di Luca Gastaldi
15 February 2018

La festa dei designer: al Mauto Ercole Spada premiato con la Matita d’Oro

In una serata di gala a Torino, in cui sono stati premiati anche altri “grandi” dell’auto
come Fioravanti, Gandini e Giugiaro. Riconoscimento alla memoria per Tom Tjaarda
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Davvero una bella iniziativa, quella lanciata lo scorso anno dal Museo dell’Automobile di Torino per celebrare i car designer che hanno lasciato un segno indelebile negli annali della creazione automobilistica, determinandone cambiamenti e orientamenti presenti e futuri, ciascuno con la propria sensibilità e formazione. La prima edizione del premio era andata a Giorgetto Giugiaro, quest’anno è stato il turno di un altro stilista le cui realizzazioni rimarranno per sempre capisaldi dell’automotive: parliamo del milanese Ercole Spada, “Mister Coda Tronca”. Una “Matita d’Oro” che, alla fine del 1960, a soli 22 anni, aveva già disegnato per Zagato una Bristol, un’Aston Martin e una Osca 1600… Niente male per un “ragazzo di bottega” che aveva iniziato a disegnare automobili sui banchi di scuola.
Il suo tratto distintivo è senz’altro quello della “coda tronca”, un’intuizione aerodinamica applicata per la prima volta sull’Alfa Romeo Giulietta, firmata da Zagato per contrastare le prestazioni sportive delle più veloci Lotus Elite: “All’epoca non si parlava ancora di galleria del vento -ci ha ricordato Spada- le prove si facevano su strada, cronometro alla mano, sperimentando soluzioni a volte empiriche. Rimasi allibito quando provammo la Giulietta con la coda tagliata, perché in quella configurazione aveva recuperato 20 km/h in più di velocità massima rispetto alla normale versione. Quella fu sicuramente la prima svolta della mia carriera, un’esperienza pregnante per me, che ha caratterizzato tutte le mie successive realizzazioni, anche per le auto di serie”.

Classe di ferro
Stando agli ospiti presenti, e premiati, durante la serata “Matita d’Oro” al Mauto, quella del 1938 pare proprio una classe di ferro. Tutti coetanei, infatti, i grandi car designer come i già citati Giorgetto Giugiaro ed Ercole Spada che, insieme a Leonardo Fioravanti e Marcello Gandini (anche loro sotto i riflettori del museo, intervistati dal dissacrante show-man Piero Chiambretti), hanno creato le auto più belle e famose di tutti i tempi. Un parterre de roi nel quale si è poi aggiunto Aldo Brovarone, altro decano dello stile a quattro ruote, che ha consegnato ai “colleghi” i riconoscimenti speciali “Design senza tempo” e “Spirito creativo”.
L’evento si è concluso con un doveroso ricordo di Tom Tjaarda, “Matita d’Oro 2017” alla memoria: il designer -americano di nascita ma italiano di adozion - è scomparso nel giugno scorso lasciandoci in eredità alcune vetture-icona come la Innocenti Spider, la Fiat 124 Spider, la De Tomaso Pantera, le Ferrari 365 California e 330 GT, la Ford Fiesta e tante altre.
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