Da oggi c’è una quarta pistola nelle stazioni di servizio: dopo diesel, benzina e gpl | Esordio per il rinnovabile HVO
L’HVO, diesel rinnovabile da scarti, promette meno emissioni e più efficienza. È il carburante del futuro accessibile oggi, ma quali sono i veri pro e contro?
In un’epoca in cui la transizione energetica è al centro del dibattito globale, il diesel HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) emerge come una delle soluzioni più concrete e immediatamente disponibili per il settore dei trasporti. La recente conferma della Commissione Europea sulla possibilità di vendere veicoli termici a basse emissioni anche dopo il 2035 ha riacceso l’interesse verso carburanti alternativi come l’HVO, che possono già essere acquistati in Italia.
Contrariamente al biodiesel, che ha una composizione chimica differente, l’HVO è un carburante idrogenato puro, un idrocarburo quasi identico al diesel fossile ma con un’origine completamente rinnovabile. Viene infatti prodotto attraverso un processo di idrogenazione di oli vegetali di scarto, grassi animali residui e altre biomasse. Questo lo posiziona come un’alternativa drop-in, ovvero utilizzabile senza modifiche strutturali ai motori esistenti, offrendo un ponte verso una mobilità più sostenibile.
Vantaggi concreti per ambiente e motore
Vantaggi concreti: ambiente più sano e motore più efficiente.
Il beneficio più evidente dell’HVO è la sua significativa impronta ecologica ridotta. L’utilizzo di questo carburante porta a una diminuzione delle emissioni di CO2 che varia tra il 60% e il 90% lungo l’intero ciclo di vita, dalla produzione al consumo, rispetto al diesel di origine fossile. Questa caratteristica lo rende uno strumento potente per contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione e per migliorare la qualità dell’aria nelle nostre città, un aspetto non trascurabile data la crescente attenzione alla sostenibilità ambientale.
Dal punto di vista meccanico, l’HVO offre notevoli miglioramenti prestazionali. Il suo elevatissimo numero di cetano, solitamente superiore a 70, assicura una combustione più completa ed efficiente all’interno del motore. Questo non solo si traduce in una migliore risposta del propulsore, ma contribuisce anche a mantenere più puliti gli interni del motore: la formazione di depositi negli iniettori è drasticamente ridotta e le morchie diminuiscono. Di conseguenza, si prevede un allungamento della vita utile di componenti cruciali come il filtro antiparticolato (FAP), riducendo i costi di manutenzione e migliorando l’affidabilità del veicolo.
Un vantaggio strategico dell’HVO è la sua perfetta compatibilità con le infrastrutture esistenti. Non è necessario investire in nuove reti di distribuzione o stazioni di rifornimento dedicate, come avviene invece per i veicoli elettrici o a idrogeno. Questa facilità di adozione consente una transizione graduale e meno onerosa per il settore dei trasporti e per i consumatori, facilitando la diffusione del carburante sul territorio nazionale e internazionale.
Sfide e dubbi: cosa c’è da sapere sull’HVO
HVO: le sfide e i dubbi da conoscere.
Nonostante i molteplici benefici, l’HVO non è privo di ostacoli. Il primo è il costo di acquisto. Attualmente, il prezzo al distributore è generalmente superiore a quello del gasolio tradizionale, sebbene promozioni e politiche fiscali possano influenzare questo divario. Questo aspetto può rappresentare una barriera per l’adozione su larga scala, specialmente per i gestori di flotte e i consumatori più attenti al budget.
Una limitazione significativa è la capacità produttiva globale. La produzione attuale di HVO non è sufficiente a coprire la domanda mondiale di diesel, rendendo impossibile una sostituzione immediata e completa del carburante fossile. L’espansione della produzione richiede investimenti considerevoli e tempo, ponendo interrogativi sulla scalabilità della soluzione come unica alternativa per il futuro prossimo.
La sostenibilità dell’HVO è intrinsecamente legata all’origine delle sue materie prime. Sebbene l’uso di oli di scarto e grassi animali riciclati sia altamente sostenibile, un aumento massiccio della domanda potrebbe spingere verso l’utilizzo di colture dedicate, come l’olio di palma, con il rischio di causare deforestazione e altri impatti ambientali negativi se non gestite in modo responsabile. È cruciale che la filiera di approvvigionamento sia certificata e trasparente per garantire che l’HVO mantenga il suo profilo ecologico.
Infine, la compatibilità con i veicoli non è universale. Mentre i motori Euro 5 ed Euro 6 di ultima generazione sono generalmente compatibili, i propulsori più datati potrebbero non esserlo. Per essere certi che la propria auto possa utilizzare l’HVO, è indispensabile consultare il manuale del veicolo e verificare la presenza della dicitura EN 15940 tra gli standard dei carburanti compatibili. Una verifica preventiva è fondamentale per evitare potenziali problemi o danni al motore, garantendo una transizione sicura verso questo carburante innovativo.
