Torna l’Isetta, e questa volta sposa la tecnologia elettrica
CERCALogin / RegistratiEditLog outxLog inricordamirecupera passwordRegistrati a Automobilismodepoca.itEDITORIALENEWSBELLISSIMEGUIDA ACQUISTOSPORTTECNICAIO E LA MIA AUTOGALLERYVIDEOTorna l’Isetta, e questa volta sposa la tecnologia elettrica11 Immagini17/04/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Della “bubble car” italiana, costruita anche da BMW, ha soltanto le fattezze. Ma il bello è che “Microlino”, come si chiama il nuovo progetto, punta sulle stesse prerogative di 60 anni fadi Michele Di MauroQuando si dice che il passato è di ispirazione per il futuro… Arriva un’Isetta elettrica!Il progetto è stato sviluppato dall’imprenditoreWim Ouboter, appassionato di mobilità sostenibile, e in collaborazione con l’Università di Zurigo. Ouboter ha rispolverato il vecchio progetto dell’Isetta, la “bubble car” sviluppata nel 1954 dall’italiana Iso e poi divenuta un successo globale con il marchioBMWe altri licenziatari (Heinkel, Velam, Romi) e prodotta in 217.000 unità fino al 1962, caratterizzata dall’insolita disposizione ad “Y” delle quattro ruote e dalla sola portiera anteriore, e da essa ha tratto ispirazione per il suo nuovo progetto di mobilità sostenibile.Il nuovo veicolo, sviluppato nel 2015 e presentato quest’anno in forma di prototipo, si chiamaMicrolino, e l’ispirazione alla micro-car di sessant’anni fa è a dir poco evidente. In BMW si è vociferato diverse volte in passato di una riedizione dell’Isetta, si sono visti anche dei rendering, ma alla fine non se n’è fatto (ancora) nulla. A quanto pare, un progetto indipendente ha battuto sul tempo i tedeschi, il cui contributo non ufficiale resta comunque importante: prima di realizzare il prototipo, il team di ricerca e sviluppo del progetto Microlino ha trapiantato il sistema di propulsione elettrica ad una vecchia Isetta, per testarne le caratteristiche principali ed “entrare in confidenza col feeling di guida”. E tra i motivi che li hanno convinti a proseguire, c’è stata la reazione entusiastica del pubblico lungo le strade.Il progetto definitivo è stato invece realizzato con l’aiuto della cineseKandi Technologies, e presentato all’ultimoSalone di Ginevrae, trazione elettrica a parte, punta su moderni concetti di “urban mobility” che non sono cambiati dagli anni 50: ingombri ridotti, facilità di parcheggio, agilità nel traffico, uniti a un aspetto accattivante, eccentrico e moderno, capace di attrarre lo sguardo degli automobilisti (e delle ragazze…) più di una supercar, viaggiando al coperto e comodamente seduti l’uno accanto all’altro.Riguardo la parte elettrica, i punti di forza della Microlino sono l’accelerazione entusiasmante, le emissioni zero, la facilità di guida (il cambio è monomarcia) e la facilità di rifornimento: basta una qualsiasi presa a 220V grazie alla tecnologia plug-in.Al momento non sono dichiarati autonomia, tempi di ricarica e prezzi di listino, ma dopo Ginevra la prenotazione del primo lotto di produzione di (500 esemplari) è andato completamente esaurito. Chi sosteneva che l’Isetta fosse un progetto troppo avanzato per l’epoca, evidentemente aveva ragione.Tutto su:BMWIsettaMicrolinomobilità sostenibileSalone di GinevraZurigoSocialIn edicola Automobilismo dâEpoca di Maggio 2016La copertina è dedicata alla De Tomaso Mangusta, splendida GT allâitaliana, per quanto poco fortunata.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!
