Automobilismo d'epoca 8/9-2018

VITTORIA A TORINO In apertura, la Lancia D 50 in azione sulla pista del Centro Sicurezza FCA di Orbassano (TO). Sopra, Alberto Ascari si avvia a provare la monoposto a Monza nella primavera del 1954 sotto lo sguardo attento di Gianni Lancia, in piedi sulla destra. A fianco, Ascari riceve le ultime indicazioni dal progettista Vittorio Jano prima del GP di Torino del 1955, che il campione milanese vincerà (Archivio Centro Storico Fiat, Torino) . 69 M onza, 2 settembre 1956. Il Gran Premio d’Italia è la penultima prova del Campio- nato del Mondo di Formula 1. In lizza per la vittoria in campionato sono Stirling oss, su Maserati, e i ferraristi Peter Collins e Juan Manuel Fangio. Collins ha vinto i Gran Premi di Bel- gio e Francia, Fangio quelli d’Inghilterra e di Germa- nia. Moss è stato primo soltanto a Monaco, ma ha più piazzamenti. A tutti i tre piloti serve una vittoria a Monza, ultima delle otto gare in calendario, per met- tere le mani sul titolo iridato. Per i due giovani assi britannici sarebbe la prima volta; per Fangio, la quar- ta. Il GP si disputa sulla distanza di 50 giri dello Stra- dale di Monza comprese le curve di alta velocità, 10 km tondi ogni giro. Vince Stirling Moss su Masera- ti, ma il GP è ricordato soprattutto per due motivi: il beau geste di Collins, che cede la sua Ferrari all’an- ziano Fangio, ritirato, per consentirgli di vincere il titolo; e la vittoria postuma della Lancia: le Ferrari, che in quel momento sono le auto da battere, quan- do non sono penalizzate dagli pneumatici Englebert come accaduto in effetti proprio aMonza, sono stret- tamente derivate dalleD50 cheMaranello aveva rile- vato dopo il ritiro della Casa torinese.

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