Giorgia Meloni come il GRINCH: alzato il prezzo del diesel di 3 centesimi | Ecco quando ci sarà il boom rosso

Dal 1° gennaio 2026 una storica inversione di rotta: il diesel supererà la benzina nel costo al litro a causa delle nuove accise. Preparati ai cambiamenti!

Giorgia Meloni come il GRINCH: alzato il prezzo del diesel di 3 centesimi | Ecco quando ci sarà il boom rosso
Dal 1° gennaio 2026, il panorama dei carburanti in Italia è destinato a subire una trasformazione significativa. Dopo anni in cui il gasolio è stato il carburante preferito da molti automobilisti per il suo costo inferiore, una nuova disposizione della legge di bilancio (del Governo Meloni) porterà ad un’inversione di rotta. Le accise, infatti, verranno rimodulate in modo tale da equiparare l’imposta applicata a benzina e diesel. Questa modifica avrà un impatto diretto e tangibile sui costi al distributore, modificando le abitudini di spesa di milioni di italiani.

La rimodulazione prevede una riduzione dell’accisa sulle benzine di 4,05 centesimi di euro per litro e, contestualmente, un aumento della stessa misura per l’accisa applicata al gasolio. Di conseguenza, a partire da Capodanno 2026, l’imposta sarà identica per entrambi i carburanti: 672,90 euro ogni mille litri. Senza interventi sui margini di guadagno da parte della filiera petrolifera, il prezzo finale del diesel al pubblico sarà superiore a quello della benzina, segnando un cambiamento epocale nel settore energetico e dei trasporti.

Cosa significa per i tuoi pieni: Le proiezioni di costo

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Proiezioni di costo: capire l’impatto sul tuo bilancio futuro.

 

Le conseguenze di questa manovra saranno avvertite direttamente dagli automobilisti al momento del rifornimento. Basandosi sulle ultime rilevazioni dei prezzi e ipotizzando stabilità nel costo della materia prima e nei margini lordi della filiera, possiamo fare delle proiezioni concrete. Prendendo come riferimento l’8 dicembre scorso, con la benzina a 1,718 €/l e il gasolio a 1,684 €/l, si stima che la benzina potrebbe scendere a circa 1,669 €/l, mentre il gasolio salirebbe a 1,733 €/l. Questo comporterebbe un sorpasso di oltre 6 centesimi al litro del diesel sulla “verde”.

Tradotto in termini pratici, il costo per un pieno di una vettura di segmento C con un serbatoio da 40 litri cambierà significativamente. Per chi possiede un’auto a benzina, il costo medio diminuirebbe da 68,72 a 66,76 euro. Al contrario, per chi guida un veicolo a gasolio, il costo aumenterebbe da 67,36 a 69,32 euro. Questo rende evidente come la convenienza storica del diesel stia per svanire, influenzando le scelte d’acquisto future e la gestione del parco auto esistente.

Le incognite del mercato: margini e strategie della filiera

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Nonostante le proiezioni iniziali indichino un divario significativo, esiste la possibilità che la filiera petrolifera decida di intervenire sui propri margini per mitigare l’impatto sui consumatori. È un aspetto cruciale che potrebbe influenzare l’entità dell’aumento. Il presidente dell’Unem, Gianni Murano, ha già accennato a questa eventualità, suggerendo che l’allineamento delle accise potrebbe tradursi in un differenziale di “soli” 3 centesimi a favore della benzina nei primi mesi del 2026. Questo scenario dipenderebbe da una strategia di assorbimento dei costi da parte di produttori e distributori, che attualmente beneficiano di margini più alti sul gasolio.

Resta da vedere come si evolveranno le dinamiche di mercato e quali decisioni verranno prese dai principali attori del settore. La fluttuazione dei prezzi della materia prima e le politiche commerciali giocheranno un ruolo fondamentale nel determinare il costo finale che i consumatori si troveranno a pagare. L’unica certezza è che, a partire dal prossimo anno, il costo del gasolio non sarà più quello a cui eravamo abituati, spingendo a una maggiore consapevolezza e pianificazione per gli automobilisti.