FERRARI F40, L’EREDITÀ DEL DRAKE

FERRARI F40, L’EREDITÀ DEL DRAKE

CERCALogin / RegistratiEditLog outxLog inricordamirecupera passwordRegistrati a Automobilismodepoca.itEDITORIALENEWSBELLISSIMEGUIDA ACQUISTOSPORTTECNICAIO E LA MIA AUTOGALLERYVIDEOFERRARI F40, L’EREDITÀ DEL DRAKE19 Immagini24/02/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:È una specie di testamento del Drake: 478 Cv, 1.100 kg, niente elettronica, telaio da F1. Alcuni clienti di Maranello non la capirono, ma alla fine ne furono prodotte ben 1.300. Ha gareggiato per molti anni, anche se i risultati…Pagina 1PESOSU STRADAL’esemplare del servizio è una vettura unico proprietario,acquistata da Crepaldi, allora concessionario Ferrari, nel 1992 e che finora ha percorso poco più di 10.000 km. Dotata di catalizzatore e sospensioni attive, ha da sempre i cerchi da competizione presenti nelle foto, con gli originali tenuti precauzionalmente al riparo: “All’inizio l’ho usata con una certa frequenza, poi, da qualche anno a questa parte, quasi soltanto per raduni o sessioni di pista. Soprattutto per vetture di questo tipo, è importante usarle con regolarità, mantenendole in efficienza e cercando sempre di trattarle con il rispetto che esigono.” Parola di Pierlorenzo Zanchi, un passato da valente pilota di Rally e un presente ancora nelle competizioni anche di regolarità e di rally storici. “Se devo trovare un difetto alla F40 è che… ne hanno fatte troppe!D’altra parte, ai tempi,avevano richieste per molte più macchine delle meno di 1.000 preventivate, quindi, dal punto di vista economico, hanno fatto bene a produrne di più. E’ anche un questione di rispetto -continua Zanchi- molte di quelle vendute alle cifre iperboliche degli anni Novanta (alcune scambiate a cifre vicine a 2 miliardi di lire di allora), passata l’euforia del momento, sono state dimenticate e magari non usate con la cura e l’attenzione che auto di questo tipo esigono e meritano.” fCom’è la guida? “In rapporto alle auto di oggi non è certo semplice da guidare -commenta Zanchi: manca il servosterzo, cambio e frizione sono pesanti. Il motore è un pezzo da novanta e come tale ha un carattere difficile, la potenza arriva all’improvviso e può mettere in crisi se non si è pronti. Sul bagnato, con le gomme fredde, in generale in curva, bisogna darle del lei. In autostrada è appagante: il rumore non è eccessivo, l’aria condizionata funziona a dovere, la visibilità è buona. Certo, poi nel traffico può creare problemi, rotaie, pavé e marciapiedi sono ostacoli notevoli.Parcheggiare è quasi impossibile, e non soltanto per la visibilità posteriore inesistente”. fCome manutenzione è altrettanto impegnativa? “E’ una leggenda da sfatare. Si devono tenere sotto controllo le regolazioni delle turbine e soprattutto la taratura e il buon funzionamento della valvola waste-gate. Io faccio un tagliando ogni cinque anni, perché la uso molto poco anche se regolarmente”. fHa fatto qualche modifica, a parte la sostituzione dei cerchi? “L’ho portata da Michelotto per una lieve preparazione. Che è consistita nel montaggio di supporti uniball per migliorare il comportamento in rettilineo, nella sostituzione dell’impianto di scarico e nel montaggio di speciali tubazioni di raffreddamento per i freni”. fQualche aneddoto sulla vita con la F40? “Uno che racconto a tutti quelli che conosco. A metà anni Novanta, andavo in Liguria; verso Novi Ligure un’Alfa Romeo della Polizia, appena sono passato, è uscita dalla piazzola e si è messa dietro di me. Dopo qualche km mi hanno fermato. Dopo i controlli di rito, l’agente più alto in grado ha aperto la giacca mostrando con evidenza la pistola di ordinanza. Non era una minaccia: ha passato l’arma all’attendente, è salito sulla F40 e mi ha chiesto di andare. Io guidavo a velocità codice. A un certo punto mi ha detto: Zanchi, pensa di andare a fare una scampagnata? E mi ha sollecitato ad affondare sull’acceleratore. Ben oltre i 200 km/h, abbiamo sorpassato una serie di altre auto fino ad arrivare a un’altra area di sosta. Dove ci siamo fermati e siamo stati raggiunti dall’Alfa. Tantissimi ringraziamenti dal poliziotto per un sogno realizzato e per me il ricordo di un episodio curioso e testimone di quale sia la passione e il fascino che circondano il Cavallino”Pagina 1PESOSU STRADATutto su:f40ferrariferrari f40SocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Aprile 2016Ferruccio Lamborghini e la Miura protagonisti della copertina di questo mese: ricorrono i 100 anni della nascita del fondatore e cinquant’anni dell’automobile. E poi Bianchi, Abarth-Simca, Austin-Healey, la De Sanctis sport-prototipo e… una Fulvia coupé spider!Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

