di Michele Di Mauro
12 October 2015

Il Dieselgate e le bistrattate “ventennali”

Piccolo ragionamento sulla questione delle emissioni “truccate” in riferimento alla crociata d’opinione contro le auto ventennali

Il Dieselgate e le bistrattate “ventennali”

Solo un anno fa il presidente dell’Automobile Club d'Italia, Angelo Sticchi Damiani, giustificava la sua volontà di “stringere” sui benefici alle auto ventennali ricordando che una vettura diesel euro 1 rilascia 27 volte il quantitativo di polveri sottili di una moderna euro 5.

Oggi, in seguito al clamore suscitato dal recente “dieselgate”, partito dai TDi Volkswagen e probabilmente destinato a contagiare anche altri costruttori, le parole di Sticchi Damiani suonano in qualche modo beffarde.

Mentre gli appassionati e le riviste di settore tendono giustamente a fare le dovute differenze tra l’uso e la manutenzione di un’auto storica rispetto a una moderna, i media “generalisti” gridano allo scandalo e spesso chiedono di rottamare tutte le auto vecchie o quasi, rischiando di innescare l’ennesimo provvedimento capestro, penalizzante per tutti e a beneficio probabilmente di nessuno.

A tal proposito, partiamo da alcuni assunti.

1.    Un’auto storica utilizzata come tale percorre in media 1.500/2.000 km l’anno, contro i 15.000 di una moderna.

2.    Il proprietario di auto storiche è generalmente più attento alla manutenzione, e tende ad evitare situazioni di stress per sé e l’auto, quali traffico intenso e centri urbani, in cui si concentra l’inquinamento atmosferico maggiore.

3.    La percentuale di veicoli storici è minima rispetto al parco circolante complessivo.

4.    Nessuno è a favore del peggioramento della qualità dell’aria, neanche il collezionista più sfegatato.

5.    L’auto storica genera un indotto specifico corposo e specializzato, spesso in grado di dare lustro al nostro paese che è tra i primi al mondo per qualità delle lavorazioni e dei restauri.

Detto questo, viene spontanea una domanda, volutamente provocatoria: chi fa peggio al paese e all’ambiente, il collezionista che la domenica fa un giro fuori porta con la sua storica, anche se è un’utilitaria anni ‘80 di poco valore, o l’automobilista che, inconsapevolmente e sia ben chiaro per necessità, tutti i giorni sta un paio d’ore in coda, col suo bel diesel nuovo con le emissioni truccate?

© RIPRODUZIONE RISERVATA