Sostituire un mito come la Fiat 500 sarebbe stato difficile per qualsiasi automobile. Ma la 126 c’è riuscita, nonostante un abbrivio un po’ tiepido. E poi è durata un bel po’: dal novembre 1972, quando fu presentata al Salone di Torino, al 1992 (sostituita dalla... “Cinquecento”). La 126 è stata apprezzata come vettura cittadina, pratica da parcheggiare e da usare, gradita per i bassi costi di acquisto e manutenzione. Fabbricata in Italia negli stabilimenti di Cassino, Termini Imerese e Desio, ben presto (dal ’75) cominciò ad essere costruita anche in Polonia, dove riscosse una grande popolarità, assumendo un ruolo di primo piano nella motorizzazione di massa del Paese. Parallelamente anche la produzione della vettura si spostava sempre più laggiù, negli stabilimenti della FSM, e dal luglio del ’79 cessava quasi del tutto la fabbricazione in Italia. Così, per averla in Italia, bisognava importarla.
5 MILIONI IN 28 ANNI
Nonostante l’uscita dai mercati occidentali dopo il 1992, in Polonia si è continuato a produrre la 126 fino al novembre del 2000. In 28 anni ne sono state fabbricate ben 5 milioni e 600mila, di cui la minor parte, circa 1.353.000 in Italia. Tradizione e innovazione La 126 riprende lo schema meccanico della Fiat 500: è mossa dal classico e robusto bicilindrico raffreddato ad aria e collocato al posteriore; il motore in versione 598 cc (sigla 126 A.000) ha 23 CV-DIN (5 CV in più rispetto alla 500 R, con uguale cilindrata). La novità è nella linea: dalla tonda 500 si passa a una carrozzeria tesa e squadrata, in perfetto stile anni ’70.
Si guadagna in abitabilità, a dimensioni esterne quasi invariate (la 126 è solo di qualche cm più lunga e larga della 500). La Fiat 126 era un’auto funzionale, senza tanti fronzoli. Ma con una certa attenzione alla sicurezza: è dotata di doppio circuito frenante, il piantone dello sterzo è snodato in tre tronconi, il cofano si apre controvento, il serbatoio carburante è spostato sotto il sedile posteriore, nel motore c’è un dispositivo di sicurezza che raccoglie e scarica all’esterno i gas di combustione in caso di guasto della guarnizione della testa, la carrozzeria è a struttura differenziata con abitacolo rinforzato per migliorare la resistenza in caso di urto.
VERSO IL "BIS"
Possiamo distinguere almeno cinque serie di Fiat 126 vendute in Italia e nei paesi occidentali (escludendo le versioni speciali costruite dai carrozzieri, i modelli derivati messi sul mercato da Case quali Seat e Zastava e gli esemplari destinati al mercato polacco come la 126 Maluch). La prima serie (1972- 1975) è la più caratteristica, poco alla volta prende il testimone dalla Fiat 500 R, che conclude la carriera nel 1975. La seconda serie (1976-1982) prevede tre allestimenti: “economica” o base, “Personal” (ha qualche aggiornamento come i paraurti e i fascioni laterali in plastica, il divanetto posteriore asportabile e tasche laterali portaoggetti sui passaruota), Personal 4 (divanetto posteriore più largo).
Dal luglio 1977 il motore aumenta di cilindrata a 652 cc (il codice moto-re cambia in 126 A.1000) e sale di poco la potenza (24 CV-DIN). Nel ’78 arrivano le versioni speciali “Black” e “Silver”, con finiture particolari come i poggiatesta, poi sostituite dalle “Brown” e “Red”. Dal 1979 tutte le 126 sono costruite in Polonia dalla FSM (stabilimenti di Bielsko Biala e Tychy). La terza serie (1983-1985) vede un unico allestimento e dal 1984 la scritta diventa “Fiat 126 made by FSM” per identificare il luogo di origine. La quarta serie (1985-1987) subisce un restyling ed il nome diventa 126 by FSM, detta anche “FSM”.