Una Ford GT40 sepolta in un garage dal 1975
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Una Ford GT40 sepolta in un garage dal 19757 Immagini03/08/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Rimasta per quarant’anni sotto un cumulo di immondizia in un garage, non è completa ma colui che l’ha recuperata è pronto a rimetterla in sesto. Ecco la storia di questo esemplareQuesta scoperta è stata fatta dal cacciatore di tesori, Tom Shaughnessy: una Ford GT40 è rimasta dal 1975 sepolta in questo garage: non si sa quanto sia stata pagata al pompiere in pensione che l’ha “conservata” fino ad oggi ma di certo è stata una cifra importante. Questa sportiva americana non è mai stata sistemata a causa prima di problemi al motore e poi questioni di salute del suo proprietario. L’auto non è completa (le foto nella gallery), ma sotto c’è un Signor Telaio: trattasi dellochassis No 1067, uno dei soli tre “ibridi” di GT40 MkI ed MkII realizzati e, dei tre, l’unico sopravvissuto. Inoltre, questa GT40 fu l’ultima prodotta nel 1966 e l’ultima numerata con un seriale Ford (successivamente furono marchiate dalla J.W. Engineering).La storia della vettura è da film: nata nel dicembre 1966 in Inghilterra e probabilmente verniciata di blu, viene acquistata dal suo primo proprietario dell’Illinois, per poi essere venduta, alcuni anni dopo, ad un nuovo proprietario che la vernicia di giallo e ne sostituisce i cerchi; qui comincia il bello, perché viene acquistata da Harley Cluxton, che possedeva anche la telaio 1074, una vettura utilizzata nel film “Le Mans” con Steve McQueen; arriva poi George Walther, padre diSalt(a lui arriviamo dopo), il cui nome ancora campeggia sulla portiera, che la trasforma in una replica della vincitrice di Daytona, con cerchi da competizione. Negli anni ’70 arriva poi Dennis Murdoch, il pompiere in pensione, che per poco non la vende a un certoRod Stewart, che però rinuncia all’acquisto. Da qui in poi non si capisce bene come l’auto sia finita seppellita sotto le macerie, ma riappare nel 2010 quando Jay Cushman, sul forum GT40S.com, racconta della sua visita da Murdoch e vanta il possesso di un motore originale e di altri pezzi, come dire “se me la vende, la rimetto in sesto io!”. Ed ecco che inizia la battaglia fra Cushman e Shaughnessy.Volete sapere chi è quel Salt Walter della portiera? E’ una storia a parte, altrettanto interessante: i Walter erano magnati dell’acciaio dell’Ohio e Salt era l’ultimo rampollo, un playboy col pallino delle corse, che cominciò con le powerboat per poi darsi alle gare automobilistiche, senza troppa fortuna, anzi: è ricordato più che altro per il pauroso botto con Jerry Grant alla 500 di Indianapolis del 1973, dove la sua auto prese fuoco e il suo corpo rimase ustionato per il 40%, cosa che lo obbligò all’assunzione a vita di farmaci che lo portarono ad una brutta dipendenza. Morì nel 2012, dopo cinque anni passati a fuggire dalla polizia per questioni non ben specificate.Ci avrà corso con quella GT40? Nessuno lo sa. Speriamo solo che ora la povera GT40 possa trovare un po’ di pace, passando il resto della vita a godersi la vecchiaia, coccolata in un garage climatizzato, con il solo impegno di partecipare a noiosi ma tranquilli raduni di auto storiche.Tutto su:fordford gt40SocialIn edicola Automobilismo dâEpoca di agosto-settembreA partire da oggi, arriva nelle edicole di tutta Italia il nuovo numero. In copertina lâAlfa Romeo Giulietta Spider alla quale abbiamo dedicato unâampia guida allâacquistoAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!
