Retromobile 2016: all’asta la Ferrari seconda all’ultima Mille Miglia

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Retromobile 2016: all’asta la Ferrari seconda all’ultima Mille Miglia3 Immagini11/12/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Si tratta della 335 S che, guidata da von Trips, terminò dietro quella di Taruffi nella tragica edizione finale della “Freccia Rossa”. Presentata da Artcurial, faceva parte della collezione Bardinon. Stima di vendita 28/32 milioni di euro.a cura della RedazioneIl 5 febbraio 2016 si terrà la consueta asta diArtcurialin occasione diRetromobileaParigi. Pezzo forte dell’incanto sarà laFerrari 335 Sche faceva parte della famosissima collezione diPierre Bardinon. Si tratta deltelaio 0674, del 1957, che si prevede potrà ottenere il nuovo record assoluto di queste particolari gare che sono diventate le aste internazionali. Record che sono sempre (e da sempre) appannaggio di modelli con il Cavallino sulle fiancate. Il primato attuale è detenuto infatti dalla 250 California Spyder che è stata aggiudicata a inizio 2015 proprio dalla casa d’aste francese, sempre a Parigi-Retromobile: era una delle automobili ritrovate in uno dei più grandi e sensazionali “barn-find” della storia: la Collezione Baillon. Quella California fu venduta per 16,3 milioni di euro. Per questa 335 S la base d’asta è fissata a 28/32 milioni di euro.Ufficiale e vincenteLa Ferrari 335 S #0674 uscì dalle officine Ferrari a inizio ’57, concarrozzeria Scaglietti e motore V12 3.8 Tipo 140(dunque con cilindrata unitaria 315), bialbero da circa 360 CV. Nel marzo di quell’anno fu iscritta alla12 ore di Sebring, dove terminò al 6° posto condotta daPeter Collins/Maurice Trintignant.L’appuntamento più importante era però la1000 Miglia, dove la #0674 fu iscritta conWolfgang von Tripsalla guida: il tedesco terminò al secondo posto dietro Piero Taruffi, su un’altra Ferrari, in quella edizione che fece, suo malgrado e tragicamente, la storia delle corse automobilistiche. In quell’occasione, al pari della macchina di Alfonso de Portago protagonista della tragedia di Guidizzolo di Mantova, la macchina divenne “335”,montando il V12 maggiorato a 4 litri (335) per una potenza superiore ai 400 CVe una velocità massima di oltre 300 km/h.Per la24 ore di Le Mansl’auto fu affidata a Mike Hawthorn/Luigi Musso: si ritirò, ma il pilota inglese fece segnare per la prima volta nella storia della gara francese un giro veloce superiore ai 200 km/h di media (203,015 per l’esattezza). Dopo altri risultati in gare come il GP di Svezia e quello del Venezuela, che contribuirono alla conquista del mondiale Sport ’57 da parte di Maranello,nel gennaio 1958 la #0674 fu venduta a Luigi Chinettia New York. Il 24 febbraio di quell’anno vinse il GP di Cuba con Masten Gregory/Stirling Moss, poi partecipò ad altre gare minori prioma di essere rivenduta a un architetto della Pennsylvania.Pierre BardinonDall’America, nel 1970 la vettura fu portata in Francia, per la precisione ad Aubusson, a casa di Pierre Bardinon, il francese che negli anni mise insieme unacollezione di circa 50 Ferrari da competizione, tra le più rappresentative, che nel tempo avrebbe assunto un valore sensazionale. Appassionato fin dalla giovinezza di corse automobilistiche, e lui stesso gentleman-driver, Bardinon inizialmente ebbe nel cuore le Bugatti e poi le Jaguar. Ma a fine anni ’60 iniziò ad appassionarsi anche alle Ferrari, di cui raccolsesoltanto esemplari “ufficiali”come questa 335 S, tra cui quattro delle nove Ferrari vincitrici della 24 Ore di Le Mans. Per mantenere in efficienza tanta collezione, Bardinon costruì addirittura un suo circuito di “casa”, dove invitò in seguito a girare i team Matra, Alpine, i club Ferrari, Bugatti e Bentley e tramite il quale sviluppò relazioni con Case come Peugeot, Mercedes-Benz, Alfa Romeo, Porsche tra le altre.Lo stesso Enzo Ferrari una volta rispose alla domanda come mai non ci fosse una raccolta di Ferrari a Maranello: “Non l’ho fatta perché ci ha pensato per me Bardinon”.Tutto su:artcurialcarrozzeria scagliettiFerrari S.p.A.pierre bardinonretromobile parigiSocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Maggio 2016La copertina è dedicata alla De Tomaso Mangusta, splendida GT all’italiana, per quanto poco fortunata.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

