di Michele Di Mauro - 02 January 2017

Anche in Grecia si gareggia "a media"... ma gli italiani vincono lo stesso

Come in quasi tutta Europa, anche qui la Regolarità classica di fatto non è frequentata. Una bella manifestazione, che gode dei paesaggi ellenici. Vittoria all’unico equipaggio italiano presente, su Ritmo 130 TC
 

L’equipaggio Dalla Rosa-Di Mauro, unico team italiano iscritto all’edizione 2016 del Tour du Péloponnèse Historic disputato sul finire del 2016, si è aggiudicato il primo posto assoluto a bordo di una Fiat Abarth Ritmo 130 TC del 1983.
Giunto alla terza edizione e organizzato dalla Scuderia Triskelion fondata nel 2014 dal collezionista greco John Karampelas, il Tour si propone l’ambizioso obiettivo di diventare una sorta di Mille Miglia in terra ellenica; una settimana tra bellezze naturali, archeologiche e culinarie del Peloponneso in cui alternare relax e mare in strutture di alto livello e una serie di prove di Regolarità a media imposta dalla difficoltà sempre crescente.
Partendo da Killini, località termale e balneare affacciata sulle isole di Zante e Cefalonia, il Tour ha percorso in senso antiorario quasi tutta la frastagliata costa della penisola, completando l’itinerario in cinque giorni, da lunedì 3 a venerdì 7 ottobre, con i partecipanti che hanno dovuto aggiungere complessivamente altri quattro giorni per la traversata da Ancona con le vetture, compresa nella quota di iscrizione.
Tante le località toccate dalla carovana di “classiche”: celebri siti archeologici come Micene, Olimpia, Epidauro e  Sparta, bellezze naturali e antichi borghi di pescatori come Gerolimenas, antico rifugio di pirati, Monemvasia con le sue fortificazioni in mezzo al mare e le grotte marine di Diros ad Areopoli. Tra una meta e l’altra, un fitto programma di controlli orari e prove speciali, con sessioni notturne e prove miste con cambi di media all’interno della stessa sessione.
L’appassionato vicentino Enzo Dalla Rosa, alla terza partecipazione consecutiva al raid ellenico, dopo la Fiat 850 Spider del 2014 e la Fiat 500 L del 2015, quest’anno ha scelto per il Tour una potente Fiat Ritmo Abarth 130 TC, le cui prestazioni hanno senza dubbio fatto la differenza sul tortuoso tracciato greco. Gli italiani, in testa fin dal primo giorno, hanno avuto la meglio su equipaggi provenienti, oltre che dalla Grecia, anche da Stati Uniti, Australia, Iran, Gran Bretagna, Belgio e Olanda. Probabilmente i paesaggi verdi e mediterranei del Peloponneso, decisamente più amichevoli e ospitali di quelli aridi e rocciosi della Grecia continentale, hanno fatto sentire i nostri connazionali più “a casa” rispetto agli altri concorrenti, regalando loro la testa della classifica nonostante la poca esperienza nella specialità.
Alla premiazione, la consueta promessa di non mancare all’edizione 2017, per la quale sono attese interessanti novità tra cui una folta categoria di vetture anteguerra e, in onore ai vincitori, un trattamento particolare per gli equipaggi provenienti dall’Italia.
 

Bomba per tutti

La nostra partecipazione al Tour du Péloponnèse Historic ci ha fornito l’occasione per trascorrere una settimana a bordo di una sportiva italiana piuttosto sottovalutata, la Fiat Abarth Ritmo 130 TC. A parte i cerchi in lega e la calandra non originale (dovrebbe montare quella coi doppi fari), sostituita d’emergenza prima della partenza a causa di un piccolo tamponamento, l’auto del 1983 con cui il nostro equipaggio ha concluso vittoriosamente il Tour si presenta in condizioni originali. All’epoca concorrente della VW Golf GTI e “in casa” della Lancia Delta HF Turbo, la Ritmo Abarth è una vettura trasversale; facile e comoda nell’uso quotidiano, se stuzzicata a dovere sa mostrare senza timori cosa significa avere uno Scorpione sul cofano. Durante la nostra trasferta greca ci ha infatti permesso di caricare bagagli e passeggeri occasionali senza alcuna difficoltà, sfoggiando prestazioni di assoluto rilievo e un assetto sempre preciso e sicuro, dando il meglio di sé soprattutto sul misto veloce, grazie all’erogazione piena e corposa del propulsore duemila bialbero da 130 cavalli.
Prodotta con la sola carrozzeria a tre porte, la Ritmo 130 TC è l’evoluzione naturale della precedente 125 TC realizzata su base Ritmo prima serie, protagonista anche di interessanti avventure sportive, tra cui il Rally di Monte Carlo del 1979 condotta da un giovane Attilio Bettega. L’allestimento Abarth porta in dote l’alettone posteriore in gomma nera, il terminale di scarico cromato, i cerchi in lega specifici, i sedili, la pedaliera e il volante sportivi e la strumentazione arricchita, oltre ovviamente ai badge esterni e interni con lo Scorpione. Sotto la pelle, a supporto del pepatissimo propulsore, la 130 cela un assetto specifico derivato dalle vetture di Gruppo 2, cambio sportivo ZF, freni maggiorati. Per il motore la cura Abarth prevedeva assi a camme, pistoni e collettori specifici, coppa olio in lega, rapporto al ponte allungato e diversi componenti alleggeriti. Rispetto alla precedente 125 TC infine, oltre a diversi affinamenti ad assetto, freni, frizione e supporti motore, la 130 guadagna cinque cavalli in più grazie ai due nuovi carburatori doppio corpo. Prodotta fino al 1988 e ormai rara da trovare in condizioni originali (molte sono state sacrificate per le competizioni), oggi la Ritmo 130 TC rappresenta uno dei migliori compromessi tra costo e prestazioni tra le vetture con più di trent’anni.
 

La Scuderia Triskelion

© RIPRODUZIONE RISERVATA