Il debutto della 158, in versione da 195 CV, avviene alla Coppa Ciano di Livorno, il 7 agosto 1938. Tre vetture in gara, primi due posti conquistati con Emilio Villoresi e Clemente Biondetti. La corsa successiva, il Gran Premio di Pescara, non va altrettanto bene, e le contemporanee Maserati hanno la meglio sulle giovani “Alfetta”. Risultato ribaltato infine a Monza, dove le 158 conquistano ancora i primi due posti a danno delle acerrime rivali. La stagione successiva, il 1939, comincia male per le vetture italiane, che al Gran Premio inaugurale di Tripoli vengono strapazzate dalle “meteore” Mercedes W165 con motore V8 di 1,5 litri, che conquistano i primi due posti in quella che rimane l’unica corsa da loro disputata. Per rifarsi, le 158 partecipano alla successiva Coppa Ciano a Livorno, dove conquistano primo e terzo posto. Alla Coppa Acerbo a Pescara arrivano addirittura ai primi quattro posti, mentre notevole è il primo posto di classe, e sesto assoluto, conquistato al Gran Premio di Berna contro le ben più potenti Mercedes da tre litri. Una sola gara, per evidenti motivi, nel 1940: il Gran Premio di Tripoli, ovviamente non disputato dalla Mercedes, nel quale le Alfette arrivano ai primi tre posti e al quinto. La fine della guerra riporta gradualmente la normalità in Europa, e con essa il desiderio di ricominciare una vita fatta di lavoro ma anche di progresso e di fiducia nel futuro. Le competizioni automobilistiche riprendono usando per forza di cose i materiali esistenti prima degli eventi bellici. Per l’Alfa Romeo comincia una parabola ascendente che, per tanti anni, avrebbe portato la Casa milanese ai vertici delle competizioni automobilistiche in tutte le categorie esistenti, con vetture imbattibili e indimenticabili. Per le 158, leggendo le classifiche di quegli anni, si rischia di confondersi tanto sono simili nel proporle ai primi posti. Nel 1946 riprende un’attività agonistica definibile di nuovo regolare, che per l’Alfa Romeo inizia al Gran Premio delle Nazioni di Ginevra dove su quattro 158 partite, tre arrivano ai primi tre posti e una si ritira. Il successivo Gran Premio di Torino al Valentino vede partire cinque 158 e alla fine una doppietta del Portello. Trionfo, infine, sul circuito di casa al Gran Premio di Milano, dove quattro 158 si piazzano ai primi quattro posti.
Nel ‘50 solo vittorie Per il 1947 i programmi sportivi Alfa prevedono la partecipazione a sole quattro competizioni: Gran Premio di Svizzera, del Belgio, d’Italia e Circuito di Bari. Al primo le cinque 158 arrivano ai primi tre posti e al quinto, in Belgio ancora ai primi tre posti, a Bari ai primi due e alla Fiera di Milano ai primi quattro. Il 1948 è segnato dalla morte di Achille Varzi nelle prove del GP del Bremgarten, dove le 158 superstiti arrivano ai primi due posti e al quarto. Nel successivo Gran Premio di Francia a Reims conquistano tutto il podio, con la prima vettura avversaria, arrivata quarta, distanziata di due giri. “Solo” il primo posto al Gran Premio di Torino, il primo disputato contro le Ferrari, divenute nel frattempo avversarie da “sorelle” che erano prima. Trionfo invece a Monza, con i primi quattro posti occupati dalle 158. Il 1949 vede una partecipazione ridotta delle Alfette alle gare internazionali. Sarebbero tornate l’anno successivo, in concomitanza con l’organizzazione del primo Campionato del Mondo di Formula Uno, per quello che sarebbe stato l’ultimo anno di gara delle 158, giunte a un livello di sviluppo ormai difficilmente migliorabile.Nel 1950 viene istituito il primo Campionato del Mondo, allora destinato ai soli piloti. L’Alfa Romeo iscrive le Alfette, arrivate a 350 CV e pilotate, tra gli altri, da Juan Manuel Fangio. Sette le gare valevoli per il trofeo, sei su circuiti europei e una a Indianapolis. Superfluo specificare quale vettura vince le gare europee, l’interesse è nel conoscere il nome del primo Campione del Mondo, che diventa Giuseppe “Nino” Farina con la 158. Tra gare di campionato e altre competizioni, le 158 disputano undici gare, vincendole tutte. Alla fine del 1950 debutta la 159. Si ripete la storia dell’anno precedente, ma questa volta, oltre alla vettura, cambia anche il campione, che è l’argentino Juan Manuel Fangio. In seguito vengono introdotte nuove modifiche ai regolamenti, e l’Alfa abbandona la massima formula per tornare poi quasi trent’anni dopo. Ma ormai la parabola ha assunto un’altra inclinazione.