Targa Florio: quando Antonio Ascari tagliò il traguardo due volte

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Targa Florio: quando Antonio Ascari tagliò il traguardo due volte8 Immagini15/03/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:L’episodio del 1923 raccontato, insieme alla vittoria di Varzi e la P2 nel 1930, alla conferenza che il RIAR ha tenuto al Museo Alfa Romeo, in vista dell’evento siciliano di maggio. Nino Vaccarella ha ricordato le sue “Targa”.di Francesco PelizzariSabato 12 Marzo si è tenuta alMuseo Alfa Romeo di Areseuna conferenza, organizzata dalRegistro Italiano Alfa Romeo, sullaTarga Florio, in vista della 100ª edizione (nel suo 110° anniversario) che si disputerà dal 5 all’8 maggio, sotto forma di un grande happening motoristico. Infatti, ai Rally con validità di campionato italiano e campionato italiano autostoriche, si sommeranno la gara di Regolarità e soprattutto l’affascinante ed evocativa Parata dei campioni, con 25 piloti che hanno disputato e vinto la Targa Florio valida per il Mondiale Marche al volante delle rispettive auto. Saranno quindi presenti nomi come Vic Elford, Gijs Van Lennep, Arturo Merzario,Nino Vaccarella, Brian Redman e tanti altri; sono attesi anche Jacky Ickx ed Helmut Marko. Il tutto sotto l’egida dell’ACI che ha profuso un grande sforzo in tal senso, e con la sponsorizzazione di FCA (Alfa Romeo e Fiat) edEberhard, la prestigiosa Casa orologiaia elvetica che ha preparato per l’occasione una speciale versione del suo Champion V.Alla conferenza organizzata dal Registro Italiano Alfa Romeo Vaccarella era ospite d’onore: il “preside volante” ha risposto alle domande incalzanti del presidente del RIAR, Guido d’Amico, ricordando i tempi della sua giovinezza agonistica e quelli della “corsa”, che lui vinse nel 1965 con la Ferrari, 1971 e 1975 con l’Alfa Romeo. Il presidente ACI Palermo, Angelo Pizzuto, ha parlato dell’organizzazione della manifestazione e Lorenzo Ardizio, direttore del Museo di Arese, ha ricordato alcuni episodi della corsa siciliana che hanno visto protagonista l’Alfa Romeo, marca che ha vinto la corsa per ben dieci volte, sei consecutive dal 1930 al 1935. La prima volta è nel 1923, conUgo Sivocciche precede sul traguardo il compagnoAntonio Ascari. Sta per vincere Ascari, ma la sua Alfa Romeo si blocca a poche centinaia di metri dal traguardo. I meccanici accorrono e la fanno ripartire, ma nella concitazione del momento salgono tutti sulla macchina, come una piramide umana, e così tagliano il traguardo; cosa non ammessa dai giudici di gara. Ascari allora torna indietro, ma a quel punto non trova più il suo meccanico che forse è andato a dissetarsi, allora fa salire in macchina uno spettatore e ritaglia il traguardo così, ma ormai Sivocci l’ha superato e ha vinto.Un altro episodio, questa volta tecnico, riguarda l’edizione del 1930, quando il grandeAchille Varzivince la Targa Florio con l’Alfa Romeo P2, quella del 1924 che portò alla Casa milanese la prima vittoria in Grand Prix e nel ’25 la conquista del Campionato del Mondo. Il giovane Varzi accetta di guidare la macchina da 2 litri, che il direttore generaleProspero Gianferrariha deciso di riacquistare per iscriverla, modificata tanto da renderla una mezza 1750 (assali, sterzo, freni e parti di carrozzeria), alla Targa Florio; affermati campioni si sono rifiutati, perché la vettura 8 cilindri da 175 CV è scorbutica e pericolosa. Campari, dopo una prova, finì esausto e con i pantaloni stracciati. Ma il pilota di Galliate non se ne cura e dopo un duello da leggenda con la Bugatti di Louis Chiron, vince la gara nonostante la perdita della ruota di scorta abbia prodotto un foro nel serbatoio. L’incendio che ne segue è estinto dal suo meccanico, a colpi di cuscino, mentre Varzi continua a guidare. Una gara infernale, un episodio che porta direttamente nella leggenda il pilota e la vettura.La conferenza del RIAR si è conclusa con qualche giro della pista del Museo effettuati da una Giulia GTA, una Giulia SZ e una 33 TT 12.Tutto su:Achille VarziAlfa RomeoAntonio AscariEberhardNino VaccarellaTarga FlorioUgo SivocciSocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Maggio 2016La copertina è dedicata alla De Tomaso Mangusta, splendida GT all’italiana, per quanto poco fortunata.