Automobilismo d'epoca

Abbiamo trascorso una giornata con l’Alfetta GT Gruppo 2 protagonista in Corsica nel 1975 con J.C. Andruet, chiamato “Cavallo Pazzo” perché indomito e capace di imprese memorabili come il leggendario Capo Sioux. Il prestigioso motore 16 valvole è ancora in lavorazione, ma il fascino che emana questo vettura c’è già tutto DI RODOLFO SOLERA – FOTO PIERPAOLO ROMANO doppia accensione di derivazione GTAm. Finalmente l’Alfetta GT, omologata in Gruppo 2, è diventata un’arma da assoluto, comunque capace di competere con le più prestanti Gruppo 4 come le Lancia Stratos, pur se non ancora allo stesso livello. Alla guida c’è poi Jean Claude Andruet, il “Cavallo Pazzo” cui si devono imprese leggendarie. E difatti il campione francese vince due prove speciali davanti alle squadre Lancia e Renault, le grandi duellanti, e anche se alla fine si deve accontentare di un pur magnifico terzo posto assoluto avendo dovuto pagare oltre 7 minuti per un’uscita di strada e un errore di cronometraggio, ha ampiamente dimostrato sulle strette, tortuose e viscide stradine còrse il vero valore della nuova arma dell’Alfa Romeo. La conferma di ciò la si ha al successivo Rally du Var, dove sempre Andruet mette in riga la Stratos di Darniche in 6 prove speciali consecutive prima di doversi fermare col cambio rotto. Il Rally Lyon-Charbonnières di marzo ’76, conclusosi con un ritiro questa volta con Guy Fréquelin alla guida, è però per l’Alfetta GT 16 valvole la conclusione della carriera rallistica. L’ingegner Chiti ha deciso infatti incredibilmente di stoppare l’esperienza coi rally almeno per il momento, in attesa di tempi migliori emaggiore disponibilità di budget. Ma la bella #0010030 non ci sta a scomparire: sopravvive ad altre mille peripezie ed ora è qui che ci delizia con le sue forme rotonde e generose.

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