(Ri)pagare sempre

CERCALogin / RegistratiEditLog outxLog inricordamirecupera passwordRegistrati a Automobilismodepoca.itEDITORIALENEWSBELLISSIMEGUIDA ACQUISTOSPORTTECNICAIO E LA MIA AUTOGALLERYVIDEO(Ri)pagare sempre04/02/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Tra tasse e balzelli vari, l’automobile d’epoca paga tanto quanto quelle normali. Sarebbe ora di smetterla di fare distinzioni, piuttosto pensiamo a tutto il resto che ogni giorno e non una volta all’anno dobbiamo pagaredi Francesco PelizzariL’argomento più gettonato sul sitowww.automobilismodepoca.ite sulla pagina Facebook, manco a dirlo, è la questione dei “bolli” delle auto ventennali. Appena si scrive qualcosa, al proposito, fioccano le visite. Molti preferiscono discutere delle brutture burocratiche che parlare di automobili. D’altra parte, stringi stringi si parla di soldi, argomento a cui tutti siamo sensibili. E poi, anche nei casi in cui le esenzioni sono mantenute, è ancora difficile capire chi ne ha diritto, da quando e come. Insomma, è il solito caos all’italiana, in cui quasi ognuno fa caso a sé. Speriamo che le Regioni facciano chiarezza: vi terremo aggiornati.Dopodiché, ci domandiamo: ma noi automobilisti “d’epoca” siamo diversi dagli altri utenti della strada? La risposta è si, perché certo la strada la usiamo meno di altri; ma anche no, perché siamo cittadini come tutti gli altri. E come tali, paghiamo fior di tasse. E adesso, dobbiamo pagare ancora perché qualcuno stabilisce che ci sono in giro troppe auto “vecchie” (quindi dannose: ma perché?). Poi paghiamo pedaggi assurdi per autostrade con cantieri infiniti (vedi Milano-Torino). Abbiamo la benzina tra le più care d’Europa (e si adegua al prezzo del petrolio alla metà della velocità di quest’ultimo). Le assicurazioni sono tra le più costose d’Europa.E, infine: quanti cartelli stradali ci sono in giro? Siamo sicuri che servano? Il bello è che sono anche dannosi, dunque il conto arriva due volte, o tre. Lo dice l’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale) nel suo ultimo rapporto. Secondo cui la distrazione del guidatore, l’eccesso di velocità, l’ebbrezza rappresentano il 40% dei motivi di incidente. Il 30% dipende dalla manutenzione delle strade e un altro 30% da come è strutturata e segnalata la rete stradale.Sapete quanti sono i cartelli stradali in Italia? 12 milioni. 24 cartelli per ogni auto ventennale certificata ASI. Quanto costa ogni incidente alla collettività? Parecchio, certamente. Chi si è arricchito, e continua ad arricchirsi, piantando cartelli ovunque? E perché di fronte a tutto questo un’automobile che percorre, a dir tanto, 5.000 km l’anno, deve ancora pagare un bollo, ma forse no, oppure si ma ridotto, basta che sia certificata?Forse dovremmo pensare di essere prima di tutto cittadini, senza distinguere se usiamo un’auto moderna o antica.Tutto su:bollo autoSocialÈ in edicola Automobilismo d’epoca di aprile 2015Il nuovo numero anticipa in copertina il servizio su un’italiana particolare, la Abarth OTR 1000 con il motore a testa “radiale”Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