FERRARI F40, L’EREDITÀ DEL DRAKE19 Immagini24/02/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:È una specie di testamento del Drake: 478 Cv, 1.100 kg, niente elettronica, telaio da F1. Alcuni clienti di Maranello non la capirono, ma alla fine ne furono prodotte ben 1.300. Ha gareggiato per molti anni, anche se i risultati…Pagina 1PESOSU STRADAL’esemplare del servizio è una vettura unico proprietario,acquistata da Crepaldi, allora concessionario Ferrari, nel 1992 e che finora ha percorso poco più di 10.000 km. Dotata di catalizzatore e sospensioni attive, ha da sempre i cerchi da competizione presenti nelle foto, con gli originali tenuti precauzionalmente al riparo: “All’inizio l’ho usata con una certa frequenza, poi, da qualche anno a questa parte, quasi soltanto per raduni o sessioni di pista. Soprattutto per vetture di questo tipo, è importante usarle con regolarità, mantenendole in efficienza e cercando sempre di trattarle con il rispetto che esigono.” Parola di Pierlorenzo Zanchi, un passato da valente pilota di Rally e un presente ancora nelle competizioni anche di regolarità e di rally storici. “Se devo trovare un difetto alla F40 è che… ne hanno fatte troppe!D’altra parte, ai tempi,avevano richieste per molte più macchine delle meno di 1.000 preventivate, quindi, dal punto di vista economico, hanno fatto bene a produrne di più. E’ anche un questione di rispetto -continua Zanchi- molte di quelle vendute alle cifre iperboliche degli anni Novanta (alcune scambiate a cifre vicine a 2 miliardi di lire di allora), passata l’euforia del momento, sono state dimenticate e magari non usate con la cura e l’attenzione che auto di questo tipo esigono e meritano.” fCom’è la guida? “In rapporto alle auto di oggi non è certo semplice da guidare -commenta Zanchi: manca il servosterzo, cambio e frizione sono pesanti. Il motore è un pezzo da novanta e come tale ha un carattere difficile, la potenza arriva all’improvviso e può mettere in crisi se non si è pronti. Sul bagnato, con le gomme fredde, in generale in curva, bisogna darle del lei. In autostrada è appagante: il rumore non è eccessivo, l’aria condizionata funziona a dovere, la visibilità è buona. Certo, poi nel traffico può creare problemi, rotaie, pavé e marciapiedi sono ostacoli notevoli.Parcheggiare è quasi impossibile, e non soltanto per la visibilità posteriore inesistente”. fCome manutenzione è altrettanto impegnativa? “E’ una leggenda da sfatare. Si devono tenere sotto controllo le regolazioni delle turbine e soprattutto la taratura e il buon funzionamento della valvola waste-gate. Io faccio un tagliando ogni cinque anni, perché la uso molto poco anche se regolarmente”. fHa fatto qualche modifica, a parte la sostituzione dei cerchi? “L’ho portata da Michelotto per una lieve preparazione. Che è consistita nel montaggio di supporti uniball per migliorare il comportamento in rettilineo, nella sostituzione dell’impianto di scarico e nel montaggio di speciali tubazioni di raffreddamento per i freni”. fQualche aneddoto sulla vita con la F40? “Uno che racconto a tutti quelli che conosco. A metà anni Novanta, andavo in Liguria; verso Novi Ligure un’Alfa Romeo della Polizia, appena sono passato, è uscita dalla piazzola e si è messa dietro di me. Dopo qualche km mi hanno fermato. Dopo i controlli di rito, l’agente più alto in grado ha aperto la giacca mostrando con evidenza la pistola di ordinanza. Non era una minaccia: ha passato l’arma all’attendente, è salito sulla F40 e mi ha chiesto di andare. Io guidavo a velocità codice. A un certo punto mi ha detto: Zanchi, pensa di andare a fare una scampagnata? E mi ha sollecitato ad affondare sull’acceleratore. Ben oltre i 200 km/h, abbiamo sorpassato una serie di altre auto fino ad arrivare a un’altra area di sosta. Dove ci siamo fermati e siamo stati raggiunti dall’Alfa. Tantissimi ringraziamenti dal poliziotto per un sogno realizzato e per me il ricordo di un episodio curioso e testimone di quale sia la passione e il fascino che circondano il Cavallino”Pagina 1PESOSU STRADATutto su:f40ferrariferrari f40SocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Aprile 2016Ferruccio Lamborghini e la Miura protagonisti della copertina di questo mese: ricorrono i 100 anni della nascita del fondatore e cinquant’anni dell’automobile. E poi Bianchi, Abarth-Simca, Austin-Healey, la De Sanctis sport-prototipo e… una Fulvia coupé spider!Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