Una Ford GT40 sepolta in un garage dal 19757 Immagini03/08/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Rimasta per quarant’anni sotto un cumulo di immondizia in un garage, non è completa ma colui che l’ha recuperata è pronto a rimetterla in sesto. Ecco la storia di questo esemplareQuesta scoperta è stata fatta dal cacciatore di tesori, Tom Shaughnessy: una Ford GT40 è rimasta dal 1975 sepolta in questo garage: non si sa quanto sia stata pagata al pompiere in pensione che l’ha “conservata” fino ad oggi ma di certo è stata una cifra importante. Questa sportiva americana non è mai stata sistemata a causa prima di problemi al motore e poi questioni di salute del suo proprietario. L’auto non è completa (le foto nella gallery), ma sotto c’è un Signor Telaio: trattasi dellochassis No 1067, uno dei soli tre “ibridi” di GT40 MkI ed MkII realizzati e, dei tre, l’unico sopravvissuto. Inoltre, questa GT40 fu l’ultima prodotta nel 1966 e l’ultima numerata con un seriale Ford (successivamente furono marchiate dalla J.W. Engineering).La storia della vettura è da film: nata nel dicembre 1966 in Inghilterra e probabilmente verniciata di blu, viene acquistata dal suo primo proprietario dell’Illinois, per poi essere venduta, alcuni anni dopo, ad un nuovo proprietario che la vernicia di giallo e ne sostituisce i cerchi; qui comincia il bello, perché viene acquistata da Harley Cluxton, che possedeva anche la telaio 1074, una vettura utilizzata nel film “Le Mans” con Steve McQueen; arriva poi George Walther, padre diSalt(a lui arriviamo dopo), il cui nome ancora campeggia sulla portiera, che la trasforma in una replica della vincitrice di Daytona, con cerchi da competizione. Negli anni ’70 arriva poi Dennis Murdoch, il pompiere in pensione, che per poco non la vende a un certoRod Stewart, che però rinuncia all’acquisto. Da qui in poi non si capisce bene come l’auto sia finita seppellita sotto le macerie, ma riappare nel 2010 quando Jay Cushman, sul forum GT40S.com, racconta della sua visita da Murdoch e vanta il possesso di un motore originale e di altri pezzi, come dire “se me la vende, la rimetto in sesto io!”. Ed ecco che inizia la battaglia fra Cushman e Shaughnessy.Volete sapere chi è quel Salt Walter della portiera? E’ una storia a parte, altrettanto interessante: i Walter erano magnati dell’acciaio dell’Ohio e Salt era l’ultimo rampollo, un playboy col pallino delle corse, che cominciò con le powerboat per poi darsi alle gare automobilistiche, senza troppa fortuna, anzi: è ricordato più che altro per il pauroso botto con Jerry Grant alla 500 di Indianapolis del 1973, dove la sua auto prese fuoco e il suo corpo rimase ustionato per il 40%, cosa che lo obbligò all’assunzione a vita di farmaci che lo portarono ad una brutta dipendenza. Morì nel 2012, dopo cinque anni passati a fuggire dalla polizia per questioni non ben specificate.Ci avrà corso con quella GT40? Nessuno lo sa. Speriamo solo che ora la povera GT40 possa trovare un po’ di pace, passando il resto della vita a godersi la vecchiaia, coccolata in un garage climatizzato, con il solo impegno di partecipare a noiosi ma tranquilli raduni di auto storiche.Tutto su:fordford gt40
Una Ford GT40 sepolta in un garage dal 1975
Una Ford GT40 sepolta in un garage dal 1975
03/08/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Rimasta per quarant’anni sotto un cumulo di immondizia in un garage, non è completa ma colui che l’ha recuperata è pronto a rimetterla in sesto. Ecco la storia di questo esemplare
03/08/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:
Rimasta per quarant’anni sotto un cumulo di immondizia in un garage, non è completa ma colui che l’ha recuperata è pronto a rimetterla in sesto. Ecco la storia di questo esemplare
Questa scoperta è stata fatta dal cacciatore di tesori, Tom Shaughnessy: una Ford GT40 è rimasta dal 1975 sepolta in questo garage: non si sa quanto sia stata pagata al pompiere in pensione che l’ha “conservata” fino ad oggi ma di certo è stata una cifra importante. Questa sportiva americana non è mai stata sistemata a causa prima di problemi al motore e poi questioni di salute del suo proprietario. L’auto non è completa (le foto nella gallery), ma sotto c’è un Signor Telaio: trattasi dellochassis No 1067, uno dei soli tre “ibridi” di GT40 MkI ed MkII realizzati e, dei tre, l’unico sopravvissuto. Inoltre, questa GT40 fu l’ultima prodotta nel 1966 e l’ultima numerata con un seriale Ford (successivamente furono marchiate dalla J.W. Engineering).La storia della vettura è da film: nata nel dicembre 1966 in Inghilterra e probabilmente verniciata di blu, viene acquistata dal suo primo proprietario dell’Illinois, per poi essere venduta, alcuni anni dopo, ad un nuovo proprietario che la vernicia di