Dopo un salto temporale di una trentina d’anni, durante i quali l’unica emozione forte è il cambio di targa da FO 43518 a BO 677145, si arriva al 2005, quando l’allora Presidente del Registro Aurelia Italiano, Francesco Gandolfi, si imbatte al Salone di Padova in un collezionista inglese possessore di svariate fotografie di Aurelia ritratte in gara nei primi anni ‘50.
Acquistate le foto in blocco, la sua attenzione è catturata in particolare da quella di una B20, con il numero di gara 522, ritratta durante una sosta della Mille Miglia che, in un primo tempo, si crede quella del 1952: sono proprio le porte a incuriosirlo, perché egli le aveva viste in possesso del collezionista e amico di cui parliamo. Nasce più di un presentimento e, con il numero di targa ben visibile, è facile ottenere un estratto cronologico dal quale emerge che la FI 63719 della foto e la BO 677145 sono la stessa auto.
Da appassionati non ci è difficile immaginare l’emozione scatenata nell’animo del proprietario da una tale scoperta che ha immediate conseguenze: una volta verificato che, oltretutto, l’auto monta ancora lo stesso motore punzonato alla partenza della Mille Miglia 1953 (non poteva essere quella del 1952 in quanto l’auto risulta finita di costruire il 29 agosto) si procede a rimontare le porte “agonistiche”, a rimuovere i paraurti e ad una rinfrescata generale alla vernice, giusto in tempo per esporre la vettura così configurata al Museo Bonfanti in occasione della mostra “Aurelia, sintesi di un secolo di Lancia” tenutasi nel 2006.
Rimane da indagare sulle prese d’aria dei freni che, finalmente, guadagnano un senso dalle feritoie ovali visibili nella foto “incriminata” sul muso della macchina: è quasi superfluo segnalare che è bastata un’attenta ispezione dall’interno per trovare le saldature dei “coperchi” usati per richiuderle: rimossi quelli e ripristinata la reticella di protezione il gioco è fatto. L’auto torna uguale a quella che era in quella indimenticabile notte della fotografia.
Una notte che precedette il giorno glorioso in cui la Lancia Aurelia B20 II serie, scocca n. 00881, telaio n. 1877, motore n. 1988, guidata da Gian Carlo Scotti e Gianfranco Pierattelli taglia il traguardo di Brescia al quarantesimo posto assoluto (su 481 partenti) e settimo della classe Sport Internazionale fino a due litri risultando, inoltre, la più veloce tra le Aurelia al “Via!”; interessante da notare è il numero di gara 522, testimonianza dell’orario tardo di partenza (le 5,22 del mattino) tipico delle Sport.
Oggi che ci troviamo al cospetto di questa vettura, protagonista di una storia come questa, e che possiamo ascoltare la melodia del suo equilibratissimo motore mentre passa davanti al fotografo, mettendosi in posa, orgogliosa delle proprie prodezze giovanili e visibilmente grata a chi l’ha riscoperta e conservata con tanto amore, diventa proprio difficile trasmettere la profondità delle nostre emozioni: non ci proveremmo neppure se non sapessimo che siamo accomunati, con chi ci legge, dalla stessa passione.