Il miliardo e la libreria

Una riflessione che parte dalle aste, passando per il valore della storia dell’automobile, fino a quella libreria nell’Autodromo di Monza che ha chiuso i battenti. Peccato, davvero

Il miliardo e la libreria

Il miliardo del titolo è la cifra, leggermente per difetto, raggiunta dal fatturato totale delle aste automobilistiche 2014-15. E nemmeno tutte le aste: il conto prende in considerazione soltanto le più importanti. Il dato è preso dall’autorevole pubblicazione “Classic Car Auction Yearbook” che ogni anno fa il resoconto dell’attività delle principali case d’aste internazionali. È una cifra che, con la forza di un simbolo, afferma quanto sia divenuto importante il mercato della storia dell’automobile. Perchè qui di questo si parla: del valore della storia. Vogliamo allacciarci a questo concetto per dire “peccato”. Saltando di palo in frasca, ma fino a un certo punto. Peccato che a fine 2015 ha chiuso la Libreria dell’Autodromo di Monza. Un luogo di culto e di passione, perfino di ritrovo, che sparisce per le difficoltà del luogo che la ospitava a mantenersi. La sofferenza della libreria infatti è figlia anche della sofferenza dell’impianto brianzolo. Pare scongiurata la perdita del Gran Premio di Formula 1, a cui tutti da quelle parti si attaccano come se fosse la lupa per Romolo e Remo. Ma la Formula 1 non basta, non basterà. Abbiamo fatto un salto di palo in frasca, ma nemmeno poi tanto. Ci chiediamo: se una parte, pur cospicua, di storia dell’automobile, vale un miliardo, perché un Autodromo come quello di Monza, che la storia dell’automobile l’ha fatta, non riesce a mettere a frutto la sua, di storia? La sua libreria negli anni è stata un punto di riferimento per gli appassionati di corse e di sport. Si andava li a comprare libri perché era più bello farlo in Autodromo, dove si respiravano le corse, che in una libreria in città. Adesso non è più così. “Adesso non c’è più passione per le corse”, ci siamo sentiti dire anche pochi giorni fa in occasione del “Monza Rally Show”, da un aficionado addetto ai lavori. Forse è così. Forse non c’è più passione per le corse e non c’è più passione per i libri. Ma da quello che si vede all’estero, ci sembra che la passione che manca non sia quella del pubblico, bensì quella del lavoro nell’organizzare le corse e la vita di un Autodromo.

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