L’Alfa Romeo 164 ProCar esposta ad Arese nei 40 anni del Museo

Nell’ambito dei festeggiamenti, la berlina da 600 CV sarà visibile al pubblico nel Motor Village della struttura. Cofani aperti per le auto esposte nel Museo

L’Alfa Romeo 164 ProCar esposta ad Arese nei 40 anni del Museo

Domenica prossima, 18 Dicembre, il Motor Village di Arese (MI) ospiterà il prototipo progettato e costruito ad hoc per gareggiare nel Campionato Mondiale FIA Pro Car (Production Car): l’Alfa Romeo 164 ProCar del 1988. La vettura, famosa per il telaio in fibra di carbonio, sarà esposta nello show-room del marchio del Biscione.

L’iniziativa si inserisce all’interno della più ampia cornice di festeggiamenti organizzati per il 40° compleanno del Museo Storico Alfa Romeo che, in quello stesso giorno, si presenterà al pubblico con una veste inedita: i cofani delle vetture saranno aperti per poter ammirare non soltanto le carrozzerie, ma anche i motori delle automobili esposte.

L’Alfa Romeo 164 ProCar unisce alla “silhouette” della 164 (progetto che nel 2017 compirà trent’anni) il motore V10 da F1 (600 CV), e il telaio in alluminio, Nomex e fibra di carbonio, secondo la tecnologia in auge in quegli anni in F1. Due “gusci” in composito formano la carrozzeria.

La vettura fu costruita in due esemplari: nel settembre 1988 a Balocco ne scese in pista uno guidato da Giorgio Francia: 9,7’’ per percorrere i 400 metri con partenza da fermo, al km il cronometro si fermò a 17,5’’, per una velocità massima di circa 340 km/h. Pochi giorni dopo, Riccardo Patrese avrebbe reso noti i risultati con un giro di pista a Monza prima del GP d’Italia, in “mondovisione”.

Il campionato, voluto da Bernie Ecclestone nell’ambito della “guerra” con Le Mans, per fare concorrenza a quest’ultima e al mondiale Marche, avrebbe previsto scenografiche gare di F1 vestite da berline “di tutti i giorni”; la mancanza di iscritti ne decretò la fine prima ancora di cominciare. In questo modo la 164 progettata dall’Alfa Romeo (unica Casa a credere nel campionato, anche perché aveva già pronto il motore che avrebbe dovuto equipaggiare la Ligier nella massima serie) è diventata una specie di mito.

L’esposizione ad Arese diventa dunque una delle rarissime occasioni di vederla dal vero.

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