FERRARI F40, L’EREDITÀ DEL DRAKE19 Immagini24/02/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:È una specie di testamento del Drake: 478 Cv, 1.100 kg, niente elettronica, telaio da F1. Alcuni clienti di Maranello non la capirono, ma alla fine ne furono prodotte ben 1.300. Ha gareggiato per molti anni, anche se i risultati…Pagina 1PESOSU STRADAL’esemplare del servizio è una vettura unico proprietario,acquistata da Crepaldi, allora concessionario Ferrari, nel 1992 e che finora ha percorso poco più di 10.000 km. Dotata di catalizzatore e sospensioni attive, ha da sempre i cerchi da competizione presenti nelle foto, con gli originali tenuti precauzionalmente al riparo: “All’inizio l’ho usata con una certa frequenza, poi, da qualche anno a questa parte, quasi soltanto per raduni o sessioni di pista. Soprattutto per vetture di questo tipo, è importante usarle con regolarità, mantenendole in efficienza e cercando sempre di trattarle con il rispetto che esigono.” Parola di Pierlorenzo Zanchi, un passato da valente pilota di Rally e un presente ancora nelle competizioni anche di regolarità e di rally storici. “Se devo trovare un difetto alla F40 è che… ne hanno fatte troppe!D’altra parte, ai tempi,avevano richieste per molte più macchine delle meno di 1.000 preventivate, quindi, dal punto di vista economico, hanno fatto bene a produrne di più. E’ anche un questione di rispetto -continua Zanchi- molte di quelle vendute alle cifre iperboliche degli anni Novanta (alcune scambiate a cifre vicine a 2 miliardi di lire di allora), passata l’euforia del momento, sono state dimenticate e magari non usate con la cura e l’attenzione che auto di questo tipo esigono e meritano.” fCom’è la guida? “In rapporto alle auto di oggi non è certo semplice da guidare -commenta Zanchi: manca il servosterzo, cambio e frizione sono pesanti. Il motore è un pezzo da novanta e come tale ha un carattere difficile, la potenza arriva all’improvviso e può mettere in crisi se non si è pronti. Sul bagnato, con le gomme fredde, in generale in curva, bisogna darle del lei. In autostrada è appagante: il rumore non è eccessivo, l’aria condizionata funziona a dovere, la visibilità è buona. Certo, poi nel traffico può creare problemi, rotaie, pavé e marciapiedi sono ostacoli notevoli.Parcheggiare è quasi impossibile, e non soltanto per la visibilità posteriore inesistente”. fCome manutenzione è altrettanto impegnativa? “E’ una leggenda da sfatare. Si devono tenere sotto controllo le regolazioni delle turbine e soprattutto la taratura e il buon funzionamento della valvola waste-gate. Io faccio un tagliando ogni cinque anni, perché la uso molto poco anche se regolarmente”. fHa fatto qualche modifica, a parte la sostituzione dei cerchi? “L’ho portata da Michelotto per una lieve preparazione. Che è consistita nel montaggio di supporti uniball per migliorare il comportamento in rettilineo, nella sostituzione dell’impianto di scarico e nel montaggio di speciali tubazioni di raffreddamento per i freni”. fQualche aneddoto sulla vita con la F40? “Uno che racconto a tutti quelli che conosco. A metà anni Novanta, andavo in Liguria; verso Novi Ligure un’Alfa Romeo della Polizia, appena sono passato, è uscita dalla piazzola e si è messa dietro di me. Dopo qualche km mi hanno fermato. Dopo i controlli di rito, l’agente più alto in grado ha aperto la giacca mostrando con evidenza la pistola di ordinanza. Non era una minaccia: ha passato l’arma all’attendente, è salito sulla F40 e mi ha chiesto di andare. Io guidavo a velocità codice. A un certo punto mi ha detto: Zanchi, pensa di andare a fare una scampagnata? E mi ha sollecitato ad affondare sull’acceleratore. Ben oltre i 200 km/h, abbiamo sorpassato una serie di altre auto fino ad arrivare a un’altra area di sosta. Dove ci siamo fermati e siamo stati raggiunti dall’Alfa. Tantissimi ringraziamenti dal poliziotto per un sogno realizzato e per me il ricordo di un episodio curioso e testimone di quale sia la passione e il fascino che circondano il Cavallino”Pagina 1PESOSU STRADATutto su:f40ferrariferrari f40

