Addio alla classica benzina in Formula 1: è finita un’epoca | Scelta la miscela sostenibile per non inquinare
La F1 2026 introduce benzine sostenibili ed e-fuel, scatenando una battaglia tra giganti dell’industria. L’efficienza sarà la chiave per vincere la sfida.
La Formula 1 si prepara a un’ennesima rivoluzione per il 2026, non solo con nuove power unit, ma anche con l’introduzione obbligatoria di carburanti sostenibili. La Federazione Internazionale ha acceso i riflettori su una vera e propria battaglia tra i colossi dell’industria petrolchimica, che si scontrano nel paddock per offrire il massimo supporto tecnologico. Nel prossimo ciclo normativo, la “guerra sulle e-fuel” sarà vinta da chi riuscirà a bruciare quei 3000 MJ di energia nel modo più efficiente possibile, spostando il focus dalla quantità alla qualità del consumo energetico. Questo cambio di paradigma promette di riscrivere le strategie di sviluppo dei motori e le dinamiche di gara, mettendo al centro l’innovazione nella sostenibilità.
Le due strade dei carburanti del futuro: tra scarti ed e-fuel
Scarti ed e-fuel: le due direzioni dei carburanti del domani.
La Federazione Internazionale ha delineato due percorsi principali per i carburanti della F1 2026. Da un lato, ci sono le benzine sostenibili di seconda generazione, ottenute principalmente da scarti, che rappresentano una soluzione più immediata e meno complessa. Dall’altro lato, troviamo gli e-fuel, prodotti combinando CO2 con idrogeno verde. Questa seconda opzione, sebbene sulla carta possa presentare costi di produzione significativamente più elevati, è anche in grado di offrire maggiori vantaggi in termini di prestazioni e sostenibilità a lungo termine. Questi carburanti saranno decisivi e giocheranno un ruolo determinante nel migliorare l’efficienza complessiva del motore endotermico. La scelta tra queste due filosofie di carburante non è solo una questione ecologica, ma influenzerà profondamente l’architettura dei propulsori e le performance in pista.
Sino allo scorso anno, la FIA imponeva un flusso di benzina fissato a 100 kg/ora. Con il nuovo regolamento del 2026, si passa da un limite sul peso a uno relativo all’energia. Saranno quindi 3.000 MJ massimi da spendere nell’arco di un’ora. Questo valore fisso rappresenta la somma di due termini fondamentali: potenza e spreco. La potenza è inerente all’energia effettiva che arriva alle ruote (output), mentre lo spreco si riferisce a quanto viene perso sotto forma di attrito e calore. Questa equazione impone ai motoristi una nuova sfida, dove ogni singolo Joule conta.
L’equazione dell’efficienza: 3000 MJ e il ruolo del flussometro
Flussometro e 3000 MJ: chiavi per l’equazione dell’efficienza energetica.
I carburanti sintetici, o e-fuel, non possiedono le stesse caratteristiche di perfezione delle benzine raffinate tradizionalmente usate. Le loro catene molecolari, infatti, sono più difficili da accendere o comunque presentano una diversa velocità di fiamma, aspetti che richiedono un’ingegneria del motore ancora più sofisticata. Il compito principale dei motoristi sarà quello di limitare al massimo le perdite, ottimizzando l’energia (MJ/kg) contenuta all’interno del carburante. Ragionando sull’equazione: se il totale di 3000 MJ è fisso, un maggiore spreco si traduce inevitabilmente in una minore potenza utile alle ruote. Di conseguenza, le squadre che riusciranno a minimizzare le perdite avranno un netto vantaggio.
Con una benzina a maggiore energia specifica, le varie scuderie potranno imbarcare meno carburante a parità di energia totale, ottenendo un peso complessivo della vettura inferiore che potrà poi essere distribuito strategicamente come zavorra. Tuttavia, l’idea di utilizzare semplicemente più benzina è categoricamente vietata dalla Federazione Internazionale. La circolazione di energia è infatti regolata da un flussometro, un dispositivo che monitora costantemente il flusso di carburante. Cercare di ottenere differenze significative manipolando questo fondamentale sarà particolarmente complicato, anche perché la densità del carburante è strettamente regolamentata dalla FIA con un range molto ristretto. Questo rende la guerra dell’efficienza una battaglia di ingegneria pura e astuzia tecnologica, più che di mere quantità.
