“Senza cozzar dirocco”: il Summit delle VW al Museo Caproni

Il più antico museo di aviazione in Italia, a Trento, è stato il punto più alto di una serie di tappe straordinarie nel 12° “Samba & Veteran Volkswagen Show”

“Senza cozzar dirocco”: il Summit delle VW al Museo Caproni

Si è tenuto tra Trento e la Comunità delle Giudicarie, con centro logistico a Comano Terme (TN), l’8-9 ottobre scorsi, il 12° Samba Summit & Veteran Volkswagen Show, tradizionale raduno autunnale del Club Volkswagen Italia. Oltre al Club Volkswagen Italia, sostenitrice e promoter dell’evento è stata la Franzoni Auto Divisione Classic, insieme a T1 Specialist e RS Car Classic. Da qualche tempo era desiderio del Presidente del Club Volkswagen Italia, Marzio Cavazzuti, di condividere la conoscenza, con i soci ed amici del club, di quello che è il più antico museo italiano interamente dedicato al tema dell’aviazione: il Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni, sito nell’aeroporto di Trento e dove si sono dati appuntamento i selezionati equipaggi provenienti dal centro e nord Italia. Variegata come sempre la rappresentanza dei veicoli, che partiva dal 1951 con un pregiato “due vetrini”, affiancato e sempre in abito scuro (nero) da un “ovalino” del 1956. Un’elegante vernice metallizzata caratterizzava un 1959 che apriva il periodo dei sempre ricercati e desiderati “6 Volt” degli anni ‘60 nei classici caldi colori pastello e tra i quali segnaliamo la presenza dello speciale Typ 1 Mod. 11/117 del 1963 facente parte della famiglia degli “Herbie” di Gilles Antonelli, veicolo caratterizzato oltre che da un meticoloso restauro anche da molti gadget facenti parte dell’equipaggiamento del primo Herbie di “Love Bugs” quali, l’accensione motore, il funzionamento dei tergicristalli, claxon, tergicristalli e spruzzi d’acqua, telecomandati. Di questa serie, ma cabrio, presente anche un rarissimo e prestigioso cabrio 1500 del 1967.

In questo contesto ben si inseriva un ormai inarrivabile (per reperibilità e quotazione) Typ2 “T1” Mod. 241/23 del 1961, meglio conosciuto con il nome di “Samba 23 vetrini”. Seguiva la rappresentanza delle versioni post ‘67 con i paraurti a “binario”, che spaziava dal 1969 al 1974 con una versione 1600 realizzata per il mercato americano ma immatricolata per la prima volta in Austria e poi importata in Italia. Anche per questa serie le versioni Cabrio erano ben esibite, da un 1303 amaranto del 1973. Mentre per il Typ 2 del periodo, un Deluxe del 1970 con il suo classico bicolore faceva bella mostra di sé. Gradita presenza di un’ottima Typ 14 Mod. Karman Ghia Coupè , azzurra del 1974 di proprietà di Emilio Cozzio titolare dell’omonima Concessionaria locale Volkswagen e che ci ha fatto da apripista lungo il percorso.

La visita guidata al Museo dell’Aeronautica, ha fatto comprendere, come sempre siano gli uomini a “fare” la differenza nella storia e se non ci fosse stato il pioniere dell’aviazione trentino ed ingegnere aeonautico, Gianni Caproni, e la sua intuizione di costituire, negli anni Venti del Novecento, una collezione di aerei che aveva progettato e costruito, ed ottenere di far diventare questo patrimonio, nel 1927, un Museo, oggi non saremmo qui a poter scrivere di ciò e non potremmo comprendere le dinamiche della storia che per mezzo degli aerei, cambiò il modo, anche di fare la guerra. Un esempio emblematico è l’aereo Ansaldo S.V.A. 5 usato anche da Gabriele d’Annunzio nel famoso sorvolo di Vienna del 1918 e di cui nel Museo è esposto il n° 11777. Nacque lì il motto coniato da Gabriele D’Annunzio per la Caproni, produttrice di bombardieri che, senza attaccare da terra (cozzar), colpivano gli obiettivi (dirocco) dal cielo, anche tramite la “pubblicità” del tricolore. Altro esemplare presente nel museo ed uno dei due rimasti è l’S.M.79. E’ stato donato dal Libano nel 1993. Fu costruito nel luglio 1942 dalle Officine Reggiane di Reggio Emilia del gruppo Caproni con MM.24499 e compì numerose missioni belliche presso la 280^ Squadriglia Aerosiluranti pilotato principalmente dal Ten. Alessandro Setti.
Il gruppo di sibilanti boxer si è quindi mosso attraverso la suggestiva Statale del Bondone verso Comano Terme, poi l’Altopiano del Bleggio per arrivare nel fascino antico di uno dei borghi più belli d’Italia: Rango, borgo medievale da cui, dopo la sosta per il pranzo, le VW sono salite a 1000 metri sul Passo Duron, poi Stenico. Tappa romantica poi alle Cascate del Rio Bianco, una delle perle del Gruppo di Brenta. Come un orologio, questa cascata, si disattiva nel periodo invernale per poi riprendere a sgorgare in primavera. La forza prorompente di questa cascata d’acqua viene trasformata in energia elettrica ed alimenta così tutte le Giudicarie Esteriori. Si è giunti quindi a San Lorenzo in Banale, noto per la Ciuiga del Banale, antico salame alla rapa prodotto da secoli a San Lorenzo. Dopo una salutare fetta di strudel, si è ripresa la discesa, meta il Grand Hotel di Comano Terme, dove i Maggiolini hanno fatto bella mostra di loro. Cena di gala nel ristorante dell’albergo, incontro con la direttrice della APT Alessandra Odorizzi e il mattino seguente, nella frescura dei 9° C, i boxer raffreddati ad aria hanno ripreso il cammino verso Spiazzo Rendena, per un’altra pagina di storia. Visita al Museo della Guerra bianca Adamellina “Recuperanti in Val Rendena” che raccoglie materiali emersi dai ghiacciai dell’Adamello-Carè Alto e documenti, cimeli e fotografie relative alla “guerra bianca”. Ultima tappa, l’Acetaia del Balsamico Trentino a Cologna di Tenno (TN): una nuova impresa che dal 2009 ha investito nella creazione dell’aceto Balsamico Trentino: il processo di fermentazione dura 11 anni prima che sia a regime, ma si è potuto procedere a una degustazione… quattro anni in anticipo!

Un raduno quindi perfettamente riuscito e di alto livello, nonostante il meteo inclemente.

 

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