(Ri)pagare sempre04/02/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Tra tasse e balzelli vari, l’automobile d’epoca paga tanto quanto quelle normali. Sarebbe ora di smetterla di fare distinzioni, piuttosto pensiamo a tutto il resto che ogni giorno e non una volta all’anno dobbiamo pagaredi Francesco PelizzariL’argomento più gettonato sul sitowww.automobilismodepoca.ite sulla pagina Facebook, manco a dirlo, è la questione dei “bolli” delle auto ventennali. Appena si scrive qualcosa, al proposito, fioccano le visite. Molti preferiscono discutere delle brutture burocratiche che parlare di automobili. D’altra parte, stringi stringi si parla di soldi, argomento a cui tutti siamo sensibili. E poi, anche nei casi in cui le esenzioni sono mantenute, è ancora difficile capire chi ne ha diritto, da quando e come. Insomma, è il solito caos all’italiana, in cui quasi ognuno fa caso a sé. Speriamo che le Regioni facciano chiarezza: vi terremo aggiornati.Dopodiché, ci domandiamo: ma noi automobilisti “d’epoca” siamo diversi dagli altri utenti della strada? La risposta è si, perché certo la strada la usiamo meno di altri; ma anche no, perché siamo cittadini come tutti gli altri. E come tali, paghiamo fior di tasse. E adesso, dobbiamo pagare ancora perché qualcuno stabilisce che ci sono in giro troppe auto “vecchie” (quindi dannose: ma perché?). Poi paghiamo pedaggi assurdi per autostrade con cantieri infiniti (vedi Milano-Torino). Abbiamo la benzina tra le più care d’Europa (e si adegua al prezzo del petrolio alla metà della velocità di quest’ultimo). Le assicurazioni sono tra le più costose d’Europa.E, infine: quanti cartelli stradali ci sono in giro? Siamo sicuri che servano? Il bello è che sono anche dannosi, dunque il conto arriva due volte, o tre. Lo dice l’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale) nel suo ultimo rapporto. Secondo cui la distrazione del guidatore, l’eccesso di velocità, l’ebbrezza rappresentano il 40% dei motivi di incidente. Il 30% dipende dalla manutenzione delle strade e un altro 30% da come è strutturata e segnalata la rete stradale.Sapete quanti sono i cartelli stradali in Italia? 12 milioni. 24 cartelli per ogni auto ventennale certificata ASI. Quanto costa ogni incidente alla collettività? Parecchio, certamente. Chi si è arricchito, e continua ad arricchirsi, piantando cartelli ovunque? E perché di fronte a tutto questo un’automobile che percorre, a dir tanto, 5.000 km l’anno, deve ancora pagare un bollo, ma forse no, oppure si ma ridotto, basta che sia certificata?Forse dovremmo pensare di essere prima di tutto cittadini, senza distinguere se usiamo un’auto moderna o antica.Tutto su:bollo autoSocialÈ in edicola Automobilismo d’epoca di aprile 2015Il nuovo numero anticipa in copertina il servizio su un’italiana particolare, la Abarth OTR 1000 con il motore a testa “radiale”Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

(Ri)pagare sempre04/02/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Tra tasse e balzelli vari, l’automobile d’epoca paga tanto quanto quelle normali. Sarebbe ora di smetterla di fare distinzioni, piuttosto pensiamo a tutto il resto che ogni giorno e non una volta all’anno dobbiamo pagaredi Francesco PelizzariL’argomento più gettonato sul sitowww.automobilismodepoca.ite sulla pagina Facebook, manco a dirlo, è la questione dei “bolli” delle auto ventennali. Appena si scrive qualcosa, al proposito, fioccano le visite. Molti preferiscono discutere delle brutture burocratiche che parlare di automobili. D’altra parte, stringi stringi si parla di soldi, argomento a cui tutti siamo sensibili. E poi, anche nei casi in cui le esenzioni sono mantenute, è ancora difficile capire chi ne ha diritto, da quando e come. Insomma, è il solito caos all’italiana, in cui quasi ognuno fa caso a sé. Speriamo che le Regioni facciano chiarezza: vi terremo aggiornati.Dopodiché, ci domandiamo: ma noi automobilisti “d’epoca” siamo diversi dagli altri utenti della strada? La risposta è si, perché certo la strada la usiamo meno di altri; ma anche no, perché siamo cittadini come tutti gli altri. E come tali, paghiamo fior di tasse. E adesso, dobbiamo pagare ancora perché qualcuno stabilisce che ci sono in giro troppe auto “vecchie” (quindi dannose: ma perché?). Poi paghiamo pedaggi assurdi per autostrade con cantieri infiniti (vedi Milano-Torino). Abbiamo la benzina tra le più care d’Europa (e si adegua al prezzo del petrolio alla metà della velocità di quest’ultimo). Le assicurazioni sono tra le più costose d’Europa.E, infine: quanti cartelli stradali ci sono in giro? Siamo sicuri che servano? Il bello è che sono anche dannosi, dunque il conto arriva due volte, o tre. Lo dice l’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale) nel suo ultimo rapporto. Secondo cui la distrazione del guidatore, l’eccesso di velocità, l’ebbrezza rappresentano il 40% dei motivi di incidente. Il 30% dipende dalla manutenzione delle strade e un altro 30% da come è strutturata e segnalata la rete stradale.Sapete quanti sono i cartelli stradali in Italia? 12 milioni. 24 cartelli per ogni auto ventennale certificata ASI. Quanto costa ogni incidente alla collettività? Parecchio, certamente. Chi si è arricchito, e continua ad arricchirsi, piantando cartelli ovunque? E perché di fronte a tutto questo un’automobile che percorre, a dir tanto, 5.000 km l’anno, deve ancora pagare un bollo, ma forse no, oppure si ma ridotto, basta che sia certificata?Forse dovremmo pensare di essere prima di tutto cittadini, senza distinguere se usiamo un’auto moderna o antica.Tutto su:bollo auto

