Le Mans: la 24 ore in pillole

Mancano… meno di ventiquattr’ore alla partenza della maratona della Sarthe, che ancora una volta promette spettacolo. Ecco, in sintesi, la storia della gara e del rapporto con le corse del suo principale sponsor

Le Mans: la 24 ore in pillole

Parte domani, sabato 13 giugno, la 83ª edizione della 24 ore di le Mans, la corsa automobilistica più famosa del mondo insieme alla 500 miglia di Indianapolis. Dopo il nuovo record stabilito in prova l’altro ieri mercoledi 10 dalla Porsche 919 Hybrid condotta da Neel Jani (3’16”887 alla media di 249,2 km/h) è atteso anche un nuovo record di pubblico, dopo quello stabilito nel 2014 con 266.000 presenze. E la stessa Porsche potrebbe nuovamente distanziare la sorella-rivale Audi nell’albo d’oro, conquistando la sua diciassettesima vittoria nella maratona.

Una gara eccezionale sotto tutti i punti di vista, che ha saputo mantenersi nella tradizione di una storia lunga e prestigiosa, superare grandi tragedie e restare sempre al passo dei tempi, dal punto di vista sportivo e tecnico.

Moltissimi i temi della gara 2015, che scatterà come tradizione quando il mitico orologio Rolex sul traguardo segnerà le ore 15 e si concluderà dopo che lo stesso orologio avrà completato due giri completi. Per i vincitori, grande gloria e un prestigioso Rolex Cosmograph Daytona appositamente inciso, a suggellare una tradizione decennale della Casa orologiaia svizzera nelle corse automobilistiche.

Raccontare la lunga storia di Le Mans sarebbe richiederebbe un libro. Noi qui vi offriamo un breve riassunto, per ricordare perché, dopo oltre 90 anni, Le Mans è la gara forse più importante del mondo.

 

1906: Nasce l’Automobile Club de l’Ouest (ACO) a Le Mans. Creato per soddisfare le esigenze di tutti gli automobilisti, il Club organizza la prima edizione del Gran Premio di Francia.

1923: La prima edizione della 24 Heures du Mans si svolge il 26-27 maggio. Partono 33 auto e solo tre si ritirano dalla gara. I francesi André Lagache e René Léonard vincono percorrendo 128 giri e più di 2.209 km a una velocità media di 92,06 km/h. Le edizioni del 1956 e 1968 sono le uniche altre due a non disputarsi nel mese di giugno.

1930: La Bentley vince per la quinta volta e i “Bentley Boys” entrano a far parte della leggenda. L’inglese Woolf Barnato è il primo pilota a vincere la gara tre volte, mentre le francesi Marguerite Mareuse e Odette Siko fanno storia come prime donne a competere in questa gara, finendo settime assolute.

1933: Dopo che nel 1931 l’Alfa Romeo aveva interrotto il dominio Bentley, ripetendosi nel ’32, arriva la vittoria, l’unica sulla Sarthe, di Tazio Nuvolari, insieme al francese Raymond Sommer alla guida di un’Alfa Romeo 8C 2300 MM. La Casa milanese vincerà ancora nel 1934.

1940-1948: Le gare sono annullate per via della seconda guerra mondiale.

1949: Il ritorno alle gare di 24 ore segna la prima vittoria della Ferrari, con Chinetti/Lord Selsdon su 166 MM.

1955: Un incidente tra il francese Pierre Levegh e il pilota britannico Lance Macklin nelle prime ore di gara causa una delle peggiori tragedie nella storia dell’automobilismo. Circa 80 spettatori perdono la vita e centinaia sono feriti dai detriti lanciati sulle tribune. Questo episodio segna un’importante svolta per la sicurezza delle corse

in tutte le discipline dello sport.

1966: La Ferrari aveva vinto la 24 Heures du Mans nove volte dal 1949 ed era rimasta imbattuta dal 1960 al 1965. La Ford mette fine a questo predominio con due auto che tagliano il traguardo quasi contemporaneamente. Le regole prevedono che solo una macchina possa vincere. L’auto #2, è dichiarata vincitrice. Partita quarta sulla griglia di partenza, aveva percorso 20 metri in più rispetto alla #1 partita seconda. Questo rimane il finale più ravvicinato nella storia della manifestazione.

1967: Per la prima volta la 24 Heures du Mans accoglie più di 300.000 spettatori, che ammirano la battaglia tra la Ford e la Ferrari sul Circuit de la Sarthe. Per la prima volta la gara è lunga più di 5.000 km ed è caratterizzata da quella che resterà l’unica vittoria “all-American” di Le Mans: vince un’auto costruita in America (Ford Mark IV), preparata da un team americano (Shelby American Inc.) e guidata dai piloti americani Dan Gurney e A.J. Foyt).

1970: Questa edizione è caratterizzata dalla prima vittoria Porsche con i piloti Hans Herrmann (Germania) e Richard Attwood (Gran Bretagna) e dalla realizzazione del celebre film Le Mans con Steve McQueen. La Porsche vincerà la gara altre 15 volte nel corso dei successivi 28 anni.

1971: Gli organizzatori abbandonano la partenza “in stile Le Mans”, in cui i piloti correvano verso le proprie auto allo sventolare della bandiera verde, a favore di una partenza “volante” più sicura. Vince ancora la porsche 917, questa volta di Marko/Van Lennep, che manterrà per molti anni il record di percorrenza: 5335 km a 22 km/h di media.

1982: Jacky Ickx vince la gara per la sesta volta, record rimasto imbattuto fino al momento in cui il danese Tom Kristensen conquisterà la sua settima vittoria nel 2005.

