10 April 2015

Un anno... con la Beta!

Buona per casa-scuola-lavoro e fine settimana: la prima auto del padre di famiglia. Cosa meglio di una Lancia? Una stupenda Beta berlina 1600...

RICERCA

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita…” Eccomi effettivamente impegolato ed affannato ad annaspare nei gironi danteschi degli annunci cartacei e on-line nell’affannosa ricerca dell’auto definitiva. Dall’esterno giungono segnali e consigli perlomeno inquietanti, l’età della ragione dovrebbe esser giunta e l’aver messo su famiglia comporta ormai obblighi e doveri irrevocabili. Finora ho resistito stoicamente:dopo aver sostituito la mia prima auto (una croccante Alfasud 1300 blu ereditata dal nonno) con una fantastica Rover Mini Cooper compagna di mille avventure e tuttora nel mio garage, l’ho affiancata, ormai dieci anni fa, con una moderna Land Rover 90 Td5… (oddio, moderna è una parolona: all’anagrafe è giovane ma le sensazioni di guida sono arcaiche). Per completare il quadro famigliare ho convinto mia moglie a guidare come unica auto una Dyane del 1979… sembra che sia arrivato il momento di mettere la testa a posto.

Da ogni fronte mi assalgono: “Devi comprarti un’auto nuova!” “Pensa alla famiglia!” “La sicurezza! L’affidabilità! La comodità! Non puoi più permetterti di rischiare!” Mi manca l’aria, mi sento male, il pensiero di tutta quell’elettronica e quella plastica mi provocano istantaneamente un’eruzione cutanea; la noia e la depressione sono in agguato. No! Non può finire così! Ci dev’essere una soluzione... Non voglio passare il resto dei miei giorni a cercare la mia grigia elettrodomesticauto nel parcheggio del supermercato senza riuscire a distinguerla da tutte le altre! No grazie, scelgo la vita. Ragiono, mi affanno, mi spremo le meningi ma sembra che non ci sia soluzione: il Land ha solo tre posti e la Mini è effettivamente poco adatta a una famiglia di quattro persone. Devo capitolare. Piuttosto, ricapitolando: mi servono quattro posti comodi, un bel bagagliaio, cinture di sicurezza, buoni freni, motore brillante, carrozzeria chiusa, affidabilità. Bene, magari un’auto anni ‘60 potrebbe essere inadatta, ma una anni ‘70, o ancora meglio primi ‘80, sarebbe perfetta! Sono esaltatissimo e mi congratulo con me stesso, ho trovato la soluzione, sarà una “nuovissima” auto storica! La luce Ed è così che mi getto su cataloghi e prove su strada fino a notte fonda; scovare l’auto giusta per la famiglia è mica una cosa da prendere alla leggera! La scelta non è facile, anzi si dimostra alquanto impegnativa grazie anche alla sterminata quantità di modelli disponibili, altro che listini del nuovo; prendo in considerazione di tutto e spulcio centinaia di annunci.

GALVANIZZATO
Ogni sera mi ritrovo galvanizzato e affannato in quella che sembra una ricerca senza fine: ogni volta mi sembra di aver trovato l’uovo di Colombo e ogni volta devo ricredermi. Dalle stelle alle stalle per quasi un anno, perso in una vorticosa girandola di modelli che sembra non avere fine: Ritmo, 132, 131, Alfasud, Giulietta, Hpe, Beta, Peugeot 504, Regata, Thema, Renault 16, Croma… Oramai sono un asociale, un alienato; la mia serata tipo trascorre almeno fino all’una di notte di fronte al PC dopo aver impostato su uno dei tanti siti di annunci i criteri di ricerca ideali: spesa massima 3000 euro, anno antecedente al 1985. La scelta è sterminata… Poi, di botto, vedo la luce! Folgorato da una pazzesca e sfavillante Beta berlina 1600 terza serie del 1981 azzurro metallizzato propongo uno scambio con la Dyane di mia moglie e il commerciante, che chiede 3000 euro, accetta. È fatta! Vengo catapultato nel segmento F (vetture di lusso)…

Perdinci, d’altronde sono pur sempre uno stimato professionista! Tappetini in gomma azzurri, interni in Panno Zegna, il famosissimo cruscotto “gruviera” disegnato dall’architetto Bellini e, per finire, l’impianto a gas; mi sento arrivato! Devo solo più dimostrare agli scettici che usare l’auto d’epoca tutti i dì non solo è possibile ma è caldamente consigliato. Con un tempismo degno del peggior comico d’avanspettacolo, esattamente 19 giorni dopo l’acquisto, l’assessore alla viabilità di Torino vieta l’utilizzo delle auto euro zero a Gpl… per divertirmi lo scovo su Facebook e garbatamente gli domando se ha intenzione di accompagnarmi lui al lavoro il giorno dopo. La risposta, educata e in puro stile politichese, non porta naturalmente da nessuna parte; risolvo brillantemente il problema ignorando semplicemente il divieto. Tanto, ormai, si sa… sono un ribaldo! La Betona va a meraviglia e l’unico intervento importante è la sostituzione di un cuscinetto ruota anteriore dopo circa 4000 km di ululati intermittenti.

