Forghieri, Reutemann e Lauda: il 1977 della Ferrari F1

Da un documentario sulla stagione di corse Fiat, due interessantissimi dialoghi tra il direttore tecnico di Maranello e i suoi due piloti nella stagione post-Nurbürgring

Forghieri, Reutemann e Lauda: il 1977 della Ferrari F1

1977: sessione di prove di F1 su un non meglio identificato circuito britannico (probabilmente Silverstone), inquadratura nella pit lane in prossimità del box Ferrari. Si ferma la 312 T2 condotta da Carlos Reutemann, Mauro Forghieri si siede sulla fiancata: “Solito problema -dice al pilota argentino-: perché non riesci a ripetere il tempo delle prove?”. S’intuisce la risposta di “Lole”, seppure quasi bisbigliata nel frastuono dei motori: “Ho meno grip”. Non si capisce se intenda dire che ne ha meno la macchina o il circuito, sta di fatto che “Furia” subito lo smaschera dicendogli che i rivali, primo fra tutti il suo compagno di team, stanno confermando i loro tempi. Poi si rende conto che forse è stato troppo impulsivo e lo tranquillizza chiedendogli se vuole delle modifiche, anzi gliene suggerisce, visto che Reutemann, non pare avere le idee chiare: “Il centro di rollio”, fa a Forghieri; risposta: “Torniamo indietro? Guarda che l’avevi cambiato tu, comunque se vuoi non c’è problema”; e intanto comanda ai meccanici modifiche alle ali e suggerisce al pilota di usare un nuovo alettone. Il tutto basandosi sull’esperienza, niente computer, niente aerodinamici, soltanto il fido Antonio Tomaini a seguirlo prendendo nota di tutto, e il ds Sante Ghedini a dare manforte.

Reutemann riparte. Le immagini si spostano su Niki Lauda che torna ai box. Forghieri si avventa sulla macchina, insieme a Tomaini, Ghedini e il fido capo meccanico di Lauda, Ermanno Cuoghi. Quattro parole, due indicazioni, domande e risposte sono rapide, si misurano le temperature delle gomme. Forghieri commenta brevemente con Tomaini, purtroppo non si capiscono le esatte parole ma si intuisce che il tecnico è soddisfatto e Lauda è tranquillo, non ha problemi. L’austriaco sa il fatto suo.

È uno spezzone del documentario inglese “L’affascinante mondo del motor-sport”,che ci restituisce un periodo in cui la F1 era ancora improvvisazione, esperienza, la telemetria non esisteva e personaggi geniali come Forghieri dovevano far fronte a tutto: progettazione in fabbrica, gestione in pista, relazioni anche psicologiche con i piloti. “Lole” Reutemann conferma la fama di pilota “tormentato e tormentoso”, seppure molto veloce nei giorni buoni, che fatica a prendere la direzione tecnica delle sue prove. Tutto il contrario Lauda, che ha evidentemente deciso cosa vuole fare e così dirige anche il lavoro della squadra, con evidente sollievo del suo tecnico. Si può intuire da queste poche immagini cosa avesse significato, per la squadra di Forghieri, a fine di quello stesso 1977 ritrovarsi all’improvviso con Reutemann come pilota esperto e, al posto di Lauda, il canadese Gilles Vileneuve che arrivava preceduto dalla fama di asso delle motoslitte.

Quell'anno Lauda vinse poi il titolo mondiale con 72 punti grazie a tre vittorie e ben sei secondi posti e un terzo nei quindici GP disputati, prima di abbandonare la Ferrari e lasciare l'abitacolo a Gilles Villeneuve; Reutemann si piazzò invece quarto, con una vittoria in Brasile e cinque podi. La ferrari vinse anche il titolo Costruttori, grazie all'affidabilità della macchina, meno veloce ma ben più affidabile della Wolf di Jody Scheckter (2°) e della Lotus di Mario Andretti, terzo pur vincendo, unico nell'anno, ben 4 GP.

È uno spezzone del documentario prodotto da Fiat, “L’affascinante mondo del motor-sport”, del 1977, che racconta quello che all’epoca, quando la TV non aveva ancora invaso le case come oggi, era un mondo frequentatissimo dagli appassionati. Quasi le corse fossero un anelito di libertà, di essere se stessi, di vivere all’aria aperta in compagnia, pur tra i disagi, a volte, di seguire le gare sul campo, specie i rally, di cui il Gruppo Fiat all’epoca era protagonista assoluto.

Un mondo delle corse, quello di 38 anni fa, completamente diverso da oggi, come si intuisce fin dall’inizio, con un Lauda, evidentemente già interessato all’aviazione, che commenta le evoluzioni di un aereo da acrobazia spiegandole a Stirling Moss e alla soubrette Sidney Rome.

Nel resto del documentario, di cui vi proponiamo anche la versione integrale di 45 minuti, imperdibili immagini dal mondo dei rally, protagonisti tra gli altri Munari, Audetto, Andruet con la stupenda “Biche” , il pubblico e il Turini.

 

 

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