1988: Roger Dorchy alla guida di una WM P88 stabilisce il record di velocità di 405 km/h sul Rettilineo di Mulsanne. Nel 1990 due chicane vengono introdotte su questo tratto di 5,8 km.

1997: Il pilota danese Tom Kristensen partecipa alla Le Mans per la prima volta, vincendo la gara con un vantaggio di un giro alla guida di una Joest-Porsche TWR WSC-95, auto molto particolare in quanto si tratta di un telaio Jaguar XJR-14 che Tom Walkinshaw aveva a magazzino, rimasto invenduto, su cui montò il sempre valido boxer 6 cilindri turbo tedesco (vincendo peraltro anche l’anno prima). Con Kristensen ci sono Michele Alboreto e Stefan Johansson.

1998: La Porsche conquista la sua sedicesima vittoria con la eterna 911, qui in versione GT1, condotta da Aiello/McNish/Ortelli. Questo marchio rimane il produttore di maggiore successo nella storia della 24 Heures du Mans.

1999: Il pilota francese Henri Pescarolo, quattro volte vincitore a Le Mans (1972-73-74-84), si ritira dalle gare dopo un record di 33 partenze. Tenterà di rivincere, quasi riuscendovi nel 2005 e 2006, con un suo team.

2005: L’Audi R8 vince a Le Mans per la quinta volta e Tom Kristensen diventa il pilota più decorato a Le Mans con la settima vittoria.

2006: Primo trionfo a Le Mans per un motore diesel con l’Audi R10 guidata dai piloti tedeschi Frank Biela e Marco Werner e dall’italiano Emanuele Pirro.

2008: Questa edizione è segnata dall’ottava vittoria record di Tom Kristensen. Nuovo record sul giro sull’attuale pista di 13,629 km, stabilito dalla Peugeot 908 guidata da Stephane Sarrazin: 3’18”513 a 246,463 km/h.

2012: Un’auto ibrida aggiunge il suo nome alla lista dei vincitori con l’Audi R18 e-tron quattro e il pilota svizzero Marcel Fässler, il tedesco André Lotterer e il francese Benoît Tréluyer alla guida.

2013: In occasione del 90° anniversario della gara, Tom Kristensen stabilisce un nuovo record vincendo la 24 Heures du Mans per la nona volta.

2014: Tom Kristensen ha partecipato per la 18° e ultima volta, classificandosi 2°. La corsa ha attirato circa 260.000 spettatori, il numero più alto mai registrato negli ultimi 20 anni.

 

La storia del tempo e delle corse

Nel 1959 il Marchio diventa partner del circuito americano Daytona® International Speedway e, qualche anno dopo, aggiunge il nome “Daytona” sul quadrante del suo iconico Cosmograph, il cronografo creato per i piloti automobilistici. Da allora il sostegno di Rolex alle corse automobilistiche non ha fatto che consolidarsi nel tempo. Così, dal 1992, Rolex è Title Sponsor della Rolex 24 At Daytona® in Florida e, dal 2001, Orologio Ufficiale della 24 Heures du Mans, storicamente la prima corsa automobilistica di endurance al mondo.

Dal 2013 Rolex è Orologio Ufficiale e Global Sponsor della Formula 1®, disciplina regina degli sport automobilistici. Questa partnership costituisce l’ultima tappa in ordine di tempo di una storia di lunga durata punteggiata da legami molto stretti tra gli sport automobilistici e la velocità. Dalla fine degli anni‘60, Rolex vanta, infatti, tra i propri Testimonial la leggenda Sir Jackie Stewart. Figura emblematica delle corse automobilistiche, è uno dei piloti di Formula 1® più titolati degli ultimi quarant’anni. Sir Jackie Stewart è non soltanto tre volte campione del mondo di Formula 1® (nel 1969, 1971 e 1973), ma anche detentore di 27 vittorie di Gran Premio, oltre a essere molto noto per le azioni da lui condotte negli anni ‘70 a favore della sicurezza in F1.

Attraverso la stretta collaborazione con la 24 Heures du Mans, Rolex sostiene anche il danese Tom Kristensen che ha vinto questo classico della corsa di endurance ben nove volte: un record.

Nello stesso spirito di superamento dei propri limiti, dal 2011 Rolex è Orologio Ufficiale del progetto Bloodhound che punta a stabilire, con un veicolo supersonico ultraperfezionato spinto da un reattore e dal motore di un razzo, il nuovo record di velocità al suolo di 1.000 miglia orarie (1.609,35 chilometri orari). Questo progetto celebra i legami di lunga data tra Rolex e la velocità, legami che risalgono al 1935, anno in cui Sir Malcolm Campbell superò il mitico muro delle 300 miglia orarie (circa 480 chilometri orari) al volante del suo bolide Bluebird.

Rolex sostiene, inoltre, manifestazioni che celebrano l’eleganza delle automobili d’epoca. È il caso del Pebble Beach Concours d’Elegance (Stati Uniti). Lanciato nel 1950, presentava in origine i modelli più all’avanguardia dell’epoca. Oggi questa prestigiosa competizione che si tiene ogni anno a Pebble Beach, in California (Stati Uniti) chiama a raccolta le più belle automobili da collezione. Rolex è Orologio Ufficiale di questo evento dal 1997. Nell’ambito di questo raduno eccezionale, il Pebble Beach Tour d’Elegance presented by Rolex rappresenta l’occasione di ammirare le vetture in movimento. Rolex è divenuto nel 2007 Presenting Sponsor della manifestazione.

Rolex è orgogliosa della sua partnership con il Goodwood Revival (Regno Unito), prova che riunisce automobili da corsa fabbricate prima del 1966, e con la Rolex Monterey Motorsports Reunion (Stati Uniti), un evento che attira oltre seicento automobili sul circuito californiano di Laguna Seca.

 

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