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Targa Florio: quando Antonio Ascari tagliò il traguardo due volte8 Immagini15/03/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:L’episodio del 1923 raccontato, insieme alla vittoria di Varzi e la P2 nel 1930, alla conferenza che il RIAR ha tenuto al Museo Alfa Romeo, in vista dell’evento siciliano di maggio. Nino Vaccarella ha ricordato le sue “Targa”.di Francesco PelizzariSabato 12 Marzo si è tenuta alMuseo Alfa Romeo di Areseuna conferenza, organizzata dalRegistro Italiano Alfa Romeo, sullaTarga Florio, in vista della 100ª edizione (nel suo 110° anniversario) che si disputerà dal 5 all’8 maggio, sotto forma di un grande happening motoristico. Infatti, ai Rally con validità di campionato italiano e campionato italiano autostoriche, si sommeranno la gara di Regolarità e soprattutto l’affascinante ed evocativa Parata dei campioni, con 25 piloti che hanno disputato e vinto la Targa Florio valida per il Mondiale Marche al volante delle rispettive auto. Saranno quindi presenti nomi come Vic Elford, Gijs Van Lennep, Arturo Merzario,Nino Vaccarella, Brian Redman e tanti altri; sono attesi anche Jacky Ickx ed Helmut Marko. Il tutto sotto l’egida dell’ACI che ha profuso un grande sforzo in tal senso, e con la sponsorizzazione di FCA (Alfa Romeo e Fiat) edEberhard, la prestigiosa Casa orologiaia elvetica che ha preparato per l’occasione una speciale versione del suo Champion V.Alla conferenza organizzata dal Registro Italiano Alfa Romeo Vaccarella era ospite d’onore: il “preside volante” ha risposto alle domande incalzanti del presidente del RIAR, Guido d’Amico, ricordando i tempi della sua giovinezza agonistica e quelli della “corsa”, che lui vinse nel 1965 con la Ferrari, 1971 e 1975 con l’Alfa Romeo. Il presidente ACI Palermo, Angelo Pizzuto, ha parlato dell’organizzazione della manifestazione e Lorenzo Ardizio, direttore del Museo di Arese, ha ricordato alcuni episodi della corsa siciliana che hanno visto protagonista l’Alfa Romeo, marca che ha vinto la corsa per ben dieci volte, sei consecutive dal 1930 al 1935. La prima volta è nel 1923, conUgo Sivocciche precede sul traguardo il compagnoAntonio Ascari. Sta per vincere Ascari, ma la sua Alfa Romeo si blocca a poche centinaia di metri dal traguardo. I meccanici accorrono e la fanno ripartire, ma nella concitazione del momento salgono tutti sulla macchina, come una piramide umana, e così tagliano il traguardo; cosa non ammessa dai giudici di gara. Ascari allora torna indietro, ma a quel punto non trova più il suo meccanico che forse è andato a dissetarsi, allora fa salire in macchina uno spettatore e ritaglia il traguardo così, ma ormai Sivocci l’ha superato e ha vinto.Un altro episodio, questa volta tecnico, riguarda l’edizione del 1930, quando il grandeAchille Varzivince la Targa Florio con l’Alfa Romeo P2, quella del 1924 che portò alla Casa milanese la prima vittoria in Grand Prix e nel ’25 la conquista del Campionato del Mondo. Il giovane Varzi accetta di guidare la macchina da 2 litri, che il direttore generaleProspero Gianferrariha deciso di riacquistare per iscriverla, modificata tanto da renderla una mezza 1750 (assali, sterzo, freni e parti di carrozzeria), alla Targa Florio; affermati campioni si sono rifiutati, perché la vettura 8 cilindri da 175 CV è scorbutica e pericolosa. Campari, dopo una prova, finì esausto e con i pantaloni stracciati. Ma il pilota di Galliate non se ne cura e dopo un duello da leggenda con la Bugatti di Louis Chiron, vince la gara nonostante la perdita della ruota di scorta abbia prodotto un foro nel serbatoio. L’incendio che ne segue è estinto dal suo meccanico, a colpi di cuscino, mentre Varzi continua a guidare. Una gara infernale, un episodio che porta direttamente nella leggenda il pilota e la vettura.La conferenza del RIAR si è conclusa con qualche giro della pista del Museo effettuati da una Giulia GTA, una Giulia SZ e una 33 TT 12.Tutto su:Achille VarziAlfa RomeoAntonio AscariEberhardNino VaccarellaTarga FlorioUgo Sivocci