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11/12/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Si tratta della 335 S che, guidata da von Trips, terminò dietro quella di Taruffi nella tragica edizione finale della “Freccia Rossa”. Presentata da Artcurial, faceva parte della collezione Bardinon. Stima di vendita 28/32 milioni di euro.

11/12/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:

Si tratta della 335 S che, guidata da von Trips, terminò dietro quella di Taruffi nella tragica edizione finale della “Freccia Rossa”. Presentata da Artcurial, faceva parte della collezione Bardinon. Stima di vendita 28/32 milioni di euro.

a cura della RedazioneIl 5 febbraio 2016 si terrà la consueta asta diArtcurialin occasione diRetromobileaParigi. Pezzo forte dell’incanto sarà laFerrari 335 Sche faceva parte della famosissima collezione diPierre Bardinon. Si tratta deltelaio 0674, del 1957, che si prevede potrà ottenere il nuovo record assoluto di queste particolari gare che sono diventate le aste internazionali. Record che sono sempre (e da sempre) appannaggio di modelli con il Cavallino sulle fiancate. Il primato attuale è detenuto infatti dalla 250 California Spyder che è stata aggiudicata a inizio 2015 proprio dalla casa d’aste francese, sempre a Parigi-Retromobile: era una delle automobili ritrovate in uno dei più grandi e sensazionali “barn-find” della storia: la Collezione Baillon. Quella California fu venduta per 16,3 milioni di euro. Per questa 335 S la base d’asta è fissata a 28/32 milioni di euro.Ufficiale e vincenteLa Ferrari 335 S #0674 uscì dalle officine Ferrari a inizio ’57, concarrozzeria Scaglietti e motore V12 3.8 Tipo 140(dunque con cilindrata unitaria 315), bialbero da circa 360 CV. Nel marzo di quell’anno fu iscritta alla12 ore di Sebring, dove terminò al 6° posto condotta daPeter Collins/Maurice Trintignant.L’appuntamento più importante era però la1000 Miglia, dove la #0674 fu iscritta conWolfgang von Tripsalla guida: il tedesco terminò al secondo posto dietro Piero Taruffi, su un’altra Ferrari, in quella edizione che fece, suo malgrado e tragicamente, la storia delle corse automobilistiche. In quell’occasione, al pari della macchina di Alfonso de Portago protagonista della tragedia di Guidizzolo di Mantova, la macchina divenne “335”,montando il V12 maggiorato a 4 litri (335) per una potenza superiore ai 400 CVe una velocità massima di oltre 300 km/h.Per la24 ore di Le Mansl’auto fu affidata a Mike Hawthorn/Luigi Musso: si ritirò, ma il pilota inglese fece segnare per la prima volta nella storia della gara francese un giro veloce superiore ai 200 km/h di media (203,015 per l’esattezza). Dopo altri risultati in gare come il GP di Svezia e quello del Venezuela, che contribuirono alla conquista del mondiale Sport ’57 da parte di Maranello,nel gennaio 1958 la #0674 fu venduta a Luigi Chinettia New York. Il 24 febbraio di quell’anno vinse il GP di Cuba con Masten Gregory/Stirling Moss, poi partecipò ad altre gare minori prioma di essere rivenduta a un architetto della Pennsylvania.Pierre BardinonDall’America, nel 1970 la vettura fu portata in Francia, per la precisione ad Aubusson, a casa di Pierre Bardinon, il francese che negli anni mise insieme unacollezione di circa 50 Ferrari da competizione, tra le più rappresentative, che nel tempo avrebbe assunto un valore sensazionale. Appassionato fin dalla giovinezza di corse automobilistiche, e lui stesso gentleman-driver, Bardinon inizialmente ebbe nel cuore le Bugatti e poi le Jaguar. Ma a fine anni ’60 iniziò ad appassionarsi anche alle Ferrari, di cui raccolsesoltanto esemplari “ufficiali”come questa 335 S, tra cui quattro delle nove Ferrari vincitrici della 24 Ore di Le Mans. Per mantenere in efficienza tanta collezione, Bardinon costruì addirittura un suo circuito di “casa”, dove invitò in seguito a girare i team Matra, Alpine, i club Ferrari, Bugatti e Bentley e tramite il quale sviluppò relazioni con Case come Peugeot, Mercedes-Benz, Alfa Romeo, Porsche tra le altre.Lo stesso Enzo Ferrari una volta rispose alla domanda come mai non ci fosse una raccolta di Ferrari a Maranello: “Non l’ho fatta perché ci ha pensato per me Bardinon”.Tutto su:artcurialcarrozzeria scagliettiFerrari S.p.A.pierre bardinonretromobile parigi

