Riposa in pace leggenda: morta l’auto più iconica degli anni 2000 | Non verrà mai più prodotta la Ford Focus
Il 2026 segna la fine per modelli storici: dalla Jeep Renegade all’Audi A1, molte auto iconiche ci lasceranno. Scopri quali non potrai più acquistare.
Il panorama automobilistico è in una fase di rapida e profonda trasformazione, e il 2026 si preannuncia come un anno spartiacque, segnato dall’addio definitivo a numerosi modelli che hanno lasciato un segno nel cuore degli automobilisti e nel mercato. Questa ondata di uscite di produzione non è casuale, ma è il risultato di una complessa interazione di forze: l’inasprimento delle normative europee sulle emissioni, che spinge i costruttori verso l’elettrificazione; la mutevolezza delle preferenze dei consumatori, sempre più orientati verso SUV e veicoli green; e le scelte strategiche delle case automobilistiche, che riorganizzano le proprie gamme per affrontare le sfide del futuro. Si tratta di un processo inevitabile, che vede la scomparsa di alcune icone a favore di nuove proposte, spesso elettriche o ibride. Modelli come l’Audi A1 e la Q2, la Ford Focus, la Jeep Renegade e persino la storica BMW Z4, ci saluteranno per sempre. Questo cambiamento radicale coinvolge vetture di ogni segmento, dalle compatte cittadine ai performanti bolidi sportivi. Un vero e proprio cambio generazionale che ci costringe a salutare vecchi amici a quattro ruote.
Le partenze dal segmento premium e sportivo
Le partenze dal segmento premium e sportivo: analisi di un fenomeno.
Il settore premium e quello delle sportive non sono immuni da questi cambiamenti. Audi ha già annunciato l’addio per la A1 e la Q2, due modelli d’ingresso che non verranno rimpiazzati direttamente, ma la loro eredità sarà raccolta da un futuro SUV elettrico compatto. Anche la Q8 e-tron ha visto la produzione interrotta per numeri di immatricolazione al ribasso, già da febbraio 2026. In casa BMW, la X4 si appresta a uscire di scena, sebbene si preveda una sua sostituzione con un modello dalla nuova architettura. Anche la Z4, una roadster iconica con 23 anni di storia, saluterà il mercato definitivamente a marzo 2026, lasciando un vuoto nel segmento delle cabrio pure.
Per gli amanti delle alte prestazioni, l’addio sarà ancora più sentito. La Porsche dirà addio alle sue amate 718 Boxster e Cayman, segnando la fine di un’era per le sportive a motore centrale. Un altro addio “doloroso” per i “petrol head” sarà quello della leggendaria Nissan GT-R, con ordini già chiusi. Non meno significativa è la scomparsa della Toyota Supra, un’altra icona giapponese che cesserà la produzione. Anche la versione più estrema della hatchback di Honda, la Civic Type R, lascerà il mercato europeo. Questi addii sottolineano una chiara tendenza verso l’elettrificazione o, in alternativa, una riduzione drastica dei modelli con motori a combustione interna ad alte emissioni, soprattutto nei mercati più regolamentati.
Le vetture mainstream e gli addii inattesi
Vetture mainstream: gli addii inattesi che hanno sorpreso tutti.
Anche il segmento delle auto più popolari e accessibili subirà profondi cambiamenti. Un addio che farà discutere è quello della Ford Focus, che dopo 27 anni di onorata carriera saluta il mercato, confermando la strategia di Ford di abbandonare le berline tradizionali. In casa Stellantis, la produzione della Jeep Renegade, un SUV compatto di grande successo prodotto a Melfi, si avvia verso la sua conclusione. Incerta, invece, la sorte della Mercedes Classe A, per la quale non vi è ancora una certezza assoluta, ma i segnali indicano una possibile uscita di scena.
Tra gli addii più rapidi spicca quello della Mitsubishi Colt, un clone della Renault Clio, che lascerà il mercato dopo soli due anni dalla sua reintroduzione. Anche la Space Star, una delle auto più economiche in vendita, è destinata a salutare il mercato. La Volkswagen dirà addio alla T-Roc Cabriolet e, soprattutto, alla storica Touareg, un SUV ammiraglia in vendita ininterrottamente dal 2002. Infine, Suzuki si congederà dal trio composto da Ignis, Jimny e Swace, decisioni dettate principalmente dalle sempre più severe norme europee sulle emissioni di CO2. Questi addii evidenziano un mercato in rapida evoluzione, dove la sostenibilità e l’efficienza diventano driver fondamentali per le scelte dei costruttori.