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15/03/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:L’episodio del 1923 raccontato, insieme alla vittoria di Varzi e la P2 nel 1930, alla conferenza che il RIAR ha tenuto al Museo Alfa Romeo, in vista dell’evento siciliano di maggio. Nino Vaccarella ha ricordato le sue “Targa”.

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L’episodio del 1923 raccontato, insieme alla vittoria di Varzi e la P2 nel 1930, alla conferenza che il RIAR ha tenuto al Museo Alfa Romeo, in vista dell’evento siciliano di maggio. Nino Vaccarella ha ricordato le sue “Targa”.

di Francesco PelizzariSabato 12 Marzo si è tenuta alMuseo Alfa Romeo di Areseuna conferenza, organizzata dalRegistro Italiano Alfa Romeo, sullaTarga Florio, in vista della 100ª edizione (nel suo 110° anniversario) che si disputerà dal 5 all’8 maggio, sotto forma di un grande happening motoristico. Infatti, ai Rally con validità di campionato italiano e campionato italiano autostoriche, si sommeranno la gara di Regolarità e soprattutto l’affascinante ed evocativa Parata dei campioni, con 25 piloti che hanno disputato e vinto la Targa Florio valida per il Mondiale Marche al volante delle rispettive auto. Saranno quindi presenti nomi come Vic Elford, Gijs Van Lennep, Arturo Merzario,Nino Vaccarella, Brian Redman e tanti altri; sono attesi anche Jacky Ickx ed Helmut Marko. Il tutto sotto l’egida dell’ACI che ha profuso un grande sforzo in tal senso, e con la sponsorizzazione di FCA (Alfa Romeo e Fiat) edEberhard, la prestigiosa Casa orologiaia elvetica che ha preparato per l’occasione una speciale versione del suo Champion V.Alla conferenza organizzata dal Registro Italiano Alfa Romeo Vaccarella era ospite d’onore: il “preside volante” ha risposto alle domande incalzanti del presidente del RIAR, Guido d’Amico, ricordando i tempi della sua giovinezza agonistica e quelli della “corsa”, che lui vinse nel 1965 con la Ferrari, 1971 e 1975 con l’Alfa Romeo. Il presidente ACI Palermo, Angelo Pizzuto, ha parlato dell’organizzazione della manifestazione e Lorenzo Ardizio, direttore del Museo di Arese, ha ricordato alcuni episodi della corsa siciliana che hanno visto protagonista l’Alfa Romeo, marca che ha vinto la corsa per ben dieci volte, sei consecutive dal 1930 al 1935. La prima volta è nel 1923, conUgo Sivocciche precede sul traguardo il compagnoAntonio Ascari. Sta per vincere Ascari, ma la sua Alfa Romeo si blocca a poche centinaia di metri dal traguardo. I meccanici accorrono e la fanno ripartire, ma nella concitazione del momento salgono tutti sulla macchina, come una piramide umana, e così tagliano il traguardo; cosa non ammessa dai giudici di gara. Ascari allora torna indietro, ma a quel punto non trova più il suo meccanico che forse è andato a dissetarsi, allora fa salire in macchina uno spettatore e ritaglia il traguardo così, ma ormai Sivocci l’ha superato e ha vinto.Un altro episodio, questa volta tecnico, riguarda l’edizione del 1930, quando il grandeAchille Varzivince la Targa Florio con l’Alfa Romeo P2, quella del 1924 che portò alla Casa milanese la prima vittoria in Grand Prix e nel ’25 la conquista del Campionato del Mondo. Il giovane Varzi accetta di guidare la macchina da 2 litri, che il direttore generaleProspero Gianferrariha deciso di riacquistare per iscriverla, modificata tanto da renderla una mezza 1750 (assali, sterzo, freni e parti di carrozzeria), alla Targa Florio; affermati campioni si sono rifiutati, perché la vettura 8 cilindri da 175 CV è scorbutica e pericolosa. Campari, dopo una prova, finì esausto e con i pantaloni stracciati. Ma il pilota di Galliate non se ne cura e dopo un duello da leggenda con la Bugatti di Louis Chiron, vince la gara nonostante la perdita della ruota di scorta abbia prodotto un foro nel serbatoio. L’incendio che ne segue è estinto dal suo meccanico, a colpi di cuscino, mentre Varzi continua a guidare. Una gara infernale, un episodio che porta direttamente nella leggenda il pilota e la vettura.La conferenza del RIAR si è conclusa con qualche giro della pista del Museo effettuati da una Giulia GTA, una Giulia SZ e una 33 TT 12.Tutto su:Achille VarziAlfa RomeoAntonio AscariEberhardNino VaccarellaTarga FlorioUgo Sivocci

