Automobilismo d'epoca 4/5-2020

16 AUTOMOBILISMODEPOCA.IT | APRILE-MAGGIO2020 TAZIO SE NE VA, ARRIVA STIRLING Sopra a sinistra, Stirling Moss nel 1949, nemmeno ventenne, con papà Alfred e mamma Aileen dopo una vittoria. Sopra a destra, a Silverstone il 25 agosto 1950 il giovane Moss incontra il suo idolo Tazio Nuvolari, che ha 57 anni. Il giorno prima Nuvolari ha provato una Jaguar XK 120 ufficiale, verniciata di rosso in suo onore per disposizione del boss della casa di Coventry Mr Lyons. Ha fatto una dozzina di giri prima di decidere di non partecipare alla corsa del giorno dopo, per problemi di salute. È l'ultima auto da corsa che Nivola prova in un circuito. Nella pagina a fianco, Moss con la Mercedes alle verifiche della Mille Miglia 1955, il giorno prima di compiere l’impresa. IL RICORDO N egli ultimi anni lo si vedeva ospi- te agli eventi con un bastone da lui stesso progettato e realizza- to: quando si stancava di stare in piedi, si trasformava in un appoggio per se- dersi. Geniale, come era Stirling Moss, non soltanto alla guida: in casa aveva una serie di congegni, tutti progettati da lui, per ren- dere più comoda la vita, una sorta di domo- tica ante litteram. Geniale alla guida lo era senza dubbio, lo dicono i numeri, che nel- le corse, come nella matematica, non sono un’opinione: 16 GP vinti su 66 disputati va- lidi per il mondiale di F1, più altri 22 su 96 non iridati; e ancora, 79 vittorie in 174 gare iridate o internazionali con le Sport, e tante altre minori per un totale di 209 vittorie in Stirling Moss in 15 anni di professionismo vinse circa un terzo delle quasi 600 gare disputate, con oltre 80 modelli di auto diversi. Primo alla Targa Florio e alla Mille Miglia, in F1 il suo “score” era di 16 vittorie in 66 GP iridati. Se n’è andato una domenica di Pasqua, a settembre avrebbe compiuto 91 anni D I F RANCESCO P ELIZZARI - F OTO ARCHIVI A STON M ARTIN , M ASERATI , M ERCEDES RE CON MOLTE CORONE 585 gare a cui si iscrisse dal 1947 al 23 apri- le 1962 (una media di 39 gare all’anno!), il lunedi di Pasqua in cui la sua carriera s’in- terruppe drammaticamente. Stava corren- do al Glover Trophy a Goodwood, un GP non valido per il mondiale: la sua Lotus 18/21-Climax uscì di pista a gran velocità e Moss riportò gravi ferite, tra cui una all’oc- chio sinistro; tale era la fama di Moss che le televisioni britanniche interruppero le tra- smissioni per dare notizia dell’accaduto. Dopo un mese di coma e una lunga degen- za in ospedale si riprese bene, ma, tornato al volante, non si sentivapiùcompletamen- te a suo agio. Fece una prova, era ancora molto veloce, ma “non riuscivo più ad ave- re la concentrazione necessaria per questo mestiere”, disse; non trovava più quei po- chi decimi che facevano la differenza. Stir- lingMoss preferì allora smettere, a 33 anni, con grande lucidità e coraggio; ma senza dichiarare un ritiro ufficiale, cosa che fece soltanto il 9 giugno 2011, dicendo di “aver avuto paura” alla guida della Porsche 718 RS alla Le Mans Classic. La stessa lucidità che lo accompagnava al volante e con la quale aveva preferito intra- prendere una carriera diversa da quella del suo grande rivale-amico, JuanManuel Fan- gio.Moss, l’eterno secondo, il “Re senza co- rona”. Tutto vero, certo, ma comunque un grandissimo, un pilota che ha rappresenta- to un capitolo della storia dell’automobili- smo del dopoguerra: come Fangio, Clark,

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