Torna l’Isetta, e questa volta sposa la tecnologia elettrica11 Immagini17/04/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Della “bubble car” italiana, costruita anche da BMW, ha soltanto le fattezze. Ma il bello è che “Microlino”, come si chiama il nuovo progetto, punta sulle stesse prerogative di 60 anni fadi Michele Di MauroQuando si dice che il passato è di ispirazione per il futuro… Arriva un’Isetta elettrica!Il progetto è stato sviluppato dall’imprenditoreWim Ouboter, appassionato di mobilità sostenibile, e in collaborazione con l’Università di Zurigo. Ouboter ha rispolverato il vecchio progetto dell’Isetta, la “bubble car” sviluppata nel 1954 dall’italiana Iso e poi divenuta un successo globale con il marchioBMWe altri licenziatari (Heinkel, Velam, Romi) e prodotta in 217.000 unità fino al 1962, caratterizzata dall’insolita disposizione ad “Y” delle quattro ruote e dalla sola portiera anteriore, e da essa ha tratto ispirazione per il suo nuovo progetto di mobilità sostenibile.Il nuovo veicolo, sviluppato nel 2015 e presentato quest’anno in forma di prototipo, si chiamaMicrolino, e l’ispirazione alla micro-car di sessant’anni fa è a dir poco evidente. In BMW si è vociferato diverse volte in passato di una riedizione dell’Isetta, si sono visti anche dei rendering, ma alla fine non se n’è fatto (ancora) nulla. A quanto pare, un progetto indipendente ha battuto sul tempo i tedeschi, il cui contributo non ufficiale resta comunque importante: prima di realizzare il prototipo, il team di ricerca e sviluppo del progetto Microlino ha trapiantato il sistema di propulsione elettrica ad una vecchia Isetta, per testarne le caratteristiche principali ed “entrare in confidenza col feeling di guida”. E tra i motivi che li hanno convinti a proseguire, c’è stata la reazione entusiastica del pubblico lungo le strade.Il progetto definitivo è stato invece realizzato con l’aiuto della cineseKandi Technologies, e presentato all’ultimoSalone di Ginevrae, trazione elettrica a parte, punta su moderni concetti di “urban mobility” che non sono cambiati dagli anni 50: ingombri ridotti, facilità di parcheggio, agilità nel traffico, uniti a un aspetto accattivante, eccentrico e moderno, capace di attrarre lo sguardo degli automobilisti (e delle ragazze…) più di una supercar, viaggiando al coperto e comodamente seduti l’uno accanto all’altro.Riguardo la parte elettrica, i punti di forza della Microlino sono l’accelerazione entusiasmante, le emissioni zero, la facilità di guida (il cambio è monomarcia) e la facilità di rifornimento: basta una qualsiasi presa a 220V grazie alla tecnologia plug-in.Al momento non sono dichiarati autonomia, tempi di ricarica e prezzi di listino, ma dopo Ginevra la prenotazione del primo lotto di produzione di (500 esemplari) è andato completamente esaurito. Chi sosteneva che l’Isetta fosse un progetto troppo avanzato per l’epoca, evidentemente aveva ragione.Tutto su:BMWIsettaMicrolinomobilità sostenibileSalone di GinevraZurigoSocialIn edicola Automobilismo dâEpoca di Maggio 2016La copertina è dedicata alla De Tomaso Mangusta, splendida GT allâitaliana, per quanto poco fortunata.Sfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!
