Nel 1960 è presentata la versione S2, che si distingue dalla precedente anche per la possibilità di avere a richiesta (di serie dal 1965) parafanghi anteriori più avvolgenti in vetroresina, al pari di quelli posteriori e del musetto. Un’altra novità importante è l’adozione del ponte posteriore della Standard “Ten”. I primi fremiti di disapprovazione dei “puristi” per la modifica ai parafanghi, che allontana la loro beniamina dalla semplicità motociclistica, sono neutralizzati dalla Casa ampliando la gamma dei motori disponibili, con potenze superiori per le versioni top. Alla cancellazione del Coventry Climax, troppo costoso e di difficile messa a punto, fa da contrappunto l’introduzione di altre quattro unità, tutte di provenienza Ford. Da subito è disponibile il 105E di 997 cc (39 CV); a giugno del 1961 è la volta del 109E elaborato Cosworth di 1.340 cc (85 CV); nel settembre 1962 si aggiunge il 116E di 1.498 cc della Ford Cortina nelle versioni standard (66 CV) e Cosworth (95 CV) riservato alla Super Seven; infine, a febbraio 1968, sul finire della produzione della S2, arriva anche il tranquillo 225E Crossflow 1.599 cc (84 CV) che sarà, assieme con il fratellino di 1.298 cc da 72 CV, il cavallo di battaglia della successiva S3. Presentata nell’agosto 1968, la S3 è, come vedremo, la Seven che tutti conosciamo e possiamo acquistare ancor oggi con il marchio Caterham: in un primo tempo nessuno avrebbe potuto prevederlo, visto che rimane in produzione meno di due anni. Il suo debutto vede l’importante novità dei freni anteriori a disco di serie e il retrotreno della Ford Escort Mexico. Dal gennaio 1969 il motore di 1.599 cc è disponibile anche nella versione elaborata dalla Holbay (azienda artigianale specializzata nell’elaborazione di motori fondata nel 1959 da John Read) con due carburatori e 120 CV; nell’ottobre dello stesso anno, finalmente, diventa disponibile come optional anche il 1.558 cc.
Lotus a doppio albero a camme e due carburatori da 115 CV (versione standard) e 125 CV (elaborata dalla Holbay). A questo punto della storia, nonostante i buoni numeri di vendita, Colin Chapman è ormai stanco della Seven che, peraltro, non ha mai completamente amato: progettista di auto da corsa spesso rivoluzionarie, le sue energie ed i suoi gusti erano proiettati al futuro, e l’aggiornamento di questa auto archeologica è l’ultimo dei suoi pensieri. La stampa inglese ricorda come Chapman si vergognasse addirittura un po’ della presenza nel listino del la Casa di questa “kit-car”: temeva che ricordasse le origini artigianali della Lotus sminuendo le raffinatissime Elan ed Europa. Non va dimenticato che all’epoca la Lotus ha già vinto tre titoli mondiali in F1: un cambiamento di mentalità derivante da tale acquisizione di prestigio è inevitabile. Fu la cocciutaggine di Mike Warner, nuovo amministratore delegato della Lotus Components, a portare alla nascita della Seven S4, di cui si vede un esemplare in questo servizio. Si tratta di una delle pochissime arrivate in Italia da nuova: immatricolata a Verona nel 1973, è una delle ultime autentiche Seven della Lotus e appartiene a un appassionato del Marchio che possiede anche un’Elise R340, ultimo ed estremo sviluppo dello stesso concetto. Del tutto originale, la “nostra” S4 monta le ruote optional uguali, a parte il sistema di fissaggio, a quelle della Elan Plus 2 ed il motore Lotus Twin Cam in versione da 115 CV. Le uniche licenze sono il musetto e la striscia sul cofano di colore contrastante e i filtri aria K&N metallici al posto del convogliatore originale.