Il 5 febbraio 2016 si terrà la consueta asta diArtcurialin occasione diRetromobileaParigi. Pezzo forte dell’incanto sarà laFerrari 335 Sche faceva parte della famosissima collezione diPierre Bardinon. Si tratta deltelaio 0674, del 1957, che si prevede potrà ottenere il nuovo record assoluto di queste particolari gare che sono diventate le aste internazionali. Record che sono sempre (e da sempre) appannaggio di modelli con il Cavallino sulle fiancate. Il primato attuale è detenuto infatti dalla 250 California Spyder che è stata aggiudicata a inizio 2015 proprio dalla casa d’aste francese, sempre a Parigi-Retromobile: era una delle automobili ritrovate in uno dei più grandi e sensazionali “barn-find” della storia: la Collezione Baillon. Quella California fu venduta per 16,3 milioni di euro. Per questa 335 S la base d’asta è fissata a 28/32 milioni di euro.Ufficiale e vincenteLa Ferrari 335 S #0674 uscì dalle officine Ferrari a inizio ’57, concarrozzeria Scaglietti e motore V12 3.8 Tipo 140(dunque con cilindrata unitaria 315), bialbero da circa 360 CV. Nel marzo di quell’anno fu iscritta alla12 ore di Sebring, dove terminò al 6° posto condotta daPeter Collins/Maurice Trintignant.L’appuntamento più importante era però la1000 Miglia, dove la #0674 fu iscritta conWolfgang von Tripsalla guida: il tedesco terminò al secondo posto dietro Piero Taruffi, su un’altra Ferrari, in quella edizione che fece, suo malgrado e tragicamente, la storia delle corse automobilistiche. In quell’occasione, al pari della macchina di Alfonso de Portago protagonista della tragedia di Guidizzolo di Mantova, la macchina divenne “335”,montando il V12 maggiorato a 4 litri (335) per una potenza superiore ai 400 CVe una velocità massima di oltre 300 km/h.Per la24 ore di Le Mansl’auto fu affidata a Mike Hawthorn/Luigi Musso: si ritirò, ma il pilota inglese fece segnare per la prima volta nella storia della gara francese un giro veloce superiore ai 200 km/h di media (203,015 per l’esattezza). Dopo altri risultati in gare come il GP di Svezia e quello del Venezuela, che contribuirono alla conquista del mondiale Sport ’57 da parte di Maranello,nel gennaio 1958 la #0674 fu venduta a Luigi Chinettia New York. Il 24 febbraio di quell’anno vinse il GP di Cuba con Masten Gregory/Stirling Moss, poi partecipò ad altre gare minori prioma di essere rivenduta a un architetto della Pennsylvania.Pierre BardinonDall’America, nel 1970 la vettura fu portata in Francia, per la precisione ad Aubusson, a casa di Pierre Bardinon, il francese che negli anni mise insieme unacollezione di circa 50 Ferrari da competizione, tra le più rappresentative, che nel tempo avrebbe assunto un valore sensazionale. Appassionato fin dalla giovinezza di corse automobilistiche, e lui stesso gentleman-driver, Bardinon inizialmente ebbe nel cuore le Bugatti e poi le Jaguar. Ma a fine anni ’60 iniziò ad appassionarsi anche alle Ferrari, di cui raccolsesoltanto esemplari “ufficiali”come questa 335 S, tra cui quattro delle nove Ferrari vincitrici della 24 Ore di Le Mans. Per mantenere in efficienza tanta collezione, Bardinon costruì addirittura un suo circuito di “casa”, dove invitò in seguito a girare i team Matra, Alpine, i club Ferrari, Bugatti e Bentley e tramite il quale sviluppò relazioni con Case come Peugeot, Mercedes-Benz, Alfa Romeo, Porsche tra le altre.Lo stesso Enzo Ferrari una volta rispose alla domanda come mai non ci fosse una raccolta di Ferrari a Maranello: “Non l’ho fatta perché ci ha pensato per me Bardinon”.

