SCIOPERO ENI: sta succedendo il delirio proprio a ridosso di Natale | Cosa cambia per gli utenti

Gli autotrasportatori Eni di Taranto proseguono lo sciopero contro le lunghe attese al carico, denunciando l’assenza di risposte concrete. USB conferma la mobilitazione.

SCIOPERO ENI: sta succedendo il delirio proprio a ridosso di Natale | Cosa cambia per gli utenti
Sciopero Eni Taranto: Attese infinite e la protesta che non si ferma. Gli autotrasportatori Eni di Taranto proseguono lo sciopero contro le lunghe attese al carico, denunciando l’assenza di risposte concrete. USB conferma la mobilitazione.A Taranto, la mobilitazione degli autotrasportatori di prodotti petroliferi che operano per Eni prosegue senza sosta. A confermare la determinazione della categoria sono Federico Cefaliello ed Emanuele Palmisano, esponenti di USB Taranto, i quali segnalano con fermezza l’assenza di atti concreti da parte della dirigenza, nonostante i numerosi tentativi di confronto avviati nelle scorse settimane. Questa situazione di stallo evidenzia una profonda crisi nei rapporti lavorativi e una crescente frustrazione tra i lavoratori, che si sentono inascoltati e costretti a sacrifici quotidiani.

Il sindacato ha rivelato che, nel corso del tempo, non sono mancati contatti e comunicazioni ufficiali. Vi è stato anche un incontro, seppur informale, durante il quale la dirigenza Eni avrebbe manifestato la disponibilità ad avviare un dialogo, lasciando alle organizzazioni sindacali la scelta della data. Tuttavia, a questa apertura iniziale non ha fatto seguito una presa di posizione formale né l’individuazione di una soluzione concreta alle criticità costantemente segnalate dagli autotrasportatori.

Le lunghe attese al carico: Il cuore della protesta

Le lunghe attese al carico: Il cuore della protesta

Attese al carico: il cuore pulsante della protesta.

 

Alla base della protesta vi è una problematica denunciata da tempo dagli autotrasportatori: le lunghe e insostenibili attese per il completamento delle procedure di carico dei prodotti petroliferi. Secondo le stime fornite da USB, questi tempi morti possono arrivare fino a quattro o cinque ore, un lasso di tempo che incide pesantemente sull’organizzazione quotidiana del lavoro e, di conseguenza, sulla vita privata degli autisti. Essi sono costretti a prolungate soste prima di poter riprendere il proprio viaggio, con conseguenze dirette sulla loro capacità di rispettare le tabelle di marcia e di adempiere agli obblighi di servizio.

Il sindacato ha evidenziato come tali disagi si siano manifestati con allarmante regolarità, inclusa la giornata di ieri, sabato. Questo è accaduto nonostante il sabato sia tradizionalmente caratterizzato da un regime di lavoro ridotto, un dato che non fa che confermare la natura strutturale e sistemica della problematica. Non si tratta quindi di episodi isolati, ma di una condizione persistente e radicata nelle dinamiche operative che gli autotrasportatori sono costretti a subire quotidianamente, con gravi ripercussioni sulla loro efficienza e sulla sicurezza stradale.

Questa situazione non solo mina la produttività, ma anche il benessere fisico e mentale dei lavoratori, costretti a sacrifici personali e professionali che non trovano adeguato riconoscimento o soluzione da parte dell’azienda. La costante incertezza sui tempi di carico genera stress e impedisce una pianificazione efficace delle loro giornate, compromettendo la qualità della loro vita lavorativa.

Eni e il silenzio assordante: La determinazione della USB

Eni e il silenzio assordante: La determinazione della USB

La USB, determinata, rompe il silenzio assordante di Eni.

 

Nonostante i ripetuti tentativi di approccio e le sollecitazioni da parte di USB Taranto, la situazione rimane in una fase di completo stallo e incomprensibile inerzia. Il sindacato ricorda, infatti, di aver inoltrato una richiesta formale di incontro già in data 4 novembre, una comunicazione cruciale a cui, a distanza di diverse settimane, non è stato dato alcun riscontro. Questa mancanza di comunicazione ufficiale e l’assenza di una presa di posizione formale da parte della dirigenza Eni hanno ulteriormente esasperato gli animi degli autotrasportatori, spingendoli alla decisione irrevocabile di confermare e proseguire la mobilitazione ad oltranza, in corso dalle 12:30 di giovedì scorso.

Gli autotrasportatori e USB ritengono che, in assenza di un impegno concreto e soprattutto verificabile attraverso accordi e provvedimenti tangibili, lo sciopero resti l’unico strumento a loro disposizione per richiamare l’attenzione su un problema che mina non solo la produttività e l’efficienza del servizio, ma anche il benessere, la sicurezza e la dignità dei lavoratori. La protesta è vista, quindi, come un atto di necessità, una misura estrema per sollecitare una soluzione che sia duratura, equa e rispettosa delle condizioni di lavoro e che ponga fine a queste attese logoranti.

La conferma dello sciopero sottolinea la profonda determinazione di USB Taranto a non cedere finché non verranno adottate misure efficaci e tempestive per risolvere le criticità legate ai tempi di carico e all’organizzazione del lavoro. La speranza è che la dirigenza Eni decida finalmente di ascoltare le voci dei lavoratori e di avviare un dialogo costruttivo e sincero, volto a ripristinare condizioni di lavoro dignitose e a garantire un futuro più sereno per l’intera categoria degli autotrasportatori che operano nel sito di Taranto, evitando ulteriori disagi e interruzioni del servizio essenziale.