Torna l’Isetta, e questa volta sposa la tecnologia elettrica11 Immagini17/04/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Della “bubble car” italiana, costruita anche da BMW, ha soltanto le fattezze. Ma il bello è che “Microlino”, come si chiama il nuovo progetto, punta sulle stesse prerogative di 60 anni fadi Michele Di MauroQuando si dice che il passato è di ispirazione per il futuro… Arriva un’Isetta elettrica!Il progetto è stato sviluppato dall’imprenditoreWim Ouboter, appassionato di mobilità sostenibile, e in collaborazione con l’Università di Zurigo. Ouboter ha rispolverato il vecchio progetto dell’Isetta, la “bubble car” sviluppata nel 1954 dall’italiana Iso e poi divenuta un successo globale con il marchioBMWe altri licenziatari (Heinkel, Velam, Romi) e prodotta in 217.000 unità fino al 1962, caratterizzata dall’insolita disposizione ad “Y” delle quattro ruote e dalla sola portiera anteriore, e da essa ha tratto ispirazione per il suo nuovo progetto di mobilità sostenibile.Il nuovo veicolo, sviluppato nel 2015 e presentato quest’anno in forma di prototipo, si chiamaMicrolino, e l’ispirazione alla micro-car di sessant’anni fa è a dir poco evidente. In BMW si è vociferato diverse volte in passato di una riedizione dell’Isetta, si sono visti anche dei rendering, ma alla fine non se n’è fatto (ancora) nulla. A quanto pare, un progetto indipendente ha battuto sul tempo i tedeschi, il cui contributo non ufficiale resta comunque importante: prima di realizzare il prototipo, il team di ricerca e sviluppo del progetto Microlino ha trapiantato il sistema di propulsione elettrica ad una vecchia Isetta, per testarne le caratteristiche principali ed “entrare in confidenza col feeling di guida”. E tra i motivi che li hanno convinti a proseguire, c’è stata la reazione entusiastica del pubblico lungo le strade.Il progetto definitivo è stato invece realizzato con l’aiuto della cineseKandi Technologies, e presentato all’ultimoSalone di Ginevrae, trazione elettrica a parte, punta su moderni concetti di “urban mobility” che non sono cambiati dagli anni 50: ingombri ridotti, facilità di parcheggio, agilità nel traffico, uniti a un aspetto accattivante, eccentrico e moderno, capace di attrarre lo sguardo degli automobilisti (e delle ragazze…) più di una supercar, viaggiando al coperto e comodamente seduti l’uno accanto all’altro.Riguardo la parte elettrica, i punti di forza della Microlino sono l’accelerazione entusiasmante, le emissioni zero, la facilità di guida (il cambio è monomarcia) e la facilità di rifornimento: basta una qualsiasi presa a 220V grazie alla tecnologia plug-in.Al momento non sono dichiarati autonomia, tempi di ricarica e prezzi di listino, ma dopo Ginevra la prenotazione del primo lotto di produzione di (500 esemplari) è andato completamente esaurito. Chi sosteneva che l’Isetta fosse un progetto troppo avanzato per l’epoca, evidentemente aveva ragione.Tutto su:BMWIsettaMicrolinomobilità sostenibileSalone di GinevraZurigo
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17/04/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Della “bubble car” italiana, costruita anche da BMW, ha soltanto le fattezze. Ma il bello è che “Microlino”, come si chiama il nuovo progetto, punta sulle stesse prerogative di 60 anni fa
17/04/2016Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:
Della “bubble car” italiana, costruita anche da BMW, ha soltanto le fattezze. Ma il bello è che “Microlino”, come si chiama il nuovo progetto, punta sulle stesse prerogative di 60 anni fa
di Michele Di MauroQuando si dice che il passato è di ispirazione per il futuro… Arriva un’Isetta elettrica!Il progetto è stato sviluppato dall’imprenditoreWim Ouboter, appassionato di mobilità sostenibile, e in collaborazione con l’Università di Zurigo. Ouboter ha rispolverato il vecchio progetto dell’Isetta, la “bubble car” sviluppata nel 1954 dall’italiana Iso e poi divenuta un successo globale con il marchioBMWe altri licenziatari (Heinkel, Velam, Romi) e prodotta in 217.000 unità fino al 1962, caratterizzata dall’insolita disposizione ad “Y” delle quattro ruote e dalla sola portiera anteriore, e da essa ha tratto ispirazione per il suo nuovo progetto di mobilità sostenibile.Il nuovo veicolo, sviluppato nel 2015 e presentato quest’anno in forma di prototipo, si chiamaMicrolino, e l’ispirazione alla micro-car di sessant’anni fa è a dir poco