a cura della Redazione - 04 August 2020

AGGIORNAMENTO - LA CIRCOLAZIONE DEI VEICOLI STORICI IN PIEMONTE

Accolte le istanze dell'ASI: la Giunta Regionale del Piemonte ha riconosciuto fondate le argomentazioni e i dati che l’Automotoclub Storico Italiano ha continuato a produrre negli ultimi mesi, allo scopo di dimostrare le profonde differenze tra il parco veicolare obsoleto e i mezzi storici ad elevato valore culturale e sociale.

L'Assessorato all'Ambiente della Regione Piemonte proponeva l’introduzione del sistema “Move-In” su tutti i veicoli più inquinanti per limitarne l’uso ed il conseguente impatto ambientale. Tale soluzione, però, non farebbe alcuna distinzione tra i veicoli “vecchi” di uso quotidiano e quelli di “interesse storico e collezionistico” in possesso del Certificato di Rilevanza Storica (rilasciato dagli enti riconosciuti dallo Stato nell’art. 60 del Codice della Strada) che invece dovrebbero sottostare a specifiche dinamiche di regolamentazione. Gli “storici” non vanno equiparati a quelli obsoleti: i veicoli storici certificati devono circolare liberamente e l’applicazione del “Move-In” comporterebbe non poche problematiche, sia per i mezzi, sia per gli appassionati che li conservano.

Mercoledì 22 luglio si era svolto un incontro tra l’Automotoclub Storico Italiano e l’Assessorato all’Ambiente della Regione Piemonte proprio sul tema della circolazione dei veicoli storici. Sin dall’autunno scorso, ASI ha avviato una serie di iniziative concrete per sensibilizzare l’amministrazione pubblica piemontese e supportare gli organi istituzionali regionali sull’importanza di salvaguardare il settore, fornendo anche dati scientifici relativi al comparto per l’individuazione di soluzioni adeguate ed efficaci. In tutte le regioni italiane sono in atto ormai da tempo regole idonee che permettono di mantenere in vita un settore fatto di realtà produttive altamente specializzate. In Italia, infatti, il motorismo storico crea un indotto di 2,2 miliardi di euro l’anno (123,4 milioni dei quali generati in Piemonte).

L’Automotoclub Storico Italiano – con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità e della Motorizzazione - si è prodigato nella ricerca e nella trasmissione di dati riferiti al reale impatto ambientale dei veicoli storici, che in Piemonte producono lo 0,000595% dei PM10 globali e lo 0,00234% degli NOx. Numeri che dimostrano l’assoluta inconsistenza degli agenti inquinanti prodotti dai veicoli di interesse storico e collezionistico (perché sono pochi e fanno poca strada). Alla base di tutto, resta quindi fondamentale il principio di distinzione tra i veicoli “vecchi” di uso quotidiano e quelli di “interesse storico e collezionistico”.

“Il confronto con la Regione Piemonte – ha dichiarato Alberto Scuro, presidente ASI – si è sempre basato sulla concretezza e sulla trasparenza, ma è evidente che i veicoli storici certificati non debbano essere equiparati a quelli vecchi in uso quotidiano. Mi sembra improponibile che un’auto o una moto di oltre quarant’anni debbano montare una scatola nera per poter circolare. In questi mesi abbiamo prodotto i dati sul loro impatto ambientale (praticamente nullo) e continueremo ad andare sempre più nel dettaglio per raggiungere l’obiettivo della libera circolazione. Siamo consapevoli delle problematiche che il Piemonte sta affrontando in ambito europeo sugli sforamenti dei livelli delle sostante inquinanti nell’aria e per questo siamo i primi a cercare soluzioni che possano scongiurare l’uso quotidiano dei veicoli storici, in particolare quelli tra i venti e i quarant’anni, ma il Move-In non è la soluzione adeguata e adatta allo scopo. Fin dall'anno scorso abbiamo proposto deroghe specifiche per i veicoli con oltre quarant'anni di anzianità e per quelli con etò compresa tra venti e trentanove anni: speriamo possano essere prese in seria considerazione. Siamo certi che la Regione Piemonte saprà tenere presente questa legittima esigenza del nostro settore, che costituisce anche leva di sviluppo per il territorio e un modello associativo moderno e competitivo, e che raccoglierà il nostro invito a ritrovarsi a settembre per proseguire il lavoro di approfondimento sul tema.”

www.asifed.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA