Clamoroso: torna la Dino

CERCALogin / RegistratiEditLog outxLog inricordamirecupera passwordRegistrati a Automobilismodepoca.itEDITORIALENEWSBELLISSIMEGUIDA ACQUISTOSPORTTECNICAIO E LA MIA AUTOGALLERYVIDEOClamoroso: torna la Dino22/06/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Marchionne conferma: rivedremo la sigla “Dino” su una sportiva spinta da un V6 ma sarà un marchio autonomo e darà in prestito il suo motore all’Alfa Romeo Giuliaa cura della RedazioneNELLA FOTO: uno splendido esemplare (la Dino!) in Australia nel 1976Tempo di nostalgia, nel Gruppo FCA, o forse di valorizzazione dei nomi del passato. Mentre aspettiamo l’arrivo della rinata Alfa Romeo Giulia – il 24 giugno, la data fatidica – Marchionne conferma che vedremo tornare anche la Dino. A fare la differenza rispetto al passato è la volontà di farne un marchio autonomo senza le ambiguità dell’epoca, quindi né Ferrari Dino né Fiat Dino. Un “sub-brand” che permetterà di realizzare una sportiva a due posti con motore V6 benzina in posizione centrale con un posizionamento di prezzo inferiore rispetto alla più economica delle Ferrari in gamma, la California T.Poche le informazioni finora emerse ma è un chiaro segnale che il Gruppo FCA sta rispolverando i nomi celebri del passato ma senza snaturarli nella sostanza. Alfa Romeo sta ritornando alla sua tradizione storica, con trazione posteriore, motori performanti e – si spera – doti dinamiche e finiture di livello tali da consentirle con la nuova Giulia di fare davvero concorrenza alle berline premium di Audi, Bmw e Mercedes. Una concorrenza promessa da 30 anni, sin da quando Fiat acquisì il marchio ma senza mai riuscire a creare un piano vero di rilancio. Anzi. Fatti salvi alcuni capolavori (la recente 4C ed in misura minore la 8C), conosciamo bene i modelli usciti sì da Arese ma partoriti dai progettisti di Torino. Ed ora la Dino: “non sarà una Ferrari low cost” assicura Marchionne, ben consapevole del valore del marchio di Maranello, ma una due posti con l’obiettivo di far dimenticare anche ai porschisti più sfegatati la 911, nonostante un prezzo sicuramente più elevato. E, ad unire Dino e Alfa Romeo, ci sarà questo nuovo motore V6 che sarà anche sotto al cofano della Giulia più potente, che si chiami GTA o Quadrifoglio Verde. Probabili oltre 500 CV per la versione da montare sulla Dino, fra i 4 ed i 500, invece, per la Giulia più cattiva.Adesso, però, una cosa alla volta: mercoledì sarà il giorno della Giulia (con la “G” maiuscola) e del ritorno di Alfa Romeo, quella di una volta. O, almeno, speriamo.Tutto su:dinoFerrari Dino 246 GTSocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Giugno 2015In copertina la storia della Lancia Delta S4, la più amata delle famigerate Gruppo B: nascita, sviluppo, evoluzione e risultatiSfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Clamoroso: torna la Dino22/06/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Marchionne conferma: rivedremo la sigla “Dino” su una sportiva spinta da un V6 ma sarà un marchio autonomo e darà in prestito il suo motore all’Alfa Romeo Giuliaa cura della RedazioneNELLA FOTO: uno splendido esemplare (la Dino!) in Australia nel 1976Tempo di nostalgia, nel Gruppo FCA, o forse di valorizzazione dei nomi del passato. Mentre aspettiamo l’arrivo della rinata Alfa Romeo Giulia – il 24 giugno, la data fatidica – Marchionne conferma che vedremo tornare anche la Dino. A fare la differenza rispetto al passato è la volontà di farne un marchio autonomo senza le ambiguità dell’epoca, quindi né Ferrari Dino né Fiat Dino. Un “sub-brand” che permetterà di realizzare una sportiva a due posti con motore V6 benzina in posizione centrale con un posizionamento di prezzo inferiore rispetto alla più economica delle Ferrari in gamma, la California T.Poche le informazioni finora emerse ma è un chiaro segnale che il Gruppo FCA sta rispolverando i nomi celebri del passato ma senza snaturarli nella sostanza. Alfa Romeo sta ritornando alla sua tradizione storica, con trazione posteriore, motori performanti e – si spera – doti dinamiche e finiture di livello tali da consentirle con la nuova Giulia di fare davvero concorrenza alle berline premium di Audi, Bmw e Mercedes. Una concorrenza promessa da 30 anni, sin da quando Fiat acquisì il marchio ma senza mai riuscire a creare un piano vero di rilancio. Anzi. Fatti salvi alcuni capolavori (la recente 4C ed in misura minore la 8C), conosciamo bene i modelli usciti sì da Arese ma partoriti dai progettisti di Torino. Ed ora la Dino: “non sarà una Ferrari low cost” assicura Marchionne, ben consapevole del valore del marchio di Maranello, ma una due posti con l’obiettivo di far dimenticare anche ai porschisti più sfegatati la 911, nonostante un prezzo sicuramente più elevato. E, ad unire Dino e Alfa Romeo, ci sarà questo nuovo motore V6 che sarà anche sotto al cofano della Giulia più potente, che si chiami GTA o Quadrifoglio Verde. Probabili oltre 500 CV per la versione da montare sulla Dino, fra i 4 ed i 500, invece, per la Giulia più cattiva.Adesso, però, una cosa alla volta: mercoledì sarà il giorno della Giulia (con la “G” maiuscola) e del ritorno di Alfa Romeo, quella di una volta. O, almeno, speriamo.Tutto su:dinoFerrari Dino 246 GTSocialIn edicola Automobilismo d’Epoca di Giugno 2015In copertina la storia della Lancia Delta S4, la più amata delle famigerate Gruppo B: nascita, sviluppo, evoluzione e risultatiSfoglia il numeroAbbonatiRivista cartaceaAbbonati alla versione cartacea di Automobilismo d’Epoca!Rivista su tabletScarica la versione per tablet e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!Rivista per smartphoneScarica la versione per smartphone e leggi Automobilismo d’Epoca quando vuoi!

Clamoroso: torna la Dino22/06/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Marchionne conferma: rivedremo la sigla “Dino” su una sportiva spinta da un V6 ma sarà un marchio autonomo e darà in prestito il suo motore all’Alfa Romeo Giuliaa cura della RedazioneNELLA FOTO: uno splendido esemplare (la Dino!) in Australia nel 1976Tempo di nostalgia, nel Gruppo FCA, o forse di valorizzazione dei nomi del passato. Mentre aspettiamo l’arrivo della rinata Alfa Romeo Giulia – il 24 giugno, la data fatidica – Marchionne conferma che vedremo tornare anche la Dino. A fare la differenza rispetto al passato è la volontà di farne un marchio autonomo senza le ambiguità dell’epoca, quindi né Ferrari Dino né Fiat Dino. Un “sub-brand” che permetterà di realizzare una sportiva a due posti con motore V6 benzina in posizione centrale con un posizionamento di prezzo inferiore rispetto alla più economica delle Ferrari in gamma, la California T.Poche le informazioni finora emerse ma è un chiaro segnale che il Gruppo FCA sta rispolverando i nomi celebri del passato ma senza snaturarli nella sostanza. Alfa Romeo sta ritornando alla sua tradizione storica, con trazione posteriore, motori performanti e – si spera – doti dinamiche e finiture di livello tali da consentirle con la nuova Giulia di fare davvero concorrenza alle berline premium di Audi, Bmw e Mercedes. Una concorrenza promessa da 30 anni, sin da quando Fiat acquisì il marchio ma senza mai riuscire a creare un piano vero di rilancio. Anzi. Fatti salvi alcuni capolavori (la recente 4C ed in misura minore la 8C), conosciamo bene i modelli usciti sì da Arese ma partoriti dai progettisti di Torino. Ed ora la Dino: “non sarà una Ferrari low cost” assicura Marchionne, ben consapevole del valore del marchio di Maranello, ma una due posti con l’obiettivo di far dimenticare anche ai porschisti più sfegatati la 911, nonostante un prezzo sicuramente più elevato. E, ad unire Dino e Alfa Romeo, ci sarà questo nuovo motore V6 che sarà anche sotto al cofano della Giulia più potente, che si chiami GTA o Quadrifoglio Verde. Probabili oltre 500 CV per la versione da montare sulla Dino, fra i 4 ed i 500, invece, per la Giulia più cattiva.Adesso, però, una cosa alla volta: mercoledì sarà il giorno della Giulia (con la “G” maiuscola) e del ritorno di Alfa Romeo, quella di una volta. O, almeno, speriamo.Tutto su:dinoFerrari Dino 246 GT

22/06/2015Invia emailStampa articoloIl tuo nome:La tua email:L’email del destinatario:Marchionne conferma: rivedremo la sigla “Dino” su una sportiva spinta da un V6 ma sarà un marchio autonomo e darà in prestito il suo motore all’Alfa Romeo Giulia

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Marchionne conferma: rivedremo la sigla “Dino” su una sportiva spinta da un V6 ma sarà un marchio autonomo e darà in prestito il suo motore all’Alfa Romeo Giulia

a cura della RedazioneNELLA FOTO: uno splendido esemplare (la Dino!) in Australia nel 1976Tempo di nostalgia, nel Gruppo FCA, o forse di valorizzazione dei nomi del passato. Mentre aspettiamo l’arrivo della rinata Alfa Romeo Giulia – il 24 giugno, la data fatidica – Marchionne conferma che vedremo tornare anche la Dino. A fare la differenza rispetto al passato è la volontà di farne un marchio autonomo senza le ambiguità dell’epoca, quindi né Ferrari Dino né Fiat Dino. Un “sub-brand” che permetterà di realizzare una sportiva a due posti con motore V6 benzina in posizione centrale con un posizionamento di prezzo inferiore rispetto alla più economica delle Ferrari in gamma, la California T.Poche le informazioni finora emerse ma è un chiaro segnale che il Gruppo FCA sta rispolverando i nomi celebri del passato ma senza snaturarli nella sostanza. Alfa Romeo sta ritornando alla sua tradizione storica, con trazione posteriore, motori performanti e – si spera – doti dinamiche e finiture di livello tali da consentirle con la nuova Giulia di fare davvero concorrenza alle berline premium di Audi, Bmw e Mercedes. Una concorrenza promessa da 30 anni, sin da quando Fiat acquisì il marchio ma senza mai riuscire a creare un piano vero di rilancio. Anzi. Fatti salvi alcuni capolavori (la recente 4C ed in misura minore la 8C), conosciamo bene i modelli usciti sì da Arese ma partoriti dai progettisti di Torino. Ed ora la Dino: “non sarà una Ferrari low cost” assicura Marchionne, ben consapevole del valore del marchio di Maranello, ma una due posti con l’obiettivo di far dimenticare anche ai porschisti più sfegatati la 911, nonostante un prezzo sicuramente più elevato. E, ad unire Dino e Alfa Romeo, ci sarà questo nuovo motore V6 che sarà anche sotto al cofano della Giulia più potente, che si chiami GTA o Quadrifoglio Verde. Probabili oltre 500 CV per la versione da montare sulla Dino, fra i 4 ed i 500, invece, per la Giulia più cattiva.Adesso, però, una cosa alla volta: mercoledì sarà il giorno della Giulia (con la “G” maiuscola) e del ritorno di Alfa Romeo, quella di una volta. O, almeno, speriamo.Tutto su:dinoFerrari Dino 246 GT

NELLA FOTO: uno splendido esemplare (la Dino!) in Australia nel 1976Tempo di nostalgia, nel Gruppo FCA, o forse di valorizzazione dei nomi del passato. Mentre aspettiamo l’arrivo della rinata Alfa Romeo Giulia – il 24 giugno, la data fatidica – Marchionne conferma che vedremo tornare anche la Dino. A fare la differenza rispetto al passato è la volontà di farne un marchio autonomo senza le ambiguità dell’epoca, quindi né Ferrari Dino né Fiat Dino. Un “sub-brand” che permetterà di realizzare una sportiva a due posti con motore V6 benzina in posizione centrale con un posizionamento di prezzo inferiore rispetto alla più economica delle Ferrari in gamma, la California T.Poche le informazioni finora emerse ma è un chiaro segnale che il Gruppo FCA sta rispolverando i nomi celebri del passato ma senza snaturarli nella sostanza. Alfa Romeo sta ritornando alla sua tradizione storica, con trazione posteriore, motori performanti e – si spera – doti dinamiche e finiture di livello tali da consentirle con la nuova Giulia di fare davvero concorrenza alle berline premium di Audi, Bmw e Mercedes. Una concorrenza promessa da 30 anni, sin da quando Fiat acquisì il marchio ma senza mai riuscire a creare un piano vero di rilancio. Anzi. Fatti salvi alcuni capolavori (la recente 4C ed in misura minore la 8C), conosciamo bene i modelli usciti sì da Arese ma partoriti dai progettisti di Torino. Ed ora la Dino: “non sarà una Ferrari low cost” assicura Marchionne, ben consapevole del valore del marchio di Maranello, ma una due posti con l’obiettivo di far dimenticare anche ai porschisti più sfegatati la 911, nonostante un prezzo sicuramente più elevato. E, ad unire Dino e Alfa Romeo, ci sarà questo nuovo motore V6 che sarà anche sotto al cofano della Giulia più potente, che si chiami GTA o Quadrifoglio Verde. Probabili oltre 500 CV per la versione da montare sulla Dino, fra i 4 ed i 500, invece, per la Giulia più cattiva.Adesso, però, una cosa alla volta: mercoledì sarà il giorno della Giulia (con la “G” maiuscola) e del ritorno di Alfa Romeo, quella di una volta. O, almeno, speriamo.

NELLA FOTO: uno splendido esemplare (la Dino!) in Australia nel 1976

Tempo di nostalgia, nel Gruppo FCA, o forse di valorizzazione dei nomi del passato. Mentre aspettiamo l’arrivo della rinata Alfa Romeo Giulia – il 24 giugno, la data fatidica – Marchionne conferma che vedremo tornare anche la Dino. A fare la differenza rispetto al passato è la volontà di farne un marchio autonomo senza le ambiguità dell’epoca, quindi né Ferrari Dino né Fiat Dino. Un “sub-brand” che permetterà di realizzare una sportiva a due posti con motore V6 benzina in posizione centrale con un posizionamento di prezzo inferiore rispetto alla più economica delle Ferrari in gamma, la California T.

Poche le informazioni finora emerse ma è un chiaro segnale che il Gruppo FCA sta rispolverando i nomi celebri del passato ma senza snaturarli nella sostanza. Alfa Romeo sta ritornando alla sua tradizione storica, con trazione posteriore, motori performanti e – si spera – doti dinamiche e finiture di livello tali da consentirle con la nuova Giulia di fare davvero concorrenza alle berline premium di Audi, Bmw e Mercedes. Una concorrenza promessa da 30 anni, sin da quando Fiat acquisì il marchio ma senza mai riuscire a creare un piano vero di rilancio. Anzi. Fatti salvi alcuni capolavori (la recente 4C ed in misura minore la 8C), conosciamo bene i modelli usciti sì da Arese ma partoriti dai progettisti di Torino. Ed ora la Dino: “non sarà una Ferrari low cost” assicura Marchionne, ben consapevole del valore del marchio di Maranello, ma una due posti con l’obiettivo di far dimenticare anche ai porschisti più sfegatati la 911, nonostante un prezzo sicuramente più elevato. E, ad unire Dino e Alfa Romeo, ci sarà questo nuovo motore V6 che sarà anche sotto al cofano della Giulia più potente, che si chiami GTA o Quadrifoglio Verde. Probabili oltre 500 CV per la versione da montare sulla Dino, fra i 4 ed i 500, invece, per la Giulia più cattiva.

Adesso, però, una cosa alla volta: mercoledì sarà il giorno della Giulia (con la “G” maiuscola) e del ritorno di Alfa Romeo, quella di una volta. O, almeno, speriamo.

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