di Tommaso Ferrari
14 October 2021

Officine Fioravanti porta la Testarossa nel ventunesimo secolo

Un lieve ammodernamento del mito Ferrari dona alla supercar di Maranello più potenza e sfruttabilità

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Ne ho incrociata una proprio l’altro giorno, una Testarossa rossa con specchietto singolo e cerchi monodado, che stava risalendo agile verso la Val di Fiemme. La Testarossa affascina gli appassionati fin dagli anni ’80 e le sue linee taglienti e il dodici cilindri a V di 180° hanno finito per stregare anche i ragazzi delle Officine Fioravanti, che in un mondo popolato da restomod hanno deciso di dire la loro. La base ovviamente è stata una Testarossa prima serie, bianca in omaggio a Miami Vice, dalla quale è stato ricavato un restomod molto sobrio, non esagerato né deciso a stravolgere la vettura, ma un elegante rifacimento delle parti più ‘datate’ per portarla nel ventunesimo secolo e per apprezzarla ancora di più al volante.

C’è sempre il rischio di esagerare pasticciando un classico, qua invece le cose sono state fatte all’insegna della discrezione, e ci piace. I bellissimi cerchi a stella innanzitutto sono cresciuti, arrivando a 17 pollici all’anteriore e 18 al posteriore con – a scelta – Michelin Pilot Sport 4 o 4S per uso stradale o addirittura Pirelli Trofeo R. Lo squisito V12 a 180° è stato rivisto per erogare 510 cavalli a ben 9.000 giri e 600 Nm di coppia, che migliorano notevolmente prestazioni e fluidità di guida, portando la velocità massima a 323 km/h. Si va avanti con freni Brembo, ABS regolabile in 12 differenti settaggi, sospensioni Ohlins (regolabili elettronicamente e con sollevatore fino a 70 mm), nuove barre antirollio e persino l’aerodinamica (senza toccare l’estetica) è stata migliorata lavorando sul fondo piatto; con tutte queste finezze chissà che gioia da guidare.

Altro aspetto che è rimasto il più vintage possibile pur coniugandosi allo stile moderno è l’abitacolo, con tanta pelle, strumentazione analogica Veglia, cambio manuale a gabbia aperta, sottile volante a tre razze e – tocco di classe – un bel telefono anni ’80 a mattone che però nasconde la connettività Bluetooth, oltre ad un autoradio nascosta con prese usb. Il progetto è azzeccato, non si sfora assolutamente oltre il buon gusto ma semplicemente sono stati insaporiti gli ingredienti di un’ottima ricetta per ottenere un risultato ancora più eccitante, con qualche piccolo comfort moderno che non guasta.

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