Ed è da quella vittoria al “Turini” che trae ispirazione l’idea di Promotor Classic di allestire la livrea evocativa “Bettega Tribute” della vettura; una replica fedele di quella con cui Bettega e Mannucci compirono l’impresa, esattamente quarant’anni fa. Quello di Attilio Bettega è infatti uno dei nomi che, a distanza di anni, ancora scaldano il cuore degli appassionati di rally.
Il giovane Attilio avvia la carriera agonistica nel 1972 con una Fiat 128 Coupé, la classica macchina di famiglia buona pure per correrci alla domenica; la sua grande occasione arriva solo cinque anni dopo, nel 1977, quando si mette in luce vincendo il Trofeo A112 e diventando un “ufficiale”. Conquista quindi volante e sedile dell’incredibile Lancia Stratos, con la quale, al Rally Valle d'Aosta, si classifica secondo assoluto dietro nientemeno che al “drago” Sandro Munari. In una carriera legata a doppio filo col gruppo Fiat e ingiustamente avara di vittorie, Attilio va diverse volte a podio. Il tragico epilogo arriva al Tour De Corse del 1985 quando, durante la quarta prova speciale, Bettega perde il controllo e finisce contro un albero con la sua Lancia Rally 037, che ne esce letteralmente aperta in due. Il suo navigatore, Maurizio Perissinot, scende dalla vettura illeso, mentre per Attilio non c’è nulla da fare.
Ma l’impresa che viene ricordata con più affetto è proprio quella al “Monte” del 1980: insieme ai mostri sacri del rally di quegli anni, gente come Walter Rohrl, Markku Alen, Bernard Darniche, Bjorn Waldegard ed Ari Vatanen, ci sono due italiani: uno è il nostro Attilio, l’altro è Mario Mannucci, decano della navigazione e storico “secondo” del grande Munari. Al via i due fanno quasi tenerezza, a bordo della loro piccola Fiat Ritmo 75 Abarth col numero 15 ma, come già detto, il Monte Carlo è una gara in cui non contano solo le dimensioni. E infatti, in una gara contesa a colpi di strategie tra Darniche su Stratos e Rohrl su 131 Abarth, la speciale per eccellenza, la dura e appassionante scalata al Col del Turini, vede spuntare a sorpresa il classico terzo che gode tra i due litiganti: la Ritmo bianca e blu del team italiano che, tra lo stupore generale, il giorno seguente si ritrova allo start in seconda posizione assoluta, staccato dai primi di soli quattro minuti. Un impresa miracolosa che, assieme alla memoria dei suoi autori, Alessio vorrà ricordare quest’anno, coadiuvato per la quinta volta consecutiva dall’amico Sergio, già campione italiano di regolarità. Dopo quarant’anni esatti, i due proveranno nuovamente a portare il nostro tricolore sul podio di Monte Carlo del 5 febbraio: nervi saldi, dita incrociate e un grosso in bocca al lupo!