Prendo una buca e si squarcia lo pneumatico: chi paga il gommista? | C’è una precisa legge del Codice della strada
Gomma a terra @automobilismodepoca, freepik
La gomma si strappa su una buca e il conto lo paghi tu, ma il responsabile della strada può dover rimborsare: dipende dalle prove.
Succede in un attimo: senti il colpo secco, l’auto sbanda appena e poi arriva la certezza peggiore, lo pneumatico squarciato. A quel punto non c’è filosofia che tenga: serve il gommista, serve una gomma nuova, e spesso serve anche un cerchio da controllare. La prima risposta alla domanda “chi paga?” è brutale e semplice: nell’immediato paghi tu, perché la riparazione non aspetta i tempi di nessuno.
La seconda risposta è quella che interessa davvero: se la buca era sulla strada pubblica, esiste una regola precisa nel Codice della strada che attribuisce compiti chiari a chi quella strada la possiede e la gestisce. Non è un dettaglio teorico: significa che, se il dissesto era tale da creare pericolo e non era gestito come dovrebbe, il rimborso può diventare una richiesta concreta.
La “legge della strada” che decide tutto: manutenzione e sicurezza non sono opzionali
L’articolo 14 del Codice della strada stabilisce che gli enti proprietari devono provvedere alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, al controllo tecnico dell’efficienza e all’apposizione e manutenzione della segnaletica. Tradotto: Comune, Provincia, ANAS o concessionario non possono limitarsi a “passare ogni tanto”, perché la sicurezza e la fluidità della circolazione sono un dovere.
Quando una buca diventa un rischio e non viene riparata o segnalata, si apre il problema della responsabilità. Nella pratica, le richieste di risarcimento per danni da buche si appoggiano spesso anche al principio della “custodia” della strada: chi gestisce un bene deve rispondere dei danni che quel bene provoca, salvo dimostrare che è intervenuto un caso fortuito che ha reso impossibile prevenire l’evento.

Quello che riesci a dimostrare dopo il botto
La parte più “ingiusta” è che non basta dire “c’era una buca”. Serve dimostrare il nesso tra quella buca e il danno: foto chiare del dissesto e del punto esatto, data e ora, eventuali testimoni, e tutta la documentazione del gommista. Più la ricostruzione è precisa, più la richiesta ha forza, perché sposta la vicenda dalla rabbia al fatto verificabile.
Conta anche come è avvenuto l’incidente. Se la buca era ben visibile e l’urto è avvenuto per velocità o distrazione, la responsabilità può ridursi o cadere. Se invece il dissesto era improvviso, non segnalato e difficile da evitare, la richiesta di rimborso verso l’ente proprietario diventa molto più credibile, perché si aggancia proprio a quell’obbligo di manutenzione e controllo che il Codice della strada mette nero su bianco.
