono valori Alfa Romeo che vanno protetti. Alla fine ho speso 2.000 Euro. A questi bisogna aggiungere i 1.500 Euro che ho speso per la carrozzeria. Sarebbe bastata una lucidata e via, invece ho fatto smontare i profili, lo spoiler, i fanali, gli stemmi, le targhe e le guarnizioni per portare al primitivo splendore anche le zone dove il tampone non sarebbe arrivato. Ho fatto riverniciare i cerchi, ma solo perchè all’interno la polvere dei freni li aveva anneriti”. Felina Tirando le somme, Daniele ha speso 7.300 Euro, una cifra un po’ superiore alle valutazioni delle riviste, ma sicuramente la soddisfazione di mostrare agli amici alfisti un’auto così vale la spesa fino all’ultimo centesimo. È un piacere anche per loro. 

 

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