evidente. In BMW si è vociferato diverse volte in passato di una riedizione dell’Isetta, si sono visti anche dei rendering, ma alla fine non se n’è fatto (ancora) nulla. A quanto pare, un progetto indipendente ha battuto sul tempo i tedeschi, il cui contributo non ufficiale resta comunque importante: prima di realizzare il prototipo, il team di ricerca e sviluppo del progetto Microlino ha trapiantato il sistema di propulsione elettrica ad una vecchia Isetta, per testarne le caratteristiche principali ed “entrare in confidenza col feeling di guida”. E tra i motivi che li hanno convinti a proseguire, c’è stata la reazione entusiastica del pubblico lungo le strade.Il progetto definitivo è stato invece realizzato con l’aiuto della cineseKandi Technologies, e presentato all’ultimoSalone di Ginevrae, trazione elettrica a parte, punta su moderni concetti di “urban mobility” che non sono cambiati dagli anni 50: ingombri ridotti, facilità di parcheggio, agilità nel traffico, uniti a un aspetto accattivante, eccentrico e moderno, capace di attrarre lo sguardo degli automobilisti (e delle ragazze…) più di una supercar, viaggiando al coperto e comodamente seduti l’uno accanto all’altro.Riguardo la parte elettrica, i punti di forza della Microlino sono l’accelerazione entusiasmante, le emissioni zero, la facilità di guida (il cambio è monomarcia) e la facilità di rifornimento: basta una qualsiasi presa a 220V grazie alla tecnologia plug-in.Al momento non sono dichiarati autonomia, tempi di ricarica e prezzi di listino, ma dopo Ginevra la prenotazione del primo lotto di produzione di (500 esemplari) è andato completamente esaurito. Chi sosteneva che l’Isetta fosse un progetto troppo avanzato per l’epoca, evidentemente aveva ragione.Tutto su:BMWIsettaMicrolinomobilità sostenibileSalone di GinevraZurigo
Quando si dice che il passato è di ispirazione per il futuro… Arriva un’Isetta elettrica!Il progetto è stato sviluppato dall’imprenditoreWim Ouboter, appassionato di mobilità sostenibile, e in collaborazione con l’Università di Zurigo. Ouboter ha rispolverato il vecchio progetto dell’Isetta, la “bubble car” sviluppata nel 1954 dall’italiana Iso e poi divenuta un successo globale con il marchioBMWe altri licenziatari (Heinkel, Velam, Romi) e prodotta in 217.000 unità fino al 1962, caratterizzata dall’insolita disposizione ad “Y” delle quattro ruote e dalla sola portiera anteriore, e da essa ha tratto ispirazione per il suo nuovo progetto di mobilità sostenibile.Il nuovo veicolo, sviluppato nel 2015 e presentato quest’anno in forma di prototipo, si chiamaMicrolino, e l’ispirazione alla micro-car di sessant’anni fa è a dir poco evidente. In BMW si è vociferato diverse volte in passato di una riedizione dell’Isetta, si sono visti anche dei rendering, ma alla fine non se n’è fatto (ancora) nulla. A quanto pare, un progetto indipendente ha battuto sul tempo i tedeschi, il cui contributo non ufficiale resta comunque importante: prima di realizzare il prototipo, il team di ricerca e sviluppo del progetto Microlino ha trapiantato il sistema di propulsione elettrica ad una vecchia Isetta, per testarne le caratteristiche principali ed “entrare in confidenza col feeling di guida”. E tra i motivi che li hanno convinti a proseguire, c’è stata la reazione entusiastica del pubblico lungo le strade.Il progetto definitivo è stato invece realizzato con l’aiuto della cineseKandi Technologies, e presentato all’ultimoSalone di Ginevrae, trazione elettrica a parte, punta su moderni concetti di “urban mobility” che non sono cambiati dagli anni 50: ingombri ridotti, facilità di parcheggio, agilità nel traffico, uniti a un aspetto accattivante, eccentrico e moderno, capace di attrarre lo sguardo degli automobilisti (e delle ragazze…) più di una supercar, viaggiando al coperto e comodamente seduti l’uno accanto all’altro.Riguardo la parte elettrica, i punti di forza della Microlino sono l’accelerazione entusiasmante, le emissioni zero, la facilità di guida (il cambio è monomarcia) e la facilità di rifornimento: basta una qualsiasi presa a 220V grazie alla tecnologia plug-in.Al momento non sono dichiarati autonomia, tempi di ricarica e prezzi di listino, ma dopo Ginevra la prenotazione del primo lotto di produzione di (500 esemplari) è andato completamente esaurito. Chi sosteneva che l’Isetta fosse un progetto troppo avanzato per l’epoca, evidentemente aveva ragione.