04/02/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Tra tasse e balzelli vari, l’automobile d’epoca paga tanto quanto quelle normali. Sarebbe ora di smetterla di fare distinzioni, piuttosto pensiamo a tutto il resto che ogni giorno e non una volta all’anno dobbiamo pagare

04/02/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:

Tra tasse e balzelli vari, l’automobile d’epoca paga tanto quanto quelle normali. Sarebbe ora di smetterla di fare distinzioni, piuttosto pensiamo a tutto il resto che ogni giorno e non una volta all’anno dobbiamo pagare

di Francesco PelizzariL’argomento più gettonato sul sitowww.automobilismodepoca.ite sulla pagina Facebook, manco a dirlo, è la questione dei “bolli” delle auto ventennali. Appena si scrive qualcosa, al proposito, fioccano le visite. Molti preferiscono discutere delle brutture burocratiche che parlare di automobili. D’altra parte, stringi stringi si parla di soldi, argomento a cui tutti siamo sensibili. E poi, anche nei casi in cui le esenzioni sono mantenute, è ancora difficile capire chi ne ha diritto, da quando e come. Insomma, è il solito caos all’italiana, in cui quasi ognuno fa caso a sé. Speriamo che le Regioni facciano chiarezza: vi terremo aggiornati.Dopodiché, ci domandiamo: ma noi automobilisti “d’epoca” siamo diversi dagli altri utenti della strada? La risposta è si, perché certo la strada la usiamo meno di altri; ma anche no, perché siamo cittadini come tutti gli altri. E come tali, paghiamo fior di tasse. E adesso, dobbiamo pagare ancora perché qualcuno stabilisce che ci sono in giro troppe auto “vecchie” (quindi dannose: ma perché?). Poi paghiamo pedaggi assurdi per autostrade con cantieri infiniti (vedi Milano-Torino). Abbiamo la benzina tra le più care d’Europa (e si adegua al prezzo del petrolio alla metà della velocità di quest’ultimo). Le assicurazioni sono tra le più costose d’Europa.E, infine: quanti cartelli stradali ci sono in giro? Siamo sicuri che servano? Il bello è che sono anche dannosi, dunque il conto arriva due volte, o tre. Lo dice l’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale) nel suo ultimo rapporto. Secondo cui la distrazione del guidatore, l’eccesso di velocità, l’ebbrezza rappresentano il 40% dei motivi di incidente. Il 30% dipende dalla manutenzione delle strade e un altro 30% da come è strutturata e segnalata la rete stradale.Sapete quanti sono i cartelli stradali in Italia? 12 milioni. 24 cartelli per ogni auto ventennale certificata ASI. Quanto costa ogni incidente alla collettività? Parecchio, certamente. Chi si è arricchito, e continua ad arricchirsi, piantando cartelli ovunque? E perché di fronte a tutto questo un’automobile che percorre, a dir tanto, 5.000 km l’anno, deve ancora pagare un bollo, ma forse no, oppure si ma ridotto, basta che sia certificata?Forse dovremmo pensare di essere prima di tutto cittadini, senza distinguere se usiamo un’auto moderna o antica.Tutto su:bollo auto

