a cura della Redazione - 09 January 2016

Senza paura: la de Filippis racconta Maserati

Mancata stanotte a 89 anni la "contessa volante". Per ricordarla, vi riproponiamo un'intervista che ci ha rilasciato nel 2010. Buon viaggio...

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Nel segno della Maserati

Il battesimo in corsa della contessa Maria Teresa de Filippis avviene a 21 anni, quando, con una Fiat 1100 S coupé partecipa (in coppia con il fratello Antonio) al Giro di Sicilia che si corre il 4 aprile 1948. Fino al 1951 gareggia in salita e su strada, cogliendo ottimi risultati che la fanno conoscere ed apprezzare. Ed è applaudita protagonista, come avviene al 4° Circuito del Castello nel 1952 quando, seconda assoluta, è attardata dallo scoppio di un pneumatico della sua Giaur. Dopo un furioso inseguimento, conclude all’ottavo posto. Nel 1953, con la più potente Osca Mt4 dei fratelli Maserati, Maria Teresa è prima di classe e quarta assoluta alla 12 Ore di Pescara. In quello stesso anno vince la classe alla Catania-Etna e al Trullo d’Oro. Il 1954 la vede ottenere brillanti piazzamenti ed una vittoria assoluta alla Corsa del Redentore in Sardegna. Dopo la Osca Mt4 è la volta, nel 1955, della Maserati A6GCS di 2 litri. Il salto in termini di potenza è rilevante, ma Maria Teresa capisce al volo la nuova vettura interpretandola al meglio come fanno i nomi importanti, quali Villoresi, Bracco e Valenzano. Al Mugello, però, ha un incidente che per poco non le costa la vita. Lo sportello dal lato guida della sua Maserati si spalanca nel bel mezzo d’una curva. Maria Teresa ha la prontezza di afferrarlo e di richiuderlo, ma, nell’effettuare questa manovra, allarga la traiettoria e finisce sul brecciolino. La macchina slitta, esce di strada e si ferma in bilico sullo strapiombo. Nello stesso anno vince ancora la Catania-Etna, è seconda al Premio Pergusa, terza alla 10 Ore Notturna di Messina e quarta di classe, in coppia con Luigi Bellucci, alla Targa Florio. Il 1955 vede la prima trasferta oltreoceano per la de Filippis, la cui notorietà supera ormai i confini nazionali. E’ il 6 novembre quando la forte pilota napoletana corre, con la Maserati A6GCS, il primo Gran Premio del Venezuela. Deve dare forfait per noie alla frizione. A fine stagione la CSAI, in virtù del secondo posto conseguito nel Campionato Italiano Categoria Sport, premia Maria Teresa de Filippis con la Coppa d’Onore. Il 29 gennaio 1956, a Buenos Aires, si corre la 1000 km, un appuntamento in circuito che diverrà un classico nel Campionato Mondiale Sport Prototipi. Su quella pista, dopo una curva che immette sul rettifilo, Maria Teresa entra in collisione con un altro concorrente. La sua vettura termina la corsa contro la rete di recinzione e lei viene catapultata fuori dall’abitacolo Si ritrova stesa sul tracciato con una spalla fratturata e ferite varie, ma riesce a trascinarsi a bordo pista. Una volta ristabilitasi, arriva seconda nel classico appuntamento al Circuito di Posillipo. Il 1958 è l’anno del debutto in F1. Acquistata una monoposto Maserati 250 F, il 13 aprile la de Filippis si presenta al via del GP di Siracusa, non valido per il mondiale, ma al quale partecipano tutti i migliori. Non ha mai pilotato una monoposto di F1 e conosce la 250 F il giorno delle prove. Deve familiarizzare con la macchina, capirne le potenzialità e imparare il circuito. Con una difficoltà in più: nella 250 F la leva del cambio passa in mezzo alle gambe e il pedale dell’acceleratore è al centro, tra quello del freno e quello della frizione, anziché sulla destra. E tutti gli automatismi della guida connessi alla posizione dei pedali devono essere rifatti. Il tutto nell’arco di un fine settimana. Ma Maria Teresa imparava molto in fretta e terminò con un ottimo 5° posto. Il 18 aprile si corre a Montecarlo. Ci sono ben sette Maserati (tutte private) su venticinque iscritti, di cui soltanto sedici prenderanno il via, per cui la lotta per qualificarsi è serrata. Maria Teresa non la spunta per un guasto alla sua 250 F che le impedisce di migliorare, ma almeno ha la consolazione di essere la quarta tra i sette su Maserati, nonché la terza degli esclusi, precede gente come Chiron, Gerini, Taramazzo, Cabianca, Emery. La prestazione non passa inosservata: sui giornali fa notizia le giunge l’invito (a cui non darà seguito) di recarsi in Inghilterra per provare una Cooper. Il 15 giugno è in calendario il GP del Belgio e d’Europa, a Spa-Francorchamps. Questa volta Maria Teresa riesce a qualificarsi per il debutto in una gara iridata. Dopo quasi 340 km pieni di insidie e rischi, in un circuito dove non aveva mai corso, chiude con un significativo decimo posto a due giri dal vincitore (Tony Brooks su Vanwall) e subito dietro Joakim Bonnier, su un’altra Maserati. L’appuntamento seguente è in Francia, dove le autorità sportive le negano l’iscrizione, in quanto donna, a causa dell’incidente di due anni prima in cui, a Reims, era morta un’altra pilota, Annie Bousquet. In quel GP morirà Luigi Musso, fatto che la segna profondamente. Il 24 agosto, ad Oporto, si corre il GP del Portogallo. Il circuito è lungo (7.407 metri) e ha un andamento sinuoso nella parte alta, quasi dal lato opposto alla partenza, seguito da due lunghi rettilinei che terminano con curve secche nel primo tratto dopo il traguardo. Durante le prove la de Filippis, a causa di un guasto, va in testacoda in pieno rettilineo a oltre 250 orari. Finisce la corsa abbattendo un palo di cemento. E’ scossa, ma l’incidente, che si risolve senza danni per lei, è presto dimenticato e in gara è costretta al ritiro al 7° giro. Monza, penultima prova del mondiale, è in calendario due settimane dopo. Maria Teresa, però, non sta bene. In più, le rubano l’abbigliamento da corsa e la licenza. Gli organizzatori capiscono e non fanno un problema per la licenza e Jean Behra le presta un suo casco. La gara è una penitenza, anche per la penuria di CV dell’ormai superato motore Maserati rispetto ai concorrenti. Eppure stringe i denti, soffre, non molla. Al 58° dei 70 giri previsti si deve però ritirare per il cedimento d’una biella. Il 1959 si apre a Montecarlo. Accantonata la Maserati 250 F, Maria Teresa attende che le sia consegnata la monoposto preparata per lei da Jean Behra, pilota Ferrari con cui ha un rapporto di sincera amicizia. E’ una F2 di un litro e mezzo, a motore posteriore, adatta al circuito ma da conoscere senza averla provata prima, come l’anno precedente a Siracusa; e come allora ne esce alla grande. Gira, prende confidenza, trova l’assetto giusto e alla fine è qualificata. Poi, la... ragion di stato prenderà il sopravvento.

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