Il Bollo Auto passerà veramente da 200 a 28 euro nel 2026? | Sì, ma non per tutte le auto: ecco la lista completa

Il Bollo Auto passerà veramente da 200 a 28 euro nel 2026? | Sì, ma non per tutte le auto: ecco la lista completa

Bollo Auto @deposit, automobilismodepoca

Nel 2026 il bollo auto potrà davvero scendere da circa 200 a 28 euro l’anno, ma solo per una categoria ben precisa: le auto storiche riconosciute, spesso con oltre trent’anni sulle spalle e un crescente valore collezionistico.

Nei gruppi social dedicati ai motori si rincorre la promessa del “bollo da 200 a 28 euro”, che fa pensare a uno sconto generalizzato per qualsiasi utilitaria datata. In realtà il discorso riguarda soprattutto le vetture che entrano nel perimetro delle storiche: modelli come Fiat Panda 4×4, Uno Turbo i.e., Lancia Delta, Alfa 75, Volkswagen Golf GTI e BMW Serie 3 E30, auto nate per l’uso quotidiano che oggi vengono trattate come piccoli gioielli da preservare.

Il dato dei 28 euro non è uno slogan inventato: in diverse Regioni italiane la tassa per le auto con oltre 30 anni e status di veicolo storico che circolano ancora su strada si riduce a una cifra simbolica intorno ai 25-30 euro, contro i circa 200 euro che molti pagano per un’auto moderna di media cilindrata. Secondo quanto indicato anche da Autoscout24 in un approfondimento sulle vetture d’epoca che aumentano di valore, il 2026 vedrà entrare in questa fascia sempre più modelli nati negli anni Ottanta e Novanta, rendendo ancora più evidente il divario tra bollo pieno e bollo ridotto.

Dietro lo “sconto shock” ci sono le vere auto storiche e le youngtimer giuste

Per capire chi beneficerà davvero del bollo ridotto bisogna partire da un punto chiave: il bollo è una tassa regionale, e ogni Regione decide soglie, esenzioni e importi simbolici per i veicoli storici. In linea generale, superati i 30 anni, molte vetture entrano nel regime agevolato, a patto di essere riconosciute come storiche e, spesso, iscritte ai registri dedicati. È il caso di auto come Mercedes 190, Alfa Romeo 75, Panda 4×4 e Golf GTI delle prime serie, ormai considerate classici accessibili, con costi di tassa contenuti e una base di appassionati in crescita.

Accanto alle “over 30” già consacrate, si affaccia il mondo delle youngtimer: berline e sportive degli anni Novanta e Duemila che iniziano a salire di valore e che, nel giro di pochi anni, potranno agganciare le agevolazioni. Qui entrano in gioco modelli come Alfa 156 e 147 nelle versioni più ricercate, Fiat Coupé 20V Turbo, Audi TT prima serie, Mazda MX-5 delle generazioni NA e NB, senza dimenticare certe BMW Serie 3 E36 ed E46 a sei cilindri. Oggi pagano ancora un bollo importante, ma sono già osservate speciali da chi pensa in prospettiva.

Bollo Auto, esenzione parziale @automobilismodepoca

Non tutte le auto scenderanno a 28 euro: chi rientra davvero nello sconto

Il messaggio da tenere a mente è semplice: non tutte le auto vedranno il bollo crollare a 28 euro nel 2026. A rientrare nello sconto saranno soprattutto le vetture immatricolate oltre trent’anni prima, riconosciute come storiche e spesso supportate da certificati e iscrizioni a registri ufficiali. Solo in presenza di questi requisiti le Regioni applicano l’esenzione dal bollo normale, trasformandola in una tassa simbolica se la macchina continua a circolare.

Chi guida una normale utilitaria benzina o diesel di dieci, quindici anni resterà distante da quelle cifre. Le eventuali novità sul bollo 2026 riguarderanno più le modalità di gestione e l’autonomia delle Regioni che uno sconto generalizzato. Prima di farsi illusioni conviene verificare anno di immatricolazione, eventuale status di auto storica e regole della propria Regione, sapendo che solo chi possiede una vera d’epoca o una youngtimer in ascesa potrà davvero trasformare il bollo da voce pesante di spesa a quasi semplice formalità annuale.