Apocalisse Ferrari, c’è il primo ADDIO DI FINE STAGIONE: l’autunno ha portato consiglio | Si riparte dai giovani

Apocalisse Ferrari, c’è il primo ADDIO DI FINE STAGIONE: l’autunno ha portato consiglio | Si riparte dai giovani

Hamilton e Leclerc, attuali piloti della Rossa @automobilismodepoca

Il finale di stagione lascia una ferita aperta: la Ferrari sta per salutare definitivamente il secondo posto “Costruttori”.

PRIMO ADDIO – L’autunno avrebbe dovuto portare conferme, invece ha portato verità difficili da ignorare. La Ferrari si ritrova davanti allo scenario più amaro dell’anno: il secondo posto nel Mondiale Costruttori, obiettivo minimo fissato a inizio stagione, sta sfuggendo di mano proprio sul traguardo. Non è un addio annunciato in conferenza stampa, né una separazione ufficiale: è un addio che parla attraverso i numeri, i distacchi e i risultati che non arrivano.

Nell’ambiente si respira una stanchezza evidente, figlia di un’annata altalenante e di un inseguimento che si è trasformato troppo presto in difesa. Eppure, la squadra non vuole alzare bandiera bianca: tra i tecnici di Maranello qualcuno continua a ricordare che la matematica non ha ancora chiuso definitivamente la porta, lasciando aperto un piccolo spazio per l’improbabile rimonta finale.

Cosa emerge dall’analisi stagionale

COSA E’ MANCATO QUEST’ANNO – La Ferrari ha progressivamente perso terreno nella seconda metà di stagione, lasciando spazio agli avversari diretti e vedendo ridursi il margine di manovra gara dopo gara. I segnali dell’“addio” al secondo posto ci sono tutti, anche se ufficialmente il team mantiene una posizione prudente. Le carenze di passo gara, le difficoltà con la gestione gomme e la mancanza di continuità hanno costruito una montagna difficile da scalare proprio nel momento decisivo.

Il portale sottolinea però un aspetto meno negativo: pur con un finale amaro, la base su cui lavorare resta solida. La squadra sta già ruotando parte della responsabilità sportiva verso i giovani talenti del vivaio e verso alcune figure tecniche emergenti chiamate a dare un’identità più forte al progetto 2026. È un segnale che l’addio al secondo posto, se confermato, non sarà vissuto come una resa totale, ma come uno stimolo a ripartire con pragmatismo.

Hamilton e il flop in Ferrari @automobilismodepoca

Perché questo addio pesa… ma apre una nuova fase

SI RIPARTE DALLE MACERIE – Perdere il secondo posto non è soltanto una questione di classifica: pesa sul morale, pesa sul bilancio e pesa sulle ambizioni di un team che da sempre punta al massimo. È il tipo di delusione che obbliga a guardare dentro il progetto tecnico e a chiedersi cosa non abbia funzionato in modo sistematico. Il senso di “apocalisse” percepito da tifosi e addetti ai lavori nasce proprio da questa somma di piccole crepe.

Eppure, proprio da questo scenario complicato può partire la rinascita. La volontà di puntare sui giovani, sia in pista sia nei reparti ingegneristici, è un messaggio preciso: la Ferrari vuole costruire un futuro più stabile, meno dipendente dall’improvvisazione e più orientato alla continuità. Se il secondo posto sta davvero per sfumare, sarà un addio doloroso ma non sterile. L’autunno ha portato una certezza: per tornare davanti, serve cambiare passo, e Maranello sembra pronta a farlo.