Il design che si fa industria: il Gruppo PSA al Salone di Padova

Tutti i marchi del Gruppo presenti ad Auto e Moto d’Epoca. Citroën e DS ricordano gli anni in cui il design industriale era una forma d’arte, con 2CV, Mehari e le Déesse. Peugeot punta su cabrio e prestazioni

Il design che si fa industria: il Gruppo PSA al Salone di Padova

Ad Auto e Moto d’Epoca a Padova, in programma dal 20 al 23 Ottobre prossimi, un grande spazio avrà come sempre il Gruppo PSA, uno dei più attivi sotto il profilo della valorizzazione del proprio “heritage”.

Vediamo, divise per Marchio, le presenze nei singoli stand.

 

Citroën: osare per statuto

Protagoniste nello spazio del Double Chevron le raffreddate ad aria, in particolare l’immarcescibile 2CV di cui sarà ripercorsa la storia. Presente la 2CV “Soleil”, realizzazione postuma (rispetto al modello, non all’ideatore) dell’estro di Serge Gevin, che decorò una vettura secondo il suo gusto ma senza che fosse mai in realtà realizzata. Ci ha pensato Citroën Italia, nel 2015, a dare concretezza a quanto era rimasto nella mente dell’artista, che la concepì nel 1982. Come dice il nome, la vettura si ispira al mare e al sole, quindi all’estate, e per questo i colori dominanti sono il giallo e il bianco. La filiale italiana ha preso una 2CV Club malmessa e, restaurandola, le ha dato le fattezze della “Soleil”.

Auto estiva per antonomasia è anche la Mehari, che della 2CV riprende telaio e meccanica, oltre al nome di una razza di dromedari. La vettura che per tanti è stata “l’auto della casa al mare”, ha la particolarità della carrozzeria in acrilonitrile butadiene stirene; in una parola: plastica. L’idea fu di Roland de la Poype, che immaginò un automobile che era anche un piccolo fuoristrada e un’opera d’arte,. In un periodo in cui il design industriale si stava affermando come tale proprio grazie alle qualità di modellabilità del nuovo materiale.

 

DS, ritorno al futuro

Parlare di DS, modello divenuto Marchio, dal punto di vista dell’heritage, è un gioco di parole. La “Déesse” è una delle auto d’epoca per antonomasia, eppure oggi in PSA usano questo nome così breve per progetti che hanno a che fare soprattutto con il futuro. Come dire, il Dna è quello, ma la realtà è tutt’altra. Il codice genetico però resta e, per questo, non possono mancare allo stand la DS 19, la prima del 1959, pura come uscita dalle mani dello scultore Flaminio Bertoni (altro esempio di opera d’arte, dunque, e di design che si fa industria); e la DS 23 Pallas, la più sofisticata, potente e lussuosa delle “squalo”. Ardita la combinazione cromatica della “19”: carrozzeria di colore Rouge Esterel abbinata al tetto Aubergine e i cerchi di colore azzurro, mentre gli interni sono di color verde acqua. Si tratta di una dimostrazione concreta delle molteplici possibilità di personalizzazione offerte dalla DS19 fin dall’inizio della sua commercializzazione, con la disponibilità di colori senza dubbio affascinanti nella loro forza, come il verde mela o il giallo Champagne, ma difficili da “portare” con eleganza per ogni altra autovettura. Il particolare punto di rosso della vettura deve il suo nome allo stilista Jacques Esterel, l’eclettico protagonista della moda francese degli anni ‘50 e ‘60 che vestì, tra le altre, anche Brigitte Bardot. Per la realizzazione dei cataloghi della DS, lo stilista confezionò una serie di abiti utilizzando i tessuti dei rivestimenti interni della vettura e fotografò giovani modelle così abbigliate in posa accanto ad una portiera posteriore della DS19. Con queste meravigliose immagini, i cataloghi mostravano così alcune tra le innumerevoli combinazioni possibili tra le tinte dei rivestimenti interni, della carrozzeria e del tetto dell’ammiraglia francese. Come allora, ancora oggi la personalizzazione fa parte del DNA del Marchio DS.

Ma non basta, perché sarà esposta anche una rarissima DS21 Chapron Prstige Pallas del 1966: disponibile dal 1959, la finizione “Prestige” comprendeva un pannello di separazione tra il compartimento posteriore e quello anteriore e, per la prima volta su un’automobile, il radiotelefono di serie. La vettura esposta è una DS21 Prestige allestita dalla carrozzeria Henri Chapron per un importante cliente che chiese di abbinare alla già lussuosa finitura Pallas (disponibile dal 1964) una serie di accessori esclusivi realizzati da artigiani ebanisti, come i due tavolini estraibili a disposizione dei passeggeri posteriori o lo speciale tetto apribile elettrico che arricchisce il compartimento posteriore.

 

Peugeot: CV e vento nei capelli

Ricordando che una volta le automobili erano tutte scoperte, il Leone di Sochaux ci ricorda che le coupé-cabrio erano nel suo listino già negli anni ’30: la 402 Eclipse, in mostra allo stand padovano, con tetto metallico a scomparsa, è del 1935. D’altra parte Peugeot è sempre stata molto sensibile al tema della guida all’aria aperta, e allo stand padovano tutto questo emergerà con forza, grazie alla presenza di due 205 cabrio sportive: la CTI del 1986 e la CTI Guttmann, dotata addirittura del 1.9 da 130 CV a cui lo specialista tuner tedesco applicò la sua “cura” consistente in una testa a 16 valvole che incrementava la potenza a ben 160 CV.

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