Automobilismo d'epoca 04-2018

113 REGOLABILE Anche sotto la pioggia (in apertura) la bella linea della 156 (in basso) riesce ugualmente ad emergere. A sinistra, il posto guida regolabile: il volante in altezza e profondità, il sedile in altezza e nel supporto lombare regolabile. Sotto: a sinistra la plancia, la strumentazione e la consolle con leva del cambio dotata di pomello in legno; al centro, gli strumenti secondari: indicatore livello carburante, orologio e termometro acqua; manca il manometro dell’olio; a destra, i comandi del climatizzatore automatico, di serie sulla 2.5 V6: a sinistra temperatura e a destra l’orientamento dell’aria. meo, cosa che gli Alfisti apprezzano, no- nostante la trazione anteriore. Quattro cilindri di vertice I motori della 156 sono all’altezza della si- tuazione: sono quattro a benzina e due diesel, questi ultimi modernissimi, con iniezione diretta Unijet, turbocompresso- re ed intercooler: si può scegliere tra il 1.9 JTD quattro cilindri da 105 Cv e il 2.4 JTD a 5 cilindri da 136 Cv (velocità massima 203 km/h). Variegata la gamma dei benzi- na: ai quattro cilindri in linea 1.6, 1.8 e 2.0, si unisce il V6 di 2500 cc. I quattro cilin- dri sono tutti a doppia accensione (Twin Spark) con 4 valvole per cilindro e varia- tore di fase. Il 1800 e il 2000 dispongono inoltre dell’aspirazione a geometria varia- bile a gestione elettronica. Il 2.0 ha anche due alberi controrotanti per ridurre le vi- brazioni. Con potenze di 120, 144 e 155 Cv i quattro cilindri Alfa sono ai vertici fra le berline aspirate di pari cilindrata. No- nostante il peso a vuoto rilevante (1230- 1250 kg, in ordine di marcia) le velocità sono notevoli: la Casa indica 200 km/h per il 1600, 210 km/h per il 1800 e 216 km/h per il 2000. V6 al top Il motore “top” sulla 156 è il 2.5 V6 a 24 valvole progettato da Giuseppe Busso, con cambio a 5 marce in blocco, monta-

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