a cura della Redazione - 07 January 2022

Ammiriamo una rarissima Jaguar XJR-15 guidata a Silverstone da Fangio

(ma non QUEL Fangio)

Linea incredibile, motore esotico, prestazioni fenomenali e rarità: la Jaguar XJR-15 spunta tutte le caselle della supercar perfetta, se non fosse che la TWR la stava sviluppando in concomitanza con la XJ220. Nasceva un accavallamento. Così ecco l’idea: la XJ220 divenne una vettura stradale – sempre con lo zampino della Tom Walkinshaw Racing – mentre la XJR 15 venne sviluppata dalla TWR come vettura da corsa, seppur omologata su strada (chissà che sogno da guidare), e gli acquirenti dovevano per forza prendere parte in uno specifico campionato monomarca. Molti però preferivano affidare quelle linee seducenti e quel V12 aspirato da 6.0 litri a ben altri piloti, come David Brabham, John Nielsen e, come in questo caso, Juan Manuel Fangio II, il nipote del leggendario corridore argentino.

Disegnata da Peter Stevens, con un dodici cilindri a V di 60°, un sei marce manuale non sincronizzato, 456 cavalli e 569 Nm di coppia per il peso di una Mx-5 la XJR-15 è uno dei progetti più incredibili della TWR, e questa in particolare venne portata alla vittoria proprio dal nipote di Fangio, al secondo evento della Jaguar International Challenge a Silverstone. Quest’auto – una delle sedici originarie – è completamente originale, e data dispersa da oltre trent’anni. Lo specialista Neal Gordon negli ultimi anni ha cercato di tracciare ogni XJR-15, e una chiamata tra i suoi contatti l’ha informato che quest’auto era in California. Insieme a lei è riuscito a tracciare molte altre di queste incredibili supercar Jaguar di carbonioe kevlar, alcune sono finite in Giappone, altre in Europa e altre ancora negli Emirati Arabi. Rintracciare molte XJR-15 è fondamentale perché quest’anno verrà lanciato a Montecarlo il nuovo libro del designer Peter Stevens, e come contorno presenzieranno diversi esemplari in condizioni strabilianti, oltre ad annunciare la fondazione di un (ristretto) club apposito.

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