Il PSG ha mandato in cassa integrazione 2000 dipendenti Stellantis | Vuole lo stadio proprio dove sorge la fabbrica

Il PSG ha mandato in cassa integrazione 2000 dipendenti Stellantis | Vuole lo stadio proprio dove sorge la fabbrica

PSG vs STELLANTIS @Automobilismodepoca

Nello stabilimento Stellantis di Poissy, alle porte di Parigi, 2.000 lavoratori entrano in cassa integrazione mentre cresce l’ombra di un nuovo stadio del PSG sull’area industriale.

Nel grande complesso produttivo di Poissy, storico sito dell’industria automobilistica francese, l’atmosfera è diventata improvvisamente pesante. La produzione è stata sospesa per tre settimane e circa 2.000 dipendenti sono stati messi in cassa integrazione o ferie forzate, ufficialmente a causa del rallentamento del mercato europeo e della domanda debole per modelli come Opel Mokka e DS 3, oggi costruiti proprio in questo impianto.

Il blocco temporaneo non arriva nel vuoto: da mesi il gruppo automobilistico ha annunciato stop analoghi in diversi stabilimenti europei, mentre sindacati e amministrazioni locali temono che dietro queste mosse si nasconda una riduzione strutturale della capacità produttiva del gruppo nel Vecchio Continente. In questo scenario già fragile, sulla fabbrica di Poissy si è affacciato un attore ingombrante e dall’enorme potenza economica: il Paris Saint-Germain, a caccia di un terreno dove costruire un nuovo stadio da calcio.

Lo stabilimento fermo tre settimane e i timori dei lavoratori

Il sito di Poissy è attivo dal 1938 e rappresenta da decenni uno dei pilastri dell’occupazione nell’area a ovest di Parigi. Oggi impiega circa 2.000 addetti tra linea di montaggio, logistica e servizi collegati. La decisione di sospendere le attività per tre settimane, combinando dodici giorni di cassa integrazione con alcuni giorni di ferie obbligatorie, è stata motivata con la necessità di adeguare la produzione al calo delle vendite e di “ottimizzare” gli spazi interni, anche attraverso lo spostamento di alcuni macchinari.

Per molti operai, però, questi dettagli non sono semplici aggiustamenti organizzativi, ma segnali di un possibile ridimensionamento profondo, se non di una futura riconversione dell’intero sito. Nei reparti circolano voci sulla trasformazione della fabbrica in centro per componenti o ricambi, con un numero ridotto di addetti rispetto all’attuale. Sullo sfondo resta la promessa ufficiale del gruppo, che assicura un “futuro industriale” a Poissy almeno fino al 2028, una garanzia che tuttavia non basta a placare la preoccupazione di chi teme di perdere il proprio posto di lavoro.

Gruppo-Stellantis-@wikicommons-automobilismodepoca

Il progetto di un nuovo stadio e l’area industriale che fa gola

In parallelo, i media francesi riportano da mesi indiscrezioni su un progetto ambizioso: la ricerca, da parte del club parigino, di un’area in cui costruire un impianto moderno alternativo al Parco dei Principi, ritenuto ormai insufficiente per dimensioni e potenzialità commerciali. Tra i siti analizzati, quello di Poissy emerge come uno dei candidati principali, grazie agli ampi spazi già urbanizzati, alla vicinanza con la capitale e ai collegamenti stradali e ferroviari esistenti.

Alcune ricostruzioni parlano di contatti avviati tra il gruppo automobilistico e la società calcistica per esplorare una possibile riconversione dell’area in un grande complesso sportivo, con stadio e strutture annesse. Nulla è stato confermato ufficialmente, ma l’ipotesi di vedere sorgere un’arena da decine di migliaia di posti al posto delle linee di montaggio alimenta l’inquietudine dei dipendenti, che temono di essere progressivamente accompagnati fuori dal perimetro produttivo. In questa sovrapposizione di interessi – crisi dell’auto, cassa integrazione e progetti immobiliari legati al calcio – Poissy diventa il simbolo di un bivio delicato, dove il destino industriale di un territorio si intreccia con la corsa a un nuovo tempio dello sport finanziato da capitali globali.