Quando si dice che il passato è di ispirazione per il futuro… Arriva un’Isetta elettrica!
Il progetto è stato sviluppato dall’imprenditoreWim Ouboter, appassionato di mobilità sostenibile, e in collaborazione con l’Università di Zurigo. Ouboter ha rispolverato il vecchio progetto dell’Isetta, la “bubble car” sviluppata nel 1954 dall’italiana Iso e poi divenuta un successo globale con il marchioBMWe altri licenziatari (Heinkel, Velam, Romi) e prodotta in 217.000 unità fino al 1962, caratterizzata dall’insolita disposizione ad “Y” delle quattro ruote e dalla sola portiera anteriore, e da essa ha tratto ispirazione per il suo nuovo progetto di mobilità sostenibile.
Il nuovo veicolo, sviluppato nel 2015 e presentato quest’anno in forma di prototipo, si chiamaMicrolino, e l’ispirazione alla micro-car di sessant’anni fa è a dir poco evidente. In BMW si è vociferato diverse volte in passato di una riedizione dell’Isetta, si sono visti anche dei rendering, ma alla fine non se n’è fatto (ancora) nulla. A quanto pare, un progetto indipendente ha battuto sul tempo i tedeschi, il cui contributo non ufficiale resta comunque importante: prima di realizzare il prototipo, il team di ricerca e sviluppo del progetto Microlino ha trapiantato il sistema di propulsione elettrica ad una vecchia Isetta, per testarne le caratteristiche principali ed “entrare in confidenza col feeling di guida”. E tra i motivi che li hanno convinti a proseguire, c’è stata la reazione entusiastica del pubblico lungo le strade.
Il progetto definitivo è stato invece realizzato con l’aiuto della cineseKandi Technologies, e presentato all’ultimoSalone di Ginevrae, trazione elettrica a parte, punta su moderni concetti di “urban mobility” che non sono cambiati dagli anni 50: ingombri ridotti, facilità di parcheggio, agilità nel traffico, uniti a un aspetto accattivante, eccentrico e moderno, capace di attrarre lo sguardo degli automobilisti (e delle ragazze…) più di una supercar, viaggiando al coperto e comodamente seduti l’uno accanto all’altro.
Riguardo la parte elettrica, i punti di forza della Microlino sono l’accelerazione entusiasmante, le emissioni zero, la facilità di guida (il cambio è monomarcia) e la facilità di rifornimento: basta una qualsiasi presa a 220V grazie alla tecnologia plug-in.
Al momento non sono dichiarati autonomia, tempi di ricarica e prezzi di listino, ma dopo Ginevra la prenotazione del primo lotto di produzione di (500 esemplari) è andato completamente esaurito. Chi sosteneva che l’Isetta fosse un progetto troppo avanzato per l’epoca, evidentemente aveva ragione.
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