Sabato 12 Marzo si è tenuta alMuseo Alfa Romeo di Areseuna conferenza, organizzata dalRegistro Italiano Alfa Romeo, sullaTarga Florio, in vista della 100ª edizione (nel suo 110° anniversario) che si disputerà dal 5 all’8 maggio, sotto forma di un grande happening motoristico. Infatti, ai Rally con validità di campionato italiano e campionato italiano autostoriche, si sommeranno la gara di Regolarità e soprattutto l’affascinante ed evocativa Parata dei campioni, con 25 piloti che hanno disputato e vinto la Targa Florio valida per il Mondiale Marche al volante delle rispettive auto. Saranno quindi presenti nomi come Vic Elford, Gijs Van Lennep, Arturo Merzario,Nino Vaccarella, Brian Redman e tanti altri; sono attesi anche Jacky Ickx ed Helmut Marko. Il tutto sotto l’egida dell’ACI che ha profuso un grande sforzo in tal senso, e con la sponsorizzazione di FCA (Alfa Romeo e Fiat) edEberhard, la prestigiosa Casa orologiaia elvetica che ha preparato per l’occasione una speciale versione del suo Champion V.Alla conferenza organizzata dal Registro Italiano Alfa Romeo Vaccarella era ospite d’onore: il “preside volante” ha risposto alle domande incalzanti del presidente del RIAR, Guido d’Amico, ricordando i tempi della sua giovinezza agonistica e quelli della “corsa”, che lui vinse nel 1965 con la Ferrari, 1971 e 1975 con l’Alfa Romeo. Il presidente ACI Palermo, Angelo Pizzuto, ha parlato dell’organizzazione della manifestazione e Lorenzo Ardizio, direttore del Museo di Arese, ha ricordato alcuni episodi della corsa siciliana che hanno visto protagonista l’Alfa Romeo, marca che ha vinto la corsa per ben dieci volte, sei consecutive dal 1930 al 1935. La prima volta è nel 1923, conUgo Sivocciche precede sul traguardo il compagnoAntonio Ascari. Sta per vincere Ascari, ma la sua Alfa Romeo si blocca a poche centinaia di metri dal traguardo. I meccanici accorrono e la fanno ripartire, ma nella concitazione del momento salgono tutti sulla macchina, come una piramide umana, e così tagliano il traguardo; cosa non ammessa dai giudici di gara. Ascari allora torna indietro, ma a quel punto non trova più il suo meccanico che forse è andato a dissetarsi, allora fa salire in macchina uno spettatore e ritaglia il traguardo così, ma ormai Sivocci l’ha superato e ha vinto.Un altro episodio, questa volta tecnico, riguarda l’edizione del 1930, quando il grandeAchille Varzivince la Targa Florio con l’Alfa Romeo P2, quella del 1924 che portò alla Casa milanese la prima vittoria in Grand Prix e nel ’25 la conquista del Campionato del Mondo. Il giovane Varzi accetta di guidare la macchina da 2 litri, che il direttore generaleProspero Gianferrariha deciso di riacquistare per iscriverla, modificata tanto da renderla una mezza 1750 (assali, sterzo, freni e parti di carrozzeria), alla Targa Florio; affermati campioni si sono rifiutati, perché la vettura 8 cilindri da 175 CV è scorbutica e pericolosa. Campari, dopo una prova, finì esausto e con i pantaloni stracciati. Ma il pilota di Galliate non se ne cura e dopo un duello da leggenda con la Bugatti di Louis Chiron, vince la gara nonostante la perdita della ruota di scorta abbia prodotto un foro nel serbatoio. L’incendio che ne segue è estinto dal suo meccanico, a colpi di cuscino, mentre Varzi continua a guidare. Una gara infernale, un episodio che porta direttamente nella leggenda il pilota e la vettura.La conferenza del RIAR si è conclusa con qualche giro della pista del Museo effettuati da una Giulia GTA, una Giulia SZ e una 33 TT 12.

