STOP a diesel e benzina: tutto confermato nel documento ufficiale | 1 gennaio 2035: l’apocalisse è vicina

STOP a diesel e benzina: tutto confermato nel documento ufficiale | 1 gennaio 2035: l’apocalisse è vicina

Benzina @automobilismodepoca

La scadenza del 2035 resta la linea ufficiale, ma a Bruxelles si parla di correttivi: biocarburanti, deroghe e auto “a autonomia estesa”.

Il 2035 continua a essere la data che agita il mercato: è l’orizzonte fissato dalle regole europee sul taglio delle emissioni, quello che, tradotto in modo semplice, viene raccontato come lo stop alle nuove auto a benzina e diesel. È il motivo per cui tanti lo vivono come un’apocalisse: non tanto perché le auto attuali spariranno dall’oggi al domani, ma perché l’idea di un futuro “solo elettrico” mette ansia a chi teme costi, ricariche e svalutazione dell’usato.

Dentro questo clima, però, sta emergendo un altro elemento: l’Europa, almeno per ora, non sembra potersi permettere un passaggio così netto senza conseguenze industriali. Come indicato da Virgilio Motori, la Commissione europea starebbe valutando una parziale retromarcia rispetto all’obiettivo del 100% di riduzione delle emissioni, anche alla luce delle difficoltà del mercato elettrico e delle ricadute sulla filiera.

Il 2035 resta la soglia, ma a Bruxelles si ragiona su un “dietrofront” controllato

Il cuore del ragionamento gira intorno a un punto: l’attuale obiettivo di riduzione della CO₂ fissato al 100% potrebbe essere rivisto. Nel racconto viene citata l’ipotesi, riportata anche dal Financial Times, di un cambio di rotta che permetterebbe ai costruttori di vendere veicoli fino a un livello di emissioni pari al 10% di quello del 2021. In pratica, si aprirebbe la porta a un numero prestabilito di vetture a benzina e diesel anche oltre il 2035, con l’idea di limitare l’impatto complessivo.

È una prospettiva che, se diventasse realtà, cambierebbe il modo in cui si guarda alla scadenza: meno “taglio netto” e più transizione, con la possibilità di affiancare soluzioni diverse all’elettrico puro. Nel testo si parla anche di biocarburanti e di strategie industriali pensate per ridurre le ricadute economiche, in un momento in cui i costruttori storici europei fanno i conti con crisi di vendite e filiere sotto stress.

Benzina e diesel @automobilismodepoca

La via di mezzo che può piacere a molti: l’elettrico con il motore “di riserva”

Tra le strade al vaglio c’è spazio per i veicoli a autonomia estesa, quelli che restano elettrici nella guida ma usano un piccolo motore a benzina come generatore per ricaricare la batteria quando serve. È la soluzione chiamata “range extender”, presentata come un compromesso capace di ridurre l’ansia da autonomia e, allo stesso tempo, contenere dimensioni e costi delle batterie.

L’idea, nel racconto, è che una formula del genere potrebbe rendere più digeribile la transizione anche a chi oggi non vuole cambiare abitudini, soprattutto per i lunghi spostamenti e per chi teme le ore di attesa alle colonnine. Bruxelles, viene spiegato, starebbe valutando tutte le opzioni e potrebbe arrivare a un atto ufficiale che rimetta in discussione il percorso: il 2035 resta la data che fa paura, ma la partita vera sembra essere su come arrivarci.