giallo e ne sostituisce i cerchi; qui comincia il bello, perché viene acquistata da Harley Cluxton, che possedeva anche la telaio 1074, una vettura utilizzata nel film “Le Mans” con Steve McQueen; arriva poi George Walther, padre diSalt(a lui arriviamo dopo), il cui nome ancora campeggia sulla portiera, che la trasforma in una replica della vincitrice di Daytona, con cerchi da competizione. Negli anni ’70 arriva poi Dennis Murdoch, il pompiere in pensione, che per poco non la vende a un certoRod Stewart, che però rinuncia all’acquisto. Da qui in poi non si capisce bene come l’auto sia finita seppellita sotto le macerie, ma riappare nel 2010 quando Jay Cushman, sul forum GT40S.com, racconta della sua visita da Murdoch e vanta il possesso di un motore originale e di altri pezzi, come dire “se me la vende, la rimetto in sesto io!”. Ed ecco che inizia la battaglia fra Cushman e Shaughnessy.Volete sapere chi è quel Salt Walter della portiera? E’ una storia a parte, altrettanto interessante: i Walter erano magnati dell’acciaio dell’Ohio e Salt era l’ultimo rampollo, un playboy col pallino delle corse, che cominciò con le powerboat per poi darsi alle gare automobilistiche, senza troppa fortuna, anzi: è ricordato più che altro per il pauroso botto con Jerry Grant alla 500 di Indianapolis del 1973, dove la sua auto prese fuoco e il suo corpo rimase ustionato per il 40%, cosa che lo obbligò all’assunzione a vita di farmaci che lo portarono ad una brutta dipendenza. Morì nel 2012, dopo cinque anni passati a fuggire dalla polizia per questioni non ben specificate.Ci avrà corso con quella GT40? Nessuno lo sa. Speriamo solo che ora la povera GT40 possa trovare un po’ di pace, passando il resto della vita a godersi la vecchiaia, coccolata in un garage climatizzato, con il solo impegno di partecipare a noiosi ma tranquilli raduni di auto storiche.Tutto su:fordford gt40
Questa scoperta è stata fatta dal cacciatore di tesori, Tom Shaughnessy: una Ford GT40 è rimasta dal 1975 sepolta in questo garage: non si sa quanto sia stata pagata al pompiere in pensione che l’ha “conservata” fino ad oggi ma di certo è stata una cifra importante. Questa sportiva americana non è mai stata sistemata a causa prima di problemi al motore e poi questioni di salute del suo proprietario. L’auto non è completa (le foto nella gallery), ma sotto c’è un Signor Telaio: trattasi dellochassis No 1067, uno dei soli tre “ibridi” di GT40 MkI ed MkII realizzati e, dei tre, l’unico sopravvissuto. Inoltre, questa GT40 fu l’ultima prodotta nel 1966 e l’ultima numerata con un seriale Ford (successivamente furono marchiate dalla J.W. Engineering).La storia della vettura è da film: nata nel dicembre 1966 in Inghilterra e probabilmente verniciata di blu, viene acquistata dal suo primo proprietario dell’Illinois, per poi essere venduta, alcuni anni dopo, ad un nuovo proprietario che la vernicia di giallo e ne sostituisce i cerchi; qui comincia il bello, perché viene acquistata da Harley Cluxton, che possedeva anche la telaio 1074, una vettura utilizzata nel film “Le Mans” con Steve McQueen; arriva poi George Walther, padre diSalt(a lui arriviamo dopo), il cui nome ancora campeggia sulla portiera, che la trasforma in una replica della vincitrice di Daytona, con cerchi da competizione. Negli anni ’70 arriva poi Dennis Murdoch, il pompiere in pensione, che per poco non la vende a un certoRod Stewart, che però rinuncia all’acquisto. Da qui in poi non si capisce bene come l’auto sia finita seppellita sotto le macerie, ma riappare nel 2010 quando Jay Cushman, sul forum GT40S.com, racconta della sua visita da Murdoch e vanta il possesso di un motore originale e di altri pezzi, come dire “se me la vende, la rimetto in sesto io!”. Ed ecco che inizia la battaglia fra Cushman e Shaughnessy.Volete sapere chi è quel Salt Walter della portiera? E’ una storia a parte, altrettanto interessante: i Walter erano magnati dell’acciaio dell’Ohio e Salt era l’ultimo rampollo, un playboy col pallino delle corse, che cominciò con le powerboat per poi darsi alle gare automobilistiche, senza troppa fortuna, anzi: è ricordato più che altro per il pauroso botto con Jerry Grant alla 500 di Indianapolis del 1973, dove la sua auto prese fuoco e il suo corpo rimase ustionato per il 40%, cosa che lo obbligò all’assunzione a vita di farmaci che lo portarono ad una brutta dipendenza. Morì nel 2012, dopo cinque anni passati a fuggire dalla polizia per questioni non ben specificate.Ci avrà corso con quella GT40? Nessuno lo sa. Speriamo solo che ora la povera GT40 possa trovare un po’ di pace, passando il resto della vita a godersi la vecchiaia, coccolata in un garage climatizzato, con il solo impegno di partecipare a noiosi ma tranquilli raduni di auto storiche.
