di Dario Mella
30 August 2018

Lo Scorpione e la GTI: le due volumi sportive anni ‘80

Volkswagen ebbe l’idea con la Golf, Fiat prese la rincorsa con la Ritmo per superare, almeno in cavalleria, la rivale
E gli appassionati godevano… Le due auto protagoniste dell’ultima copertina di Automobilismo d’epoca
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Nella seconda metà degli anni ‘70, malgrado il momento negativo che porta inflazione e difficoltà per l’industria in generale, la passione per l’auto sportiva resta viva, anche se il gusto degli appassionati va orientandosi diversamente. Non più il classico coupè, ma la piccola berlina a due volumi e tre porte capace di graffiare grazie a un motore di cilindrata e potenza inusuali per la carrozzeria su cui è montato. Beninteso, esempi in passato di auto così ce n’erano stati, basti pensare alla Mini Cooper o alle Abarth derivate da utilitarie Fiat. Ora, però, questo approccio verso l’auto sportiva mette d’accordo la voglia di prestazioni brillanti con il pensiero corrente che, sull’onda lunga dell’embargo petrolifero, aveva messo in discussione il tradizionale ruolo non solo del coupé ma delle auto sportive in generale. Quindi niente più linee filanti e aggressive o caratterizzazioni estetiche dedicate, ma cavalleria e prestazioni camuffate da berlina da famiglia del segmento C con la quale ci si reca abitualmente al lavoro.
Il primo costruttore europeo a prendere atto di questa mutata realtà - e ad agire di conseguenza - è la Volkswagen, che al Salone di Francoforte del 1976 presenta la Golf GTI dove la “I” evidenzia l’alimentazione a iniezione. Dietro questa semplice vocale c’è in realtà un’abile mossa di marketing, perché, contrariamente alle abitudini, l’iniezione non viene indicata con la consueta lettera “E” che in tedesco sta per “Einspritz”, ma con l’iniziale del nome in inglese che è “injection”. (…)
In Fiat, invece, per le remore conseguenti la prima crisi energetica, era stato lasciato un vuoto nella produzione sportiva che si era cominciato a colmare con i modelli 127 Sport 70 HP e 131 Racing. Ma non erano concorrenti della Golf GTI: per l’inferiore cilindrata e segmento di appartenenza la prima, per la carrozzeria a tre volumi e per il superiore segmento la seconda. Bisogna attendere l’inizio del 1981 per vedere nel listino Fiat, con l’arrivo della Ritmo 105 TC, una sportiva di pari cilindrata, analoga per tipo di carrozzeria e segmento di mercato, pensata per contrastare la rivale tedesca. Con la 105 TC ci si era avvicinati e di parecchio alle prestazioni della Golf GTI, ma rimaneva ancora un gap da superare. Perché la 105 TC (che vuol dire 105 CV - Twin Cam - cioè doppio albero di distribuzione) aveva cinque cavalli di meno e pesava di più. Di qui l’idea di salire di cilindrata fino alla soglia limite di due litri oltre la quale si era penalizzati dall’IVA pesante. Il motore giusto era il duemila bialbero delle berline medie Fiat e Lancia. Con qualche modifica lo si porta a 125 CV, dando ai clienti, in occasione del Salone di Francoforte del 1981, quel qualcosa in più che colloca la nuova Ritmo Abarth 125 TC al vertice della categoria.
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