a cura della Redazione - 29 April 2018

Mercedes 300 SEL 6.3: la prima berlina con prestazioni da supercar

Cinquant’anni fa presentata a Ginevra la tre volumi con motore V8 di grossa cilindrata e prestazioni
da gran turismo. Un’idea all’avanguardia, che oggi è la norma per molte Case automobilistiche

Una berlina alto di gamma con le prestazioni da supercar: oggi un concetto normale, ma non 50 anni fa. Quando apparve, nel 1968, al Salone di Ginevra di quell’anno, la Mercedes-Benz 300 SEL 6.3 fece sensazione. Nessuna tre volumi di rappresentanza aveva mai avuto un motore V8 da 250 Cv, capace di spingere la vettura a oltre 220 km/h di velocità massima e di accelerare da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi e percorrere un chilometro con partenza da fermo in soli 27,1 secondi. E con un livello di comfort e dotazioni di bordo di altissimo livello, come d’abitudine per una berlina della Casa della stella.
Stoccarda fu la prima a immaginare quello che sarebbe divenuto un vero e proprio segmento di mercato, quello delle berline di elevatissime prestazioni, tanto da dividersi poi in numerosi sotto segmenti, come accade oggi. E ancora oggi la 300 SEL 6.3, della serie W 109, è una delle berline più desiderate dai collezionisti di Mercedes. Anche perché la macchina si è fatta valere pure nelle competizioni, preparata dagli specialisti della AMG, il marchio che poi sarà inglobato nella stessa Mercedes e che proprio con questa berlinona, sempre cinquant’anni fa, assurse agli onori delle cronache delle gare internazionali con uno strepitoso secondo posto alla 24 Ore di Spa.
Ma la Mercedes 300 SEL 6.3 non era soltanto potenza: sospensioni pneumatiche autolivellanti, freni a disco ventilati ed entrobordo su tutte le ruote, servosterzo, differenziale autobloccante, fari alogeni, erano soltanto alcune delle dotazioni che rendevano sfruttabili tante prestazioni, su una vettura pesante poco meno di 1.800 kg, cui si aggiungevano vetri elettrici e chiusura centralizzata per un comfort di bordo di riferimento.
Sulle “Autobahn” tedesche i possessori di Porsche 911 da ora in avanti iniziarono a vedere nello specchietto retrovisore le sagome minacciose delle berline dell’altra parte di Stoccarda.

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