Per lavoro macina chilometri con la sua auto: TUTTO RIMBORSATO col servizio Aci | La nuova ancora di salvezza
Aci @aci, automobilismodepoca
Chi usa la propria auto per lavoro può farsi rimborsare ogni chilometro in modo preciso, grazie ai costi chilometrici calcolati dall’Aci e riconosciuti dal Fisco.
Per tanti dipendenti e professionisti, l’auto privata è molto più di un mezzo di trasporto: è lo strumento con cui si visitano clienti, si seguono cantieri, si raggiungono filiali e uffici in tutta Italia. A fine mese, però, il pieno di benzina non è l’unica voce che pesa: assicurazione, bollo, manutenzione e usura delle gomme si sommano silenziosamente, fino a trasformare ogni trasferta in un costo nascosto che rischia di erodere il guadagno.
Per evitare che chi lavora “ci rimetta” a ogni spostamento, esiste un sistema ufficiale che permette di trasformare i chilometri percorsi in un rimborso puntuale. Non si basa su accordi a spanne, ma su valori tecnici aggiornati, elaborati dall’Automobile Club d’Italia e recepiti dall’Agenzia delle Entrate come riferimento per i rimborsi e per la gestione fiscale delle trasferte.
Come funziona il calcolo Aci dei costi chilometrici
Il cuore del meccanismo è il servizio online Aci dedicato ai costi chilometrici di esercizio. Secondo quanto spiegato dall’Automobile Club d’Italia, la piattaforma consente di ottenere un valore in euro per chilometro per i principali modelli di auto, nuove e fuori produzione. Il dato viene costruito sommando non solo il carburante, ma anche quote di ammortamento del veicolo, assicurazione RCA, bollo, manutenzione ordinaria e straordinaria, usura degli pneumatici.
Per usarlo basta accedere con SPID, CIE, CNS o credenziali eIDAS, indicare categoria, marca, modello e alimentazione della vettura. Il sistema restituisce il costo chilometrico in euro/km, pronto per essere moltiplicato per la distanza percorsa nella singola trasferta o sull’intero mese. Il servizio è gratuito e aggiornato settimanalmente per la componente carburante, così da seguire da vicino l’andamento dei prezzi alla pompa senza dover rifare i calcoli ogni volta.

Perché per chi viaggia per lavoro è davvero un’ancora di salvezza
Per chi macina chilometri con la propria auto, il rimborso chilometrico basato sulle tabelle Aci ha un vantaggio decisivo: evita trattative continue con il datore di lavoro e garantisce una copertura realistica dei costi. L’azienda sa di pagare una cifra coerente con i parametri ufficiali, il dipendente sa di non limitarsi al solo carburante, ma di vedersi riconosciuta anche l’usura del mezzo. Il tutto con regole chiare anche sul piano fiscale, perché questi rimborsi, se calcolati correttamente, non si trasformano in reddito tassato.
Per il lavoratore abituale in trasferta questo significa poter pianificare le spese con un minimo di serenità: ogni viaggio non è più un buco nero nel bilancio personale, ma una voce rimborsata sulla base di criteri trasparenti. E per il piccolo professionista che usa la stessa auto per vita privata e lavoro, il riferimento Aci diventa una bussola per non sottovalutare quanto costi davvero mettersi in strada. In un contesto in cui carburanti e costi di gestione continuano a salire, avere uno strumento ufficiale che traduce i chilometri in rimborsi equi è, di fatto, una vera ancora di salvezza.