24/02/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:È una specie di testamento del Drake: 478 Cv, 1.100 kg, niente elettronica, telaio da F1. Alcuni clienti di Maranello non la capirono, ma alla fine ne furono prodotte ben 1.300. Ha gareggiato per molti anni, anche se i risultati…

24/02/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:

È una specie di testamento del Drake: 478 Cv, 1.100 kg, niente elettronica, telaio da F1. Alcuni clienti di Maranello non la capirono, ma alla fine ne furono prodotte ben 1.300. Ha gareggiato per molti anni, anche se i risultati…

L’esemplare del servizio è una vettura unico proprietario,acquistata da Crepaldi, allora concessionario Ferrari, nel 1992 e che finora ha percorso poco più di 10.000 km. Dotata di catalizzatore e sospensioni attive, ha da sempre i cerchi da competizione presenti nelle foto, con gli originali tenuti precauzionalmente al riparo: “All’inizio l’ho usata con una certa frequenza, poi, da qualche anno a questa parte, quasi soltanto per raduni o sessioni di pista. Soprattutto per vetture di questo tipo, è importante usarle con regolarità, mantenendole in efficienza e cercando sempre di trattarle con il rispetto che esigono.” Parola di Pierlorenzo Zanchi, un passato da valente pilota di Rally e un presente ancora nelle competizioni anche di regolarità e di rally storici. “Se devo trovare un difetto alla F40 è che… ne hanno fatte troppe!D’altra parte, ai tempi,avevano richieste per molte più macchine delle meno di 1.000 preventivate, quindi, dal punto di vista economico, hanno fatto bene a produrne di più. E’ anche un questione di rispetto -continua Zanchi- molte di quelle vendute alle cifre iperboliche degli anni Novanta (alcune scambiate a cifre vicine a 2 miliardi di lire di allora), passata l’euforia del momento, sono state dimenticate e magari non usate con la cura e l’attenzione che auto di questo tipo esigono e meritano.” fCom’è la guida? “In rapporto alle auto di oggi non è certo semplice da guidare -commenta Zanchi: manca il servosterzo, cambio e frizione sono pesanti. Il motore è un pezzo da novanta e come tale ha un carattere difficile, la potenza arriva all’improvviso e può mettere in crisi se non si è pronti. Sul bagnato, con le gomme fredde, in generale in curva, bisogna darle del lei. In autostrada è appagante: il rumore non è eccessivo, l’aria condizionata funziona a dovere, la visibilità è buona. Certo, poi nel traffico può creare problemi, rotaie, pavé e marciapiedi sono ostacoli notevoli.Parcheggiare è quasi impossibile, e non soltanto per la visibilità posteriore inesistente”. fCome manutenzione è altrettanto impegnativa? “E’ una leggenda da sfatare. Si devono tenere sotto controllo le regolazioni delle turbine e soprattutto la taratura e il buon funzionamento della valvola waste-gate. Io faccio un tagliando ogni cinque anni, perché la uso molto poco anche se regolarmente”. fHa fatto qualche modifica, a parte la sostituzione dei cerchi? “L’ho portata da Michelotto per una lieve preparazione. Che è consistita nel montaggio di supporti uniball per migliorare il comportamento in rettilineo, nella sostituzione dell’impianto di scarico e nel montaggio di speciali tubazioni di raffreddamento per i freni”. fQualche aneddoto sulla vita con la F40? “Uno che racconto a tutti quelli che conosco. A metà anni Novanta, andavo in Liguria; verso Novi Ligure un’Alfa Romeo della Polizia, appena sono passato, è uscita dalla piazzola e si è messa dietro di me. Dopo qualche km mi hanno fermato. Dopo i controlli di rito, l’agente più alto in grado ha aperto la giacca mostrando con evidenza la pistola di ordinanza. Non era una minaccia: ha passato l’arma all’attendente, è salito sulla F40 e mi ha chiesto di andare. Io guidavo a velocità codice. A un certo punto mi ha detto: Zanchi, pensa di andare a fare una scampagnata? E mi ha sollecitato ad affondare sull’acceleratore. Ben oltre i 200 km/h, abbiamo sorpassato una serie di altre auto fino ad arrivare a un’altra area di sosta. Dove ci siamo fermati e siamo stati raggiunti dall’Alfa. Tantissimi ringraziamenti dal poliziotto per un sogno realizzato e per me il ricordo di un episodio curioso e testimone di quale sia la passione e il fascino che circondano il Cavallino”Pagina 1PESOSU STRADATutto su:f40ferrariferrari f40

