La serie delle Maserati 3500 GT -composta, lo ricordiamo, dalle varianti Coupé e Spyder carrozzate Touring, Allemano, Frua, Vignale, e successivamente evoluta nei modelli Sebring e Mistralnasce intorno al nuovo motore 6 cilindri in linea tutto in alluminio progettato, a partire dal 1956, dall’ingegnere Giulio Alfieri. Questo si basava sul precedente propulsore che spingeva le 350 S da competizione, la cui stretta parentela appare evidente osservando l’utilizzo di due candele per cilindro. Il resto della componentistica proviene dai migliori costruttori dell’epoca: ZF per il cambio e lo sterzo, Girling per i freni, Salisbury per il differenziale, Borg & Beck per la frizione.
TELAIO
Per rivestire il telaio tubolare vengono coinvolti i “sarti” della Touring e della Vignale, che realizzano rispettivamente le versioni coupé e spider. La presentazione ufficiale della 3500 GT è al Salone di Ginevra del 1957 e fino al 1964 se ne vendono 1950 esemplari, di cui 980 GTI (modello introdotto nel 1961 con iniezione Lucas e potenza massima di 235 CV, 15 in più rispetto alla GT). Già dopo il primo periodo di produzione appare evidente che i quattro freni a tamburo non sono sufficienti a fermare un’auto dalle dimensioni e dalle prestazioni elevate come questa Maserati. Così, a partire dal 1960, sono montati freni a disco anteriori e, dal 1962, anche posteriori. Nel frattempo anche il cambio a 4 marce è sostituito dal tipo a 5 rapporti. Già nel 1959 Giulio Alfieri aveva intanto ridisegnato il 6 cilindri per renderne più agevole ed economica la fabbricazione, ma anche per migliorare affidabilità e silenziosità (ricordiamo che derivava direttamente da un motore da corsa). Modifiche principali: nuovi passaggi acqua sulla testa, perni di banco maggiorati, carburatori Weber 42 DCOE6, pistoni Borgo dal diverso disegno e la potenza massima portata a 230 CV. L’esemplare pubblicato su queste pagine presenta forse il miglior equipaggiamento, avendo già i quattro freni a disco, il cambio a 5 marce e i carburatori anziché l’iniezione che dava non pochi problemi di affidabilità.
LA SVOLTA
È fuori dubbio che le 3500 GT/GTI rappresentino un punto cruciale nella produzione Maserati,aiutando a risollevare la sempre debole posizione economica dell’azienda emiliana. Nel 1958 la fabbrica è addirittura sotto il regime di amministrazione controllata. Da buoni imprenditori, gli Orsi fiutano la richiesta sempre maggiore per auto sportive di lusso e di qualità. In quegli anni si vive uno sviluppo economico notevole, è arrivato il momento per offrire qualcosa di più. Maserati è rimasta alle bellissime ma datate berlinette A6G, costruite peraltro in poche unità: bisogna reagire e agire proponendo un prodotto completamente nuovo. I numeri danno ragione agli Orsi: le 3500 GT/GTI sono prodotte in circa 2000 esemplari, a cui vanno aggiunti i successivi modelli Sebring (600 unità tra il 1962 e il 1968) e Mistral (955 dal 1963 al 1969), naturali evoluzioni delle originarie granturismo a 6 cilindri. La prima, realizzata da Vignale e così battezzata per celebrare i successi Maserati ottenuti sul circuito americano, è proposta in tre cilindrate: 3.5, 3.7 e 4.0. Su un telaio Sebring da 2.387 mm di passo Frua confeziona invece la Mistral, con uno stile decisamente più moderno e filante. Entrambi i modelli sono disponibili nelle varianti coupé e spider. Le granturismo a sei cilindri rimangono il fiore all’occhiello anche per l’ingegnere Giulio Alfieri, che a ragione ne andrà sempre fiero perché hanno letteralmente aperto un nuovo corso nella produzione in serie del Tridente.