Torna a Parigi la Dino Berlinetta Speciale, questa volta all’asta

La spettacolare Dino prototipo di Pininfarina fu presentata al salone francese nel 1965. Il museo di Le Mans che ne è proprietario l’ha affidata ad Artcurial per l’incanto del 10 febbraio in occasione di Retromobile 
 
Un lotto sensazionale all’asta di Artcurial a Parigi in occasione del prossimo Retromobile: andrà all’incanto la Dino Berlinetta Speciale, meraviglioso prototipo di Pininfarina che proprio a Parigi, al salone dell’ottobre 1965, fu presentata alla stampa, con l’effetto di un enorme sasso lanciato nello stagno. La stima ha una forbice piuttosto ampia per le abitudini di un’asta, tra i 4 e gli 8 milioni di euro, ma è indubbio che quest’auto, per tutto ciò che rappresenta dal punto di vista storico e stilistico, potrebbe stabilire un nuovo record di quotazione.
La Dino Berlinetta è Speciale per una miriade di motivi, non ultimo il fatto che l’impatto sul pubblico fu tanto positivo da convincere Enzo Ferrari a produrre la sua prima auto a motore centrale di serie, la 206-246 GT/GTS motorizzata con il V6 il cui progetto si doveva al figlio Dino scomparso nel 1956. Modelli che diedero una bella boccata d’ossigeno alle finanze di Maranello in quel periodo e soprattutto avviarono una linea di modelli che oggi è arrivata alla 488 GTB.
La Berlinetta Speciale fu costruita sulla base di una Dino 206S da competizione, con numero di telaio 0840; dal momento dei primi disegni di Aldo Brovarone, alla presentazione a Parigi, passarono soltanto sei mesi. La macchina è importante anche per la storia della Pininfarina: è stata la Ferrari del passaggio di consegne da Battista Farina al figlio Sergio: “Pinin” deliberò il progetto prima di morire nel 1966, mentre per Sergio fu il primo Cavallino nato con la sua supervisione.
Lo stile è inimitabile: la Berlinetta Speciale è bassissima, affascinante e sexy, la sua carrozzeria sembra un vestito aderente su forme sensuali. È tanto bassa che i cornetti di aspirazione del V6 spuntano dal cofano motore.
Dopo la morte di Pinin Farina, l’Automobile Club de l’Ouest, organizzatore della 24 Ore di Le Mans, dedicò al grande carrozziere la piazza davanti al museo. Sergio Pininfarina, in cambio di questo onore, donò la vettura al museo, con la benedizione di Enzo Ferrari. Ora, il museo ha bisogno di fondi e per questo motivo ha deciso di vendere l’auto, benché avesse promesso, prima di tutto a se stesso, di non privarsene mai. Dovendo vendere, la scelta è caduta su un’auto che non ha diretto riferimento alla mitica corsa.
Da notare che la macchina monta motore e cambio vuoti, perciò è un modello statico. Immaginando la spesa necessaria a renderla mobile, è facile pensare che il fortunato acquirente si limiterà ad esporla come sensazionale oggetto di arredamento: vista la bellezza della linea, può bastare…
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