Sabato 12 Marzo si è tenuta alMuseo Alfa Romeo di Areseuna conferenza, organizzata dalRegistro Italiano Alfa Romeo, sullaTarga Florio, in vista della 100ª edizione (nel suo 110° anniversario) che si disputerà dal 5 all’8 maggio, sotto forma di un grande happening motoristico. Infatti, ai Rally con validità di campionato italiano e campionato italiano autostoriche, si sommeranno la gara di Regolarità e soprattutto l’affascinante ed evocativa Parata dei campioni, con 25 piloti che hanno disputato e vinto la Targa Florio valida per il Mondiale Marche al volante delle rispettive auto. Saranno quindi presenti nomi come Vic Elford, Gijs Van Lennep, Arturo Merzario,Nino Vaccarella, Brian Redman e tanti altri; sono attesi anche Jacky Ickx ed Helmut Marko. Il tutto sotto l’egida dell’ACI che ha profuso un grande sforzo in tal senso, e con la sponsorizzazione di FCA (Alfa Romeo e Fiat) edEberhard, la prestigiosa Casa orologiaia elvetica che ha preparato per l’occasione una speciale versione del suo Champion V.

Alla conferenza organizzata dal Registro Italiano Alfa Romeo Vaccarella era ospite d’onore: il “preside volante” ha risposto alle domande incalzanti del presidente del RIAR, Guido d’Amico, ricordando i tempi della sua giovinezza agonistica e quelli della “corsa”, che lui vinse nel 1965 con la Ferrari, 1971 e 1975 con l’Alfa Romeo. Il presidente ACI Palermo, Angelo Pizzuto, ha parlato dell’organizzazione della manifestazione e Lorenzo Ardizio, direttore del Museo di Arese, ha ricordato alcuni episodi della corsa siciliana che hanno visto protagonista l’Alfa Romeo, marca che ha vinto la corsa per ben dieci volte, sei consecutive dal 1930 al 1935. La prima volta è nel 1923, conUgo Sivocciche precede sul traguardo il compagnoAntonio Ascari. Sta per vincere Ascari, ma la sua Alfa Romeo si blocca a poche centinaia di metri dal traguardo. I meccanici accorrono e la fanno ripartire, ma nella concitazione del momento salgono tutti sulla macchina, come una piramide umana, e così tagliano il traguardo; cosa non ammessa dai giudici di gara. Ascari allora torna indietro, ma a quel punto non trova più il suo meccanico che forse è andato a dissetarsi, allora fa salire in macchina uno spettatore e ritaglia il traguardo così, ma ormai Sivocci l’ha superato e ha vinto.

Un altro episodio, questa volta tecnico, riguarda l’edizione del 1930, quando il grandeAchille Varzivince la Targa Florio con l’Alfa Romeo P2, quella del 1924 che portò alla Casa milanese la prima vittoria in Grand Prix e nel ’25 la conquista del Campionato del Mondo. Il giovane Varzi accetta di guidare la macchina da 2 litri, che il direttore generaleProspero Gianferrariha deciso di riacquistare per iscriverla, modificata tanto da renderla una mezza 1750 (assali, sterzo, freni e parti di carrozzeria), alla Targa Florio; affermati campioni si sono rifiutati, perché la vettura 8 cilindri da 175 CV è scorbutica e pericolosa. Campari, dopo una prova, finì esausto e con i pantaloni stracciati. Ma il pilota di Galliate non se ne cura e dopo un duello da leggenda con la Bugatti di Louis Chiron, vince la gara nonostante la perdita della ruota di scorta abbia prodotto un foro nel serbatoio. L’incendio che ne segue è estinto dal suo meccanico, a colpi di cuscino, mentre Varzi continua a guidare. Una gara infernale, un episodio che porta direttamente nella leggenda il pilota e la vettura.

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