L’esemplare del servizio è una vettura unico proprietario,acquistata da Crepaldi, allora concessionario Ferrari, nel 1992 e che finora ha percorso poco più di 10.000 km. Dotata di catalizzatore e sospensioni attive, ha da sempre i cerchi da competizione presenti nelle foto, con gli originali tenuti precauzionalmente al riparo: “All’inizio l’ho usata con una certa frequenza, poi, da qualche anno a questa parte, quasi soltanto per raduni o sessioni di pista. Soprattutto per vetture di questo tipo, è importante usarle con regolarità, mantenendole in efficienza e cercando sempre di trattarle con il rispetto che esigono.” Parola di Pierlorenzo Zanchi, un passato da valente pilota di Rally e un presente ancora nelle competizioni anche di regolarità e di rally storici. “Se devo trovare un difetto alla F40 è che… ne hanno fatte troppe!D’altra parte, ai tempi,avevano richieste per molte più macchine delle meno di 1.000 preventivate, quindi, dal punto di vista economico, hanno fatto bene a produrne di più. E’ anche un questione di rispetto -continua Zanchi- molte di quelle vendute alle cifre iperboliche degli anni Novanta (alcune scambiate a cifre vicine a 2 miliardi di lire di allora), passata l’euforia del momento, sono state dimenticate e magari non usate con la cura e l’attenzione che auto di questo tipo esigono e meritano.” fCom’è la guida? “In rapporto alle auto di oggi non è certo semplice da guidare -commenta Zanchi: manca il servosterzo, cambio e frizione sono pesanti. Il motore è un pezzo da novanta e come tale ha un carattere difficile, la potenza arriva all’improvviso e può mettere in crisi se non si è pronti. Sul bagnato, con le gomme fredde, in generale in curva, bisogna darle del lei. In autostrada è appagante: il rumore non è eccessivo, l’aria condizionata funziona a dovere, la visibilità è buona. Certo, poi nel traffico può creare problemi, rotaie, pavé e marciapiedi sono ostacoli notevoli.Parcheggiare è quasi impossibile, e non soltanto per la visibilità posteriore inesistente”. fCome manutenzione è altrettanto impegnativa? “E’ una leggenda da sfatare. Si devono tenere sotto controllo le regolazioni delle turbine e soprattutto la taratura e il buon funzionamento della valvola waste-gate. Io faccio un tagliando ogni cinque anni, perché la uso molto poco anche se regolarmente”. fHa fatto qualche modifica, a parte la sostituzione dei cerchi? “L’ho portata da Michelotto per una lieve preparazione. Che è consistita nel montaggio di supporti uniball per migliorare il comportamento in rettilineo, nella sostituzione dell’impianto di scarico e nel montaggio di speciali tubazioni di raffreddamento per i freni”. fQualche aneddoto sulla vita con la F40? “Uno che racconto a tutti quelli che conosco. A metà anni Novanta, andavo in Liguria; verso Novi Ligure un’Alfa Romeo della Polizia, appena sono passato, è uscita dalla piazzola e si è messa dietro di me. Dopo qualche km mi hanno fermato. Dopo i controlli di rito, l’agente più alto in grado ha aperto la giacca mostrando con evidenza la pistola di ordinanza. Non era una minaccia: ha passato l’arma all’attendente, è salito sulla F40 e mi ha chiesto di andare. Io guidavo a velocità codice. A un certo punto mi ha detto: Zanchi, pensa di andare a fare una scampagnata? E mi ha sollecitato ad affondare sull’acceleratore. Ben oltre i 200 km/h, abbiamo sorpassato una serie di altre auto fino ad arrivare a un’altra area di sosta. Dove ci siamo fermati e siamo stati raggiunti dall’Alfa. Tantissimi ringraziamenti dal poliziotto per un sogno realizzato e per me il ricordo di un episodio curioso e testimone di quale sia la passione e il fascino che circondano il Cavallino”