L’argomento più gettonato sul sitowww.automobilismodepoca.ite sulla pagina Facebook, manco a dirlo, è la questione dei “bolli” delle auto ventennali. Appena si scrive qualcosa, al proposito, fioccano le visite. Molti preferiscono discutere delle brutture burocratiche che parlare di automobili. D’altra parte, stringi stringi si parla di soldi, argomento a cui tutti siamo sensibili. E poi, anche nei casi in cui le esenzioni sono mantenute, è ancora difficile capire chi ne ha diritto, da quando e come. Insomma, è il solito caos all’italiana, in cui quasi ognuno fa caso a sé. Speriamo che le Regioni facciano chiarezza: vi terremo aggiornati.Dopodiché, ci domandiamo: ma noi automobilisti “d’epoca” siamo diversi dagli altri utenti della strada? La risposta è si, perché certo la strada la usiamo meno di altri; ma anche no, perché siamo cittadini come tutti gli altri. E come tali, paghiamo fior di tasse. E adesso, dobbiamo pagare ancora perché qualcuno stabilisce che ci sono in giro troppe auto “vecchie” (quindi dannose: ma perché?). Poi paghiamo pedaggi assurdi per autostrade con cantieri infiniti (vedi Milano-Torino). Abbiamo la benzina tra le più care d’Europa (e si adegua al prezzo del petrolio alla metà della velocità di quest’ultimo). Le assicurazioni sono tra le più costose d’Europa.E, infine: quanti cartelli stradali ci sono in giro? Siamo sicuri che servano? Il bello è che sono anche dannosi, dunque il conto arriva due volte, o tre. Lo dice l’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale) nel suo ultimo rapporto. Secondo cui la distrazione del guidatore, l’eccesso di velocità, l’ebbrezza rappresentano il 40% dei motivi di incidente. Il 30% dipende dalla manutenzione delle strade e un altro 30% da come è strutturata e segnalata la rete stradale.Sapete quanti sono i cartelli stradali in Italia? 12 milioni. 24 cartelli per ogni auto ventennale certificata ASI. Quanto costa ogni incidente alla collettività? Parecchio, certamente. Chi si è arricchito, e continua ad arricchirsi, piantando cartelli ovunque? E perché di fronte a tutto questo un’automobile che percorre, a dir tanto, 5.000 km l’anno, deve ancora pagare un bollo, ma forse no, oppure si ma ridotto, basta che sia certificata?Forse dovremmo pensare di essere prima di tutto cittadini, senza distinguere se usiamo un’auto moderna o antica.

L’argomento più gettonato sul sitowww.automobilismodepoca.ite sulla pagina Facebook, manco a dirlo, è la questione dei “bolli” delle auto ventennali. Appena si scrive qualcosa, al proposito, fioccano le visite. Molti preferiscono discutere delle brutture burocratiche che parlare di automobili. D’altra parte, stringi stringi si parla di soldi, argomento a cui tutti siamo sensibili. E poi, anche nei casi in cui le esenzioni sono mantenute, è ancora difficile capire chi ne ha diritto, da quando e come. Insomma, è il solito caos all’italiana, in cui quasi ognuno fa caso a sé. Speriamo che le Regioni facciano chiarezza: vi terremo aggiornati.

Dopodiché, ci domandiamo: ma noi automobilisti “d’epoca” siamo diversi dagli altri utenti della strada? La risposta è si, perché certo la strada la usiamo meno di altri; ma anche no, perché siamo cittadini come tutti gli altri. E come tali, paghiamo fior di tasse. E adesso, dobbiamo pagare ancora perché qualcuno stabilisce che ci sono in giro troppe auto “vecchie” (quindi dannose: ma perché?). Poi paghiamo pedaggi assurdi per autostrade con cantieri infiniti (vedi Milano-Torino). Abbiamo la benzina tra le più care d’Europa (e si adegua al prezzo del petrolio alla metà della velocità di quest’ultimo). Le assicurazioni sono tra le più costose d’Europa.

E, infine: quanti cartelli stradali ci sono in giro? Siamo sicuri che servano? Il bello è che sono anche dannosi, dunque il conto arriva due volte, o tre. Lo dice l’ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale) nel suo ultimo rapporto. Secondo cui la distrazione del guidatore, l’eccesso di velocità, l’ebbrezza rappresentano il 40% dei motivi di incidente. Il 30% dipende dalla manutenzione delle strade e un altro 30% da come è strutturata e segnalata la rete stradale.

Sapete quanti sono i cartelli stradali in Italia? 12 milioni. 24 cartelli per ogni auto ventennale certificata ASI. Quanto costa ogni incidente alla collettività? Parecchio, certamente. Chi si è arricchito, e continua ad arricchirsi, piantando cartelli ovunque? E perché di fronte a tutto questo un’automobile che percorre, a dir tanto, 5.000 km l’anno, deve ancora pagare un bollo, ma forse no, oppure si ma ridotto, basta che sia certificata?

Forse dovremmo pensare di essere prima di tutto cittadini, senza distinguere se usiamo un’auto moderna o antica.

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