Il 5 febbraio 2016 si terrà la consueta asta diArtcurialin occasione diRetromobileaParigi. Pezzo forte dell’incanto sarà laFerrari 335 Sche faceva parte della famosissima collezione diPierre Bardinon. Si tratta deltelaio 0674, del 1957, che si prevede potrà ottenere il nuovo record assoluto di queste particolari gare che sono diventate le aste internazionali. Record che sono sempre (e da sempre) appannaggio di modelli con il Cavallino sulle fiancate. Il primato attuale è detenuto infatti dalla 250 California Spyder che è stata aggiudicata a inizio 2015 proprio dalla casa d’aste francese, sempre a Parigi-Retromobile: era una delle automobili ritrovate in uno dei più grandi e sensazionali “barn-find” della storia: la Collezione Baillon. Quella California fu venduta per 16,3 milioni di euro. Per questa 335 S la base d’asta è fissata a 28/32 milioni di euro.

La Ferrari 335 S #0674 uscì dalle officine Ferrari a inizio ’57, concarrozzeria Scaglietti e motore V12 3.8 Tipo 140(dunque con cilindrata unitaria 315), bialbero da circa 360 CV. Nel marzo di quell’anno fu iscritta alla12 ore di Sebring, dove terminò al 6° posto condotta daPeter Collins/Maurice Trintignant.

L’appuntamento più importante era però la1000 Miglia, dove la #0674 fu iscritta conWolfgang von Tripsalla guida: il tedesco terminò al secondo posto dietro Piero Taruffi, su un’altra Ferrari, in quella edizione che fece, suo malgrado e tragicamente, la storia delle corse automobilistiche. In quell’occasione, al pari della macchina di Alfonso de Portago protagonista della tragedia di Guidizzolo di Mantova, la macchina divenne “335”,montando il V12 maggiorato a 4 litri (335) per una potenza superiore ai 400 CVe una velocità massima di oltre 300 km/h.

Per la24 ore di Le Mansl’auto fu affidata a Mike Hawthorn/Luigi Musso: si ritirò, ma il pilota inglese fece segnare per la prima volta nella storia della gara francese un giro veloce superiore ai 200 km/h di media (203,015 per l’esattezza). Dopo altri risultati in gare come il GP di Svezia e quello del Venezuela, che contribuirono alla conquista del mondiale Sport ’57 da parte di Maranello,nel gennaio 1958 la #0674 fu venduta a Luigi Chinettia New York. Il 24 febbraio di quell’anno vinse il GP di Cuba con Masten Gregory/Stirling Moss, poi partecipò ad altre gare minori prioma di essere rivenduta a un architetto della Pennsylvania.

Dall’America, nel 1970 la vettura fu portata in Francia, per la precisione ad Aubusson, a casa di Pierre Bardinon, il francese che negli anni mise insieme unacollezione di circa 50 Ferrari da competizione, tra le più rappresentative, che nel tempo avrebbe assunto un valore sensazionale. Appassionato fin dalla giovinezza di corse automobilistiche, e lui stesso gentleman-driver, Bardinon inizialmente ebbe nel cuore le Bugatti e poi le Jaguar. Ma a fine anni ’60 iniziò ad appassionarsi anche alle Ferrari, di cui raccolsesoltanto esemplari “ufficiali”come questa 335 S, tra cui quattro delle nove Ferrari vincitrici della 24 Ore di Le Mans. Per mantenere in efficienza tanta collezione, Bardinon costruì addirittura un suo circuito di “casa”, dove invitò in seguito a girare i team Matra, Alpine, i club Ferrari, Bugatti e Bentley e tramite il quale sviluppò relazioni con Case come Peugeot, Mercedes-Benz, Alfa Romeo, Porsche tra le altre.

Lo stesso Enzo Ferrari una volta rispose alla domanda come mai non ci fosse una raccolta di Ferrari a Maranello: “Non l’ho fatta perché ci ha pensato per me Bardinon”.

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