L’esemplare del servizio è una vettura unico proprietario,acquistata da Crepaldi, allora concessionario Ferrari, nel 1992 e che finora ha percorso poco più di 10.000 km. Dotata di catalizzatore e sospensioni attive, ha da sempre i cerchi da competizione presenti nelle foto, con gli originali tenuti precauzionalmente al riparo: “All’inizio l’ho usata con una certa frequenza, poi, da qualche anno a questa parte, quasi soltanto per raduni o sessioni di pista. Soprattutto per vetture di questo tipo, è importante usarle con regolarità, mantenendole in efficienza e cercando sempre di trattarle con il rispetto che esigono.” Parola di Pierlorenzo Zanchi, un passato da valente pilota di Rally e un presente ancora nelle competizioni anche di regolarità e di rally storici. “Se devo trovare un difetto alla F40 è che… ne hanno fatte troppe!D’altra parte, ai tempi,avevano richieste per molte più macchine delle meno di 1.000 preventivate, quindi, dal punto di vista economico, hanno fatto bene a produrne di più. E’ anche un questione di rispetto -continua Zanchi- molte di quelle vendute alle cifre iperboliche degli anni Novanta (alcune scambiate a cifre vicine a 2 miliardi di lire di allora), passata l’euforia del momento, sono state dimenticate e magari non usate con la cura e l’attenzione che auto di questo tipo esigono e meritano.” fCom’è la guida? “In rapporto alle auto di oggi non è certo semplice da guidare -commenta Zanchi: manca il servosterzo, cambio e frizione sono pesanti. Il motore è un pezzo da novanta e come tale ha un carattere difficile, la potenza arriva all’improvviso e può mettere in crisi se non si è pronti. Sul bagnato, con le gomme fredde, in generale in curva, bisogna darle del lei. In autostrada è appagante: il rumore non è eccessivo, l’aria condizionata funziona a dovere, la visibilità è buona. Certo, poi nel traffico può creare problemi, rotaie, pavé e marciapiedi sono ostacoli notevoli.Parcheggiare è quasi impossibile, e non soltanto per la visibilità posteriore inesistente”. fCome manutenzione è altrettanto impegnativa? “E’ una leggenda da sfatare. Si devono tenere sotto controllo le regolazioni delle turbine e soprattutto la taratura e il buon funzionamento della valvola waste-gate. Io faccio un tagliando ogni cinque anni, perché la uso molto poco anche se regolarmente”. fHa fatto qualche modifica, a parte la sostituzione dei cerchi? “L’ho portata da Michelotto per una lieve preparazione. Che è consistita nel montaggio di supporti uniball per migliorare il comportamento in rettilineo, nella sostituzione dell’impianto di scarico e nel montaggio di speciali tubazioni di raffreddamento per i freni”. fQualche aneddoto sulla vita con la F40? “Uno che racconto a tutti quelli che conosco. A metà anni Novanta, andavo in Liguria; verso Novi Ligure un’Alfa Romeo della Polizia, appena sono passato, è uscita dalla piazzola e si è messa dietro di me. Dopo qualche km mi hanno fermato. Dopo i controlli di rito, l’agente più alto in grado ha aperto la giacca mostrando con evidenza la pistola di ordinanza. Non era una minaccia: ha passato l’arma all’attendente, è salito sulla F40 e mi ha chiesto di andare. Io guidavo a velocità codice. A un certo punto mi ha detto: Zanchi, pensa di andare a fare una scampagnata? E mi ha sollecitato ad affondare sull’acceleratore. Ben oltre i 200 km/h, abbiamo sorpassato una serie di altre auto fino ad arrivare a un’altra area di sosta. Dove ci siamo fermati e siamo stati raggiunti dall’Alfa. Tantissimi ringraziamenti dal poliziotto per un sogno realizzato e per me il ricordo di un episodio curioso e testimone di quale sia la passione e il fascino che circondano il Cavallino”

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Ferruccio Lamborghini e la Miura protagonisti della copertina di questo mese: ricorrono i 100 anni della nascita del fondatore e cinquant’anni dell’automobile. E poi Bianchi, Abarth-Simca, Austin-Healey, la De Sanctis sport-prototipo e… una Fulvia coupé spider!

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