Questa scoperta è stata fatta dal cacciatore di tesori, Tom Shaughnessy: una Ford GT40 è rimasta dal 1975 sepolta in questo garage: non si sa quanto sia stata pagata al pompiere in pensione che l’ha “conservata” fino ad oggi ma di certo è stata una cifra importante. Questa sportiva americana non è mai stata sistemata a causa prima di problemi al motore e poi questioni di salute del suo proprietario. L’auto non è completa (le foto nella gallery), ma sotto c’è un Signor Telaio: trattasi dellochassis No 1067, uno dei soli tre “ibridi” di GT40 MkI ed MkII realizzati e, dei tre, l’unico sopravvissuto. Inoltre, questa GT40 fu l’ultima prodotta nel 1966 e l’ultima numerata con un seriale Ford (successivamente furono marchiate dalla J.W. Engineering).
La storia della vettura è da film: nata nel dicembre 1966 in Inghilterra e probabilmente verniciata di blu, viene acquistata dal suo primo proprietario dell’Illinois, per poi essere venduta, alcuni anni dopo, ad un nuovo proprietario che la vernicia di giallo e ne sostituisce i cerchi; qui comincia il bello, perché viene acquistata da Harley Cluxton, che possedeva anche la telaio 1074, una vettura utilizzata nel film “Le Mans” con Steve McQueen; arriva poi George Walther, padre diSalt(a lui arriviamo dopo), il cui nome ancora campeggia sulla portiera, che la trasforma in una replica della vincitrice di Daytona, con cerchi da competizione. Negli anni ’70 arriva poi Dennis Murdoch, il pompiere in pensione, che per poco non la vende a un certoRod Stewart, che però rinuncia all’acquisto. Da qui in poi non si capisce bene come l’auto sia finita seppellita sotto le macerie, ma riappare nel 2010 quando Jay Cushman, sul forum GT40S.com, racconta della sua visita da Murdoch e vanta il possesso di un motore originale e di altri pezzi, come dire “se me la vende, la rimetto in sesto io!”. Ed ecco che inizia la battaglia fra Cushman e Shaughnessy.
Volete sapere chi è quel Salt Walter della portiera? E’ una storia a parte, altrettanto interessante: i Walter erano magnati dell’acciaio dell’Ohio e Salt era l’ultimo rampollo, un playboy col pallino delle corse, che cominciò con le powerboat per poi darsi alle gare automobilistiche, senza troppa fortuna, anzi: è ricordato più che altro per il pauroso botto con Jerry Grant alla 500 di Indianapolis del 1973, dove la sua auto prese fuoco e il suo corpo rimase ustionato per il 40%, cosa che lo obbligò all’assunzione a vita di farmaci che lo portarono ad una brutta dipendenza. Morì nel 2012, dopo cinque anni passati a fuggire dalla polizia per questioni non ben specificate.
Ci avrà corso con quella GT40? Nessuno lo sa. Speriamo solo che ora la povera GT40 possa trovare un po’ di pace, passando il resto della vita a godersi la vecchiaia, coccolata in un garage climatizzato, con il solo impegno di partecipare a noiosi ma tranquilli raduni di auto storiche.
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