 

COMODA

Per dimostrare la poliedricità del vetusto mezzo e la mia tesi riguardo l’utilizzo dell’auto d’epoca tutti i giorni e senza paura alcuna, sottopongo la Lancia a un vero e proprio test di fatica della durata di un anno. Le 4 porte e le cinture posteriori si rivelano l’ideale per la “transumanza” bimbi, sia per le gite fuori porta sia per accompagnarli all’asilo.

È esilarante sentire il proprio figlio di 4 anni vantarsi senza ritegno con gli amichetti dell’asilo: “Lo sapete che mio papà si è appena comprato la macchina nuova?!”. E in effetti, per un certo verso, ha anche ragione. Naturalmente l’utilizzo di una tale eccellente vettura non può essere limitato al solo carico della spesa o al fine settimana al mare; infatti, si rivela perfetta anche per sportarmi al lavoro e scorrazzare i clienti più importanti dentro un ovattato ambiente di esclusiva eleganza. Oltretutto riscuote un enorme successo alle più blasonate cene di lavoro, dove fa sfigurare le tristi ed asetticamente noiose berlinone tedesche.

COMODA
Per testarla a fondo come auto aziendale decido di utilizzarla per uno dei miei frequenti viaggi di lavoro nel sud Italia. In una settimana percorriamo lo Stivale in lungo ed in largo: Torino- Napoli-Atripalda-Napoli-Pomigliano- Termoli-Melfi-Foggia- Termoli-Sulmona-Porto Recanati- Torino. E così la Beta si rivela comodissima anche come incrociatore autostradale percorrendo, senza il minimo problema, 3000 km in 7 giorni! Purtroppo è tristemente incredibile notare quanta gente mi abbia detto: “3000 km in una settimana con una storica?!?...io non li ho fatti in 15 anni…” E usatele queste vecchiette, sennò non compratele!

Ritornati freschi e riposati dalla scorribanda sudista io e la “Betona”, giusto per non farci mancare nulla, ci lanciamo in pista! Raduno di Automobilismo d’Epoca a Balocco: scarico i bagagli, passo dal Gpl a benzina per avere più potenza, extra gonfiatina alle gomme, nastro adesivo sui fari e via! Per dimostrare che anche in condizioni estreme la Beta si dimostra sicura, sincera e ben piantata sulle gomme. Nell’arco di un anno ho percorso più di 10.000 km, divertenti e mai noiosi… E voi, cosa aspettate?!? Certo, ASI e ora anche ACI affermano: le auto vecchie (chiamiamole così per evitare ogni discussione) vanno usate poco e assolutamente non tutti i giorni… È proprio vero, per divertirsi, in Italia, bisogna essere un po’ ribaldi!

DUE “RESTYLING”, TRE SERIE
La Beta berlina vede la luce nel 1972 disegnata da Giampaolo Boano figlio di Felice Mario. Trazione anteriore, cambio a cinque rapporti, sospensioni anteriori e posteriori di tipo McPherson con le posteriori dotate di sottili bracci sdoppiati (una soluzione raffinata “made in Lancia”) e impianto frenante a quattro dischi “Superduplex” (brevetto Lancia) sono le caratteristiche tecniche salienti. Alla presentazione sono disponibili tre motorizzazioni bialbero (1438cc da 90 CV, 1592 cc da 100 CV e 1756 cc da 110 CV) e due allestimenti (standard e LX, quest’ultimo abbinabile alle sole versioni di 1,6 e 1,8 litri). Nel 1975 la Beta è sottoposta a un restyling concepito in collaborazione con Pininfarina.

Un’altra “rinfrescata” arriva nel 1979: frontale ridisegnato, nuovi fari rettangolari, indicatori di direzione spostati ai lati dei gruppi ottici principali e mascherina simile a quello della Delta. La fiancata beneficia di un profilo in gomma più spesso (sempre con bordo cromato) e di gocciolatoi allungati nella parte finale, mentre in coda torna la disposizione dei gruppi ottici della prima serie. A completamento del lifting estetico si adottano nuovi paraurti (sempre in metallo con protezione perimetrale in gomma) più spessi e avvolgenti.

Anche gli interni godono di una rinfrscata, realizzata in collaborazione con l’architetto Mario Bellini, con soluzioni assolutamente originali. La plancia -a totale sviluppo verticale- soprannominata “gruviera” è caratterizzata da una decina di incavi rotondi, dei veri e propri “buchi”, che ospitano singolarmente gli indicatori, i comandi del climatizzatore, spie e pulsanti per i comandi secondari. L’insieme è sconcertante, ma assolutamente.... scenografico e non privo di uno studio ergonomico. Sullo stesso stile, vengono ridisegnate le sellerie, il volante, i pannelli porta (con la maniglia d’apertura nascosta). La Beta berlina è uscita dal listino nel 1981, sostituita dalla Prisma.

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