01 June 2013

Lancia Thema 8.32

Alzi la mano chi non la conosce o chi non se la ricorda. Sarete in pochi, pochissimi. Perché stiamo parlando di una vera icona italiana di fine anni Ottanta: è la Thema 8.32....

Intro

Alzi la mano chi non la conosce o chi non se la ricorda. Sarete in pochi, pochissimi. Perché stiamo parlando di una vera icona italiana di fine anni Ottanta: è la Thema 8.32, meglio conosciuta come Thema Ferrari. La summa del potenziale automobilistico tricolore di quell’epoca. La Lancia vinceva mondiali rally uno dietro l’altro con la Delta Integrale. E con la nascita della Thema, declinata in varie versioni e motorizzazioni, viveva un periodo di vero splendore, di mercato e di immagine. Per quanto riguarda la Ferrari, beh, non ha bisogno di molte presentazioni: basta il nome. Ed ecco che, mettendo insieme questi due elementi, nasceva un mito. Il debutto della Thema risale al Salone di Torino del 1984. Ed è subito un successo. È una vettura più che riuscita, sia sotto il profilo tecnico, sia dal punto di vista stilistico.

L’ammiraglia Lancia adotta lo stesso pianale della Fiat Croma e della Saab 9000. Motore (trasversale) e trazione sono anteriori, le sospensioni sono a quattro ruote indipendenti. La carrozzeria a tre volumi ha un buon coefficiente di penetrazione aerodinamica (Cx 0,32) e soprattutto un’ottima abitabilità interna.

video promozionale dell' epoca

un successo

La Thema rappresenta la berlina italiana di classe, ma soprattutto è una “vera” Lancia. Forse l’ultima. Giugiaro ne ha curato il design, che si rivela un perfetto mix di tradizione, eleganza, dinamismo e personalità. In undici anni di produzione – dal 1984 al 1994 - si contano tre serie e un totale di 365.052 unità. La prima serie va dal 1984 al 1988, la seconda dal 1988 al 1992 e la terza dal settembre di quello stesso anno al 1994. Berlina e station wagon, benzina (con una versione turbo da paura) e diesel, la Thema non si è fatta mancare nulla.

 

E avrebbe riscosso successo in qualsiasi allestimento. Per questo al Lingotto si sono potuti addirittura permettere l’operazione Thema Ferrari. Hanno osato affiancarsi ad un blasone come quello Ferrari, ma anche a Maranello hanno accettato di buon grado un insolito matrimonio. Prima della Thema era infatti successo solo con la Stratos e con le Fiat Dino.

Il motore V8

La Thema 8.32 viene presentata nel 1986. La sigla sta per 8 cilindri e 32 valvole, ovvero le caratteristiche salienti del motore made in Ferrari. Propulsore che deriva direttamente dagli 8 cilindri a V di 90° da 2.927 cc che equipaggiano le Ferrari 308 e Mondial quattrovalvole. Sulla Thema viene montato anteriormente e in posizione trasversale, ha la distribuzione a quattro alberi a camme in testa, due per bancata, l’accensione elettronica ad anticipo statico Marelli Microplex e l’alimentazione ad iniezione meccanica Bosch a controllo elettronico del tipo KE3-Jetronic appositamente studiata per questo propulsore. Strutturalmente identico a quello delle “cugine” di Maranello, il motore della Thema 8.32 subisce alcune modifiche come la sostituzione dell’albero a gomiti che presenta manovelle angolate fra loro di 90°anziché di 180°, in modo da creare un’alternanza tra gli scoppi per un funzionamento più fluido ed eliminando la nervosità tipica dei motori più sportivi.

design

La 8.32 prima serie si differenzia dalla berlina “normale” per poche ma essenziali modifiche estetiche. Sulle fiancate non si trovano le fasce paracolpi, gli sportelli sono lisci fino alle minigonne sulle quali spicca (vicino alle ruote posteriori) la targhetta gialla con la sigla 8.32. I retrovisori esterni sono in tinta con la carrozzeria e lungo le fiancate corre una doppia linea gialla con in mezzo una striscia colorata di tonalità più chiara della carrozzeria. La mascherina anteriore è a scacchi cromati ed è più sporgente rispetto a quella tradizionale.

 

Nel posteriore c’è la targhetta identificativa con il logo 8.32 su fondo giallo. I gruppi ottici hanno le luci di retromarcia e gli indicatori di direzione in colore rosso come saranno sulla seconda serie della Thema. Sotto al paraurti spicca poi il doppio terminale di scarico. Cattivo e minaccioso, messo in diagonale. I cerchi sono in lega da 15 pollici con particolare disegno a stel la. Completa la dotazione “extra” l’alettone posteriore a scomparsa montato sul baule. Noblesse oblige.

Interni

Gli interni sono curatissimi. I rivestimenti di pelle (sedili, plancia, pannelli porta, pomello del cambio e volante) sono realizzati a richiesta da Poltrona Frau e la radica fa capolino su sportelli e consolle. Quest’ultima ha un disegno completamente inedito, zeppo di strumenti circolari per tenere sotto controllo il corretto funzionamento del motore e degli organi meccanici. Sul fondo nero spicca la grafica gialla e rossa, ma soprattutto il fondoscala del contachilometri a 280 e quello del contagiri a 9.000. Anche la Thema 8.32 segue l’evoluzione della seconda serie.

 

Solo l’erogazione della potenza diventa meno entusiasmante quando viene adottato il catalizzatore che, come spesso accadeva in passato, comportava piccole diminuzioni di potenza. Non sono pochi, ma chi cerca le prestazioni punta decisamente sulla versione turbo, che ha tanti cavalli ma costa molto meno della 8.32. Le varianti di colore per la carrozzeria sono il Rosso Winner metallizzato, il Nero metallizzato, il Blu Blizzard metallizzato, il Grigio Quartz metallizzato e il rarissimo Verde Reflex metallizzato. Si può ancora ricordare la ricercata serie limitata e numerata da 1 a 32 che si differenzia per il colore rosso Ferrari e la targhetta in alluminio con la numerazione progressiva posta sullo sportellino del posacenere anteriore. La Lancia Thema 8.32 termina la sua carriera nel 1991.

su strada

Il piatto forte, ovviamente, era il motore. Depotenziato e con una differente fasatura rispetto all'originale montato sulle berlinette Ferrari, ne conservava comunque tutte le qualità: dolcissimo in basso e rabbioso nell'erogazione in alto, fruibile e senza gravi buchi, con un rumore che scaldava il cuore. Era sorprendente come la regolarità di funzionamento non andasse a discapito del carattere del V8. A disposizione dunque 215 cv, tanta grinta, per l'epoca, e un'ondata di coppia a tutti i regimi. Un po' di dati? Nella nostra prova, era il lontano agosto del 1990, rilevammo:

0-100 km/h:  7.97 sec

0-130 km/h 12,10 sec

0-400 m 15.68 sec

0-1000 m in 28,25 sec.

Vel max: 231,4 km/h

 

In curva, se portata al limite, sottosterzava progressivamente consentendo un recupero agevole togliendo il gas. Nell'uso esasperato era ovviamente troppo "morbida" e neppure selezionando l'assetto sport delle sospensioni automatiche si avvertiva un deciso miglioramento. Non va dimenticato, però, che un assetto più rigido avrebbe compromesso il confort, che restava comunque di alto livello. Tutto positivo per quanto riguardava il cambio a cinque marce, con rapporti un po' lunghi,  così come i freni che grazie all'Abs garantivano spazi non eccessivi .Solo nell'uso esasperato accusavano sintomi di fading.  Più che un mostro da pista, insomma, una velocissima gran turismo. 

Breve scheda tecnica...

Motore F 105 L, 8 cilindri a V di 90°, monoblocco e teste in lega leggera, 2.927 cc, alesaggio e corsa 81x71 mm, due assi a camme in testa per bancata, potenza massima 215 Cv a 6.750 giri/minuto, coppia massima 29 kgm a 4.500 giri/ min; trasmissione: trazione anteriore, frizione monodisco a secco, cambio a 5 marce + rm,

Sospensioni ant. a ruote indipendenti, schema MacPherson, molle elicoidali, barra stabilizzatrice, post. a ruote indipendenti, schema McPherson, molle elicoidali, barra stabilizzatrice, ammortizzatori idraulici; freni a disco sulle quattro ruote con impianto idraulico; pneumatici 205/55 VR 15;

Dimensioni: passo 2.660 mm, lunghezza 4.590 mm, larghezza 1.758 mm, altezza 1.385, carreggiata ant. 1.490 mm, post. 1.480 mm, peso in ordine di marcia 1.400 kg; velocità massima 240 km/